I COSTI DELL’AMORE

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Al primo posto Italia e Francia con quasi 2 miliardi spesi ogni anno
La ricerca dell’amore ci fa penare, trovare un compagno di viaggio ci rende sereni o ci riempie di preoccupazioni. Ma quanto siamo disposti a spendere per la ricerca e per mantenere queste emozioni? Un sondaggio ha chiesto ai single dei 13 Paesi europei di guardarsi dentro le tasche e di fare la somma del denaro speso e investito nell’arco di un anno per tutto ciò che ha a che fare con l’amore: il primo incontro, i regali, ma anche la cura del proprio aspetto, gli aperitivi, le cene, i week end. «La tendenza oggi sempre più diffusa è quella di dedicarsi seriamente alla ricerca del partner – afferma Constantin Wiethaus, Country Manager Parship Italia –; in Italia si rileva una maggiore insoddisfazione nei confronti dei servizi “leggeri” di dating: il flirt o la relazione occasionale, la chat che consente di ottenere un risultato immediato, non rappresentano più lo stimolo principale di chi naviga nella Rete». In Europa – nel 2007 – sono stati spesi 10,36 miliardi di euro. Primi in questa classifica risultano l’Italia e la Francia, a pari merito con poco meno di 2 miliardi (rispettivamente: 1,963 e 1,958). Non badano a spese anche i tedeschi con 1,87 miliardi, seguiti dagli inglesi con 1,6 miliardi. Molto distaccata la Spagna che spende 1 miliardo all’anno. Nella lista di chi spende meno per l’amore troviamo l’Irlanda con 522 milioni, il Belgio con 309 milioni, l’Austria con 244 milioni, la Svizzera con 191 e la Norvegia con 183. Gli svedesi sfiorano i 169 milioni, non lontani dai 156 dei danesi. All’ultimo posto l’Olanda, in cui vengono investiti complessivamente solo 92 milioni. In Europa l’importo medio di spesa annuale per ogni single è pari a 260 euro. Nel complesso, sono 42 milioni i single europei attualmente alla ricerca del partner; in Italia 4,7 milioni si dichiarano attivamente coinvolti nella ricerca del partner e spendono in un anno 418,44 euro a testa. In questa cifra rientrano oltre a cioccolatini, fiori e ogni genere di regalo, sedute dall’estetista, aperitivi, cene e week end, anche le spese per il dating on line. Negli ultimi dodici mesi, gli italiani si sono impegnati di più nella ricerca di un partner con una media di 3,5 incontri. Seguiti dagli austriaci con 3 incontri e dagli svizzeri con 2,7. La percentuale più bassa spetta agli inglesi con appena 1,4 incontri. Dalla ricerca è emerso che a livello europeo, in questo momento, un single su due sta chiedendo aiuto al dating on line (un po’ meno gli italiani: uno su tre). Il 48% degli intervistati (47,30% dei single italiani) dichiara di impiegare almeno tre anni per la ricerca di un partner.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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AMORE MULTIPLO

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Due partner, o tre. Ma alla luce del sole. Cresce, negli Usa, la tribù dei poliamoristi. Per i quali la monogamia è innaturale

Tilda SwintonQuando è stato annunciato che a vincere l’Oscar nella categoria della miglior attrice non protagonista era stata lei, Tilda Swinton è apparsa incredula, sul viso stampata la domanda: io? Poi è salita raggiante sul palco a raccogliere l’ambito trofeo, ma prima ha dato un bacio e un abbraccio a Sandro Kopp, un pittore tedesco di 29 anni conosciuto durante le riprese di ‘Cronache di Narnia’ e col quale la Swinton ha una relazione sentimentale. E John Byrne, l’uomo con il quale sta assieme da 18 anni? Era nella loro tenuta in Scozia, vicino a Inverness, con Xavier e Honor, i loro due gemelli di 10 anni. “John è un uomo straordinario e un padre fenomenale”, sostiene la coprotagonista di ‘Michael Clayton’. “Viviamo nella stessa casa, ma vado in giro per il mondo con un pittore delizioso”. E non ha problemi con questo tipo di ménage? “Viviamo sotto lo stesso tetto, ci amiamo e ci ameremo per il resto delle nostre vite, amiamo i nostri figli”, continua. “Quanto al resto, sono affari nostri”.Affari che inevitabilmente hanno finito invece per venire discussi e dibattuti: quando ci sono, i triangoli sentimentali vengono tenuti nascosti e raramente sbattuti in faccia a un pubblico di un miliardo di persone. Ma per Anna Wagner, segretaria in uno studio legale di Washington che chiama Jim il suo ‘partner primario’, e che ha una relazione con Timothy che a sua volta convive con Carla, la rivelazione dell’attrice quarantasettenne non l’ha sorpresa più di tanto. “Se mettiamo da parte la fama e il denaro, la relazione sentimentale di Tilda è esattamente come quella di tante persone che conosco”, sostiene. Persone come la Wagner e la Swinton si considerano ‘poliamoristi’: hanno relazioni con più di un partner senza sentirsi né dei traditori né degli ipocriti perché lo fanno alla luce del sole e con il consenso di tutti. E sono convinte di avere trovato, mentre il matrimonio e le relazioni monogame mostrano segni di tensione e di fatica, una soluzione a sua volta irta di incognite e difficoltà ma sempre più diffusa e accettata. “Quelli della mia generazione riconoscono che quando devono decidere quale tipo di famiglia vogliono creare hanno molte scelte”, conferma Diane Adams, un’avvocatessa ventottenne di New York la cui famiglia è composta da lei e da due uomini.

Secondo un sondaggio condotto dal sito di Oprah Winfrey, ben sette americani su cento sono coinvolti in relazioni aperte. Un numero forse eccessivo, il prodotto di un campione statistico non scientifico. Ma i poliamoristi crescono. Perlomeno, sono sicuramente più visibili: hanno vari siti in Rete, giornali come ‘Loving more’, gruppi di supporto, un libro che è una sorta di manifesto e che è diventato un best-seller intitolato ‘The Ethical Slut’, la sgualdrina etica. Hanno anche uno show televisivo col quale identificarsi: ‘Big Love’, la storia di un uomo (l’attore Bill Paxton) che si divide tra tre donne, altrettante case e un gran numero di figli. E ogni paio di mesi si riuniscono, nella East come nella West Coast, per scambiare opinioni, per darsi supporto, per contarsi, per partecipare a seminari che hanno titoli come ‘Tre, quattro o più’, ‘Come rivelare di essere poly’ o ‘Gestione della gelosia’.
Hugh Hefner a una festaPer il Merriam-Webster poliamori è ‘la pratica di avere più di una relazione romantica alla volta’. Una pratica entrata nel dizionario solo due anni fa ma che ha radici nei tempi biblici. “Abramo, Davide, Giacobbe e Salomone erano tutti poligami e prediletti da Dio”, ricorda Jonathan Turley, professore di diritto pubblico alla George Washington University. Diego Rivera aveva accettato che la sua donna, Frida Kahlo, avesse relazioni con altri uomini e donne, Leon Trotsky compreso. Hugh Hefner gira sempre accompagnato da almeno due girl-friends. E Warren Buffett, investitore diventato l’uomo più ricco del mondo, sino a quando – tre anni fa – gli è morta la moglie Susie, mandava auguri di Natale firmati da ‘Warren, Susie and Astrid’. Astrid? La sua seconda e molto pubblica partner.
(05 agosto 2008)

 

Dott. Roberto Cavaliere

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L’HO LASCIATO E MI RIVENDO I SUOI REGALI

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Una vetrina online per cuori infranti. Negli annunci rancori, bugie e tradimenti
ELISABETTA PAGANI
TORINO Lui la voleva comprare. E ora lei se lo rivende. Sottocosto e alla migliore offerente. Benvenuti nel mercato telematico dei regali degli ex innamorati. Una vetrina online in cui esporre gingilli ricevuti da ex mariti e fidanzati e spiattellare rancori e delusioni sentimentali. Per chi avuto molti partner, soprattutto se generosi, la tentazione di rivendersi il tesoro accumulato in anni di fidanzamento sarà irresistibile. In sei mesi, infatti, il portalewww.exboyfriendjewelry.com ha agganciato oltre 5 mila utenti, che hanno messo in vendita quasi 3 mila regali. La metà sono anelli di fidanzamento e fedi nuziali, ma frugando nella lista di questa eBay per cuori infranti si trova di tutto, anche un abito da sposa «usato una sola volta», assicura la venditrice fresca di divorzio.La trovataL’idea del sito è venuta all’attrice e scrittrice Megahn Perry, spiega la newsletter di tendenze «Not». «Non riuscivo più ad avere sotto gli occhi la parure di gioielli del mio matrimonio – racconta Megahn, lasciata sull’altare -. Così un giorno ho fatto un giro per Los Angeles cercando di piazzarla ma sono tornata a casa con la borsa ancora piena». Parlandone la sera a cena ecco l’illuminazione: creare un sito in cui far incontrare domanda e offerta. Un mercato on-line che però fosse anche una community in cui scambiarsi opinioni e riversare cattiverie sugli ex. Il meccanismo è semplice: per vendere basta iscriversi (è gratuito) e inserire foto, descrizione e prezzo del gingillo d’amore di cui ci si vuole sbarazzare. Prima di compilare le informazioni sul gioiello, però, si deve allegare una piccola spiegazione della rottura della relazione sentimentale. E allora ecco apparire, sopra un delizioso paio di scarpe «svendute» a 25 dollari, la delusione di a_licious83: «Mi ha coperta di diamanti e borse firmate per colmare la sua mancanza d’amore. Ci ho messo 6 anni e mezzo per capirlo». È finita e ora lei si rivende tutto ciò con cui lui la voleva «comprare». Sul sito la scelta è ampia: la sezione più gettonata è quella degli anelli, ma ci sono anche vetrine per orecchini, orologi, braccialetti e collane. Le più curiose sono le ultime due: l’amara «Gifts that should have been jewelry» (cioé regali che sarebbero dovuti essere gioielli) e «For the boys» (l’angolo dedicato ai maschietti). Le testimonianzeI racconti delle donne che si liberano di gioielli sperando di scrollarsi di dosso il passato sono di tutti i tipi. Alcune lo fanno per soldi, altre perché soffrono ogni volta che, aprendo il portagioie, rivedono quel gioiello. Altre ancora perché, finalmente, si possono sbarazzare di cianfrusaglie che sono state obbligate a sfoggiare per compiacere il partner. Di solito, per ricevere regali azzeccati, le donne sono costrette a passare e ripassare davanti a una vetrina indicando sempre lo stesso oggetto, così da far capire i propri gusti. Shoequeen24, invece, scartava sempre quello che desiderava. «Fortunata, direte voi», scherza ora la ragazza sul sito. Insomma, trovare un fidanzato che intercetta il gusto femminile non è da poco. «Peccato che – chiude – ho scoperto che il mio non era il “tipico uomo” e mi tradiva… con un altro uomo. Ora voglio buttare tutto quello che mi ha regalato». Alle romantiche fan di Audrey Hepburn sembrerà una follia, ma c’è anche chi riesce a disfarsi di un gioiello Tiffany. E per una manciata di dollari. Gli uomini nel sito quasi non compaiono, almeno in forma attiva. «Date un’occhiata – consigliano però le fondatrici ai maschietti – troverete gioielli a prezzi stracciati per le vostre nuove fidanzate». Ma attenzione ai doppioni alla Sarkozy, brontola un’utente che si è trovata al collo lo stesso ciondolo di tutte le ex innamorate del fidanzato. Gli uomini, però, per ora rimangono in disparte e c’è chi vende per loro. «Me l’ha lasciato sul tavolo di ritorno da un viaggio d’affari ed è sparito», si dispera una donna presentando la fede dell’ovviamente ex marito per 250 dollari. E un’altra, sposata con un uomo al secondo matrimonio, vende la sua prima vera: «Starà con me per tutta la vita, non dovrebbe servirgli più», si augura per 115 dollari.

Dott. Roberto Cavaliere

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IN ALLATTAMENTO AUMENTA L’ORMONE DELL’AMORE

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Quando un bebe’ viene allattato al seno il cervello della mamma subisce dei cambiamenti. In particolare, aumentano nel cervello delle mamme i livelli di ossitocina, il cosiddetto ‘ormone dell’amore’. E questo aiuterebbe le mamme a stabilire un legame ancora piu’ profondo con il proprio figlio. A sostenerlo e’ stato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Wareick University e pubblicato sulla rivista Public Library of Science Computational Biology. Secondo i ricercatori, il rilascio di livelli massicci di sostanze chimiche come l’ossitocina migliorerebbe i sentimenti di fiducia, amore e affetto della madre nei riguardi del proprio figlio. L’ossitocina, noto anche come ormone della fiducia e delle coccole, e’ prodotto naturalmente nell’ipotalamo, una parte del cervello grande quanto una mandorla che controlla la temperatura corporea, la sete, la fame, la rabbia e la stanchezza. L’ormone e’ inoltre coinvolto anche nel sesso e nell’attrazione sessuale e promuove sensazioni di fiducia, contribuendo a ridurre la paura. Per i ricercatori, l’ossitocina viene rilasciata nel sangue nel corso della produzione del latte materno, inondando il cervello durante l’allattamento. Ma fino ad ora non e’ mai stato scoperto come poche migliaia di cellule del cervello fossero in grado di rilasciare l’ossitocina e cambiare l’umore delle mamme. In genere, i neuroni rilasciano sostanze chimiche, come l’ossitocina, in dosi relativamente molto piccole. Ma i ricercatori hanno dimostrato che quando la mamma allatta al seno il proprio bambino, i neuroni materni rilasciano l’ormone dai loro dendriti, la parte della cellula che di solito riceve, piuttosto che mandare informazioni. Questo ulteriore rilascio di ossitocina, quindi, provocherebbe un”esplosione’ di affetto tra la mamma e il figlio. Un”esplosione’ che potrebbe spiegare il perche’ dell’esistenza di un legame speciale tra la mamma che allatta il proprio figlio al seno. (AGI)(AGI) – Washington 18 luglio –

 

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TROPPA INTIMITA’ FA’ PERDERE IL MISTERO

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E’ di un anno fa ma sempre attuale “L’intelligenza erotica. Riconciliare erotismo e quotidianità” di Esther Perel, psicoterapeuta esperta di coppie e problemi sessuali che ha uno studio a New York, che spiega come risvegliare le passioni sopite e riscoprire una sessualità nuova e intensa. Per diventare davvero intimi, come promette l’autrice.
Si perché quello che ribadisce ad ogni intervista (le è bellissima: 49 anni portati con una disinvoltura da adolescente e con la sicurezza di una donna matura ed affascinante) è che si è sposata tre volte, ma con lo stesso uomo; perché ogni volta si faceva riscoprire, e lo riscopriva.
L’idea fondamentale dell’esperta è bene espressa dal titolo originale del libro Mating in Captivity, letteralmente accoppiarsi in cattività. Secondo la Perel, infatti, la democrazia a letto non funziona e la costante ricerca delle coppie di tranquillità domestica e sicurezza affettiva portano in genere ad un precoce crollo del desiderio. E’ qui l’errore: tutto questo viene scambiato per intimità, ma non c’è niente di peggio, per la psicoterapeuta, che questa eccessiva intimità per generare quella perdita di intrigante mistero che è invece il sale del desiderio.
Il libro non è dedicato a coppie in crisi, ma a partner felici della loro relazione che dopo alcuni anni vedono un crollo del desiderio e vogliono fuggire dalla routine. Esther Perel dice che bisogna tornare a desiderare ciò che si ha già. Ecco quindi la ricetta: meno intimità, meno parità, più egoismo ed un pizzico di gelosia. L’intimità infatti, rafforza l’amore, l’intesa di coppia, ma uccide l’attrazione fisica. “Questo accade perché molte coppie confondono l’amore con la fusione totale –sostiene la Perel-. L’erotismo invece richiede separatezza: nasce nello spazio fra sé e l’altro; perciò tornate a coltivare i vostri spazi al di fuori della coppia per potervi ritrovare dopo con più intensità”.
Quanto alla democrazia poi, sarà pure la forma migliore per governare una nazione, ma non di certo per vivere una sessualità travolgente. “Il desiderio sessuale non è politicamente corretto: è un dato di fatto “. E per finire meno certezze e senso di appartenenza. Amore vuol dire gelosia perché “la passione è direttamente proporzionale alla quantità di incertezza che riusciamo a tollerare in un rapporto”, avverte la Perel.
“Rinunciare a qualche sicurezza ci fa ritrovare un’intesa erotica che può essere domestica, ma non addomesticata. Se ciò che mantiene desto l’erotismo di coppia è la legge del rischio, ben vengano quindi gelosie, conflitti e piccoli segreti reciproci, libertà di istinti e trasgressioni, giochi di potere e aggressività”. Sempre con il massimo del rispetto. Adele e Alan sono al secondo matrimonio per entrambi, hanno una bimba di cinque anni ed una vita agiata. Lei è avvocato, lui biologo. Diversi tra loro, hanno vissuto un momento di travolgente passione: passavano giorni interi letteralmente “abbozzolati” a letto a fare l’amore, coccolarsi e parlare, rifare l’amore e così via.
Arrivano dalla Perel perché scoprono di non desiderarsi più eroticamente, ma di amarsi moltissimo. In questa routine però, Adele una sera avverte un brivido, che le fa capire cosa sta “perdendo”: vede una donna corteggiare suo marito ad una cena e si ingelosisce; ma non solo: scopre di avere accanto a sé un uomo, non solo un marito. La soluzione offerta dalla Perel parte da questo spunto: un po’ di “estraneità”.
Jed e Coral sono sposati da dieci anni; lui è un tipo apparentemente pacato, lei è una energica ed organizzativa. Ma la vera fantasia sessuale brucia in Jed: quando fanno l’amore è lui che ci mette tutto: calore, atmosfera, preliminari, dolcezza e ardore. Lei si lascia amare. Questo, dopo un po’, spegne la passione nella coppia, si recano quindi dalla Perel. Lui è risentito con la moglie, le rinfaccia di essere organizzativa anche nell’intimità, quando invece dovrebbe lasciar andare la smania di controllo e trasgredire un po’. Il suggerimento della Perel è per lei: senza snaturare il suo comportamento, usare la sua managerialità anche in intimità, cioè chiedere al compagno quello che le piace di più.E raccontarne gli effetti.

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CUCINA ED EROS: BINOMIO VINCENTE

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ROMA – La “bella stagione” non è, ovviamente, quella in cui la vita di coppia gode di momenti migliori. Sarà perché in vacanza si passa più tempo insieme, sarà perché la stanchezza e lo stress di un anno di lavoro si fanno sentire. Sarà, più semplicemente, perché ciascuno ha il suo modo di intendere la villeggiatura, comunque, per la maggior parte di sociologi e psicologi le occasioni di bisticcio non si contano.
La ricetta per stemperare il nervosismo, per gli esperti, vive nelle ricette: ossia passa dalla cucina e il cucinare. Il cibo è infatti uno dei pomi della discordia, su cui si litiga più frequentemente. Il rimedio, quindi, partirebbe dalla radice stessa del problema: un’ora al giorno insieme per preparare un pasto fa riscoprire la complicità e la voglia di giocare, creando un importante occasione di dialogo e interscambio. Senza contare che, cucinare insieme, secondo il 61% degli esperti intervistati, fa anche bene alla salute e alla linea.
Una ricerca di “MauriLab”, effettuata su duecento italiani e analizzata da ottanta esperti, tra psicologi, sociologi, chef e aromaterapeuti, propone, infine, di trasformare la vacanza all’insegna della wellness cucina e riscoprire eros e intimità. Occorre partire dal giocare con gli ingredienti, dalla manipolazione e dalla complicità che si crea nelcucinare, per favorire lo scoppio della passione.

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L’AMORE NELL’ERA DEL SMS-APPEAL

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Bocciati i contenuti sgrammaticati e quelli dotti: sono indice di difficoltà e solitudinedal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA – Gli uomini sono avvertiti: il “sex appeal” non basta più. Quello che serve oggi, per fare colpo sulle donne, è il “text appeal”, ovvero l’abilità nello scrivere messaggini telefonici in grado di affascinare, conquistare, far divertire. Lo rivela un sondaggio condotto in Gran Bretagna, da cui risulta quello che molti di noi probabilmente già sospettavano: il mazzo di fiori funziona sempre, come gesto di seduzione e galanteria, ma il messaggino giusto è imbattibile. Sarà per questo che il mondo è pieno di uomini, e donne, a capo chino a messaggiare sul proprio telefonino. Tre donne su quattro, per l’esattezza il 76 per cento, dicono che il modo di messaggiare di un uomo influenza il giudizio che se ne fanno ed è una parte essenziale della maniera moderna di essere romantici. Dipende, tuttavia, da che tipo di messaggini l’uomo in questione manda alla donna del suo cuore. Il sondaggio identifica ben quattro categorie. C’è il genere “Russell” (forse ispirato dall’attore Russell Crowe), usato da circa un terzo degli uomini: un messaggino di media lunghezza, ironico, malizioso, allusivo, insomma un flirt-text in piena regola. Il 68 per cento delle donne dicono di sentirsi attratte da questo tipo di messaggini – e dagli uomini che li inviano. Ma attenzione a non esagerare con le allusioni: se sono troppo pesanti, il 23 per cento delle donne chiudono la comunicazione e non rispondono. Un quarto degli uomini preferiscono il genere “Bond” (da James Bond, naturalmente): un messaggio breve, che va dritto al punto, senza rivelare emozione. Ma il 56 per cento delle donne non apprezzano questo tipo di messaggini, considerandoli indice di una mancanza di personalità o di immaginazione. Poi c’è il genere “Simbolico”, usato solo da un quinto degli uomini: il messaggino scritto con abbreviazioni e sigle, nel linguaggio particolare degli sms usato in particolare dai più giovani. E puntualmente il 63 per cento delle donne lo trovano un linguaggio infantile e sciocco. L’ultima categoria è il tipo “Paroloni”, a cui ricorre il 20 per cento circa degli uomini: messaggini molto lunghi, poetici, con citazioni dotte. Ma il 58 per cento delle donne lo reputano un tipo di sms “disperato”, di uomini soli e in difficoltà. Un’altra caratteristica che raffredda le donne sono gli errori di grammatica e sintassi negli sms: il 41 per cento pensa che l’uomo che li ha inviati sia poco intelligente o poco colto.

Quanto alle donne, anche loro dedicano grande impegno e grande attenzione ai messaggini. Quando conoscono un uomo che le interessa, il 76 per cento afferma di passare almeno quindici minuti a decidere che cosa scrivergli in un messaggino, e il 38 per cento si consulta addirittura con un’amica prima di inviarlo. Inoltre, il 63 per cento ammette di ritardare deliberatamente di almeno un paio d’ora la risposta a un sms di un uomo, per farlo sospirare e non fargli credere che sia troppo facile conquistarle. Dunque portiamo pazienza, amici uomini: se la risposta non è ancora arrivata, non significa necessariamente che non abbiamo speranze. Anzi, magari, significa il contrario. (11 luglio 2008)

Dott. Roberto Cavaliere

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OGNI COPPIA PRESENTA UN ALTO RISCHIO DI TRADIMENTO

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NON E’ una buona notizia per le coppie, neonate o navigate: le probabilità di tradire il partner in una relazione, quantificate ora da uno studio canadese, sono impietosamente alte, dal 40 al 76 per cento. Un colpo per il buonumore e la fiducia o forse una presa di coscienza della realtà. Di certo, il numero ha stupito anche i ricercatori del dipartimento di psicologia dell’Università di Montreal che hanno condotto lo studio, il primo che cerchi di trovare una spiegazione scientifica per un comportamento che mette quotidianamente a rischio famiglie e unioni pluriennali. “E’ una cifra molto alta” ammette la dottoressa Geneviève Beaulieau-Pellettier. Ma quello che sfugge è la motivazione ‘autodistruttiva’ che spinge a mettere a rischio una relazione consolidata. In particolare gli scienziati hanno cercato di capire se l’infedeltà sia collegata a una fobia dell’impegno sviluppata fin dall’infanzia, sulla quale ha un’influenza fondamentale il comportamento dei genitori in casa, che si osserva da bambini. Secondo i ricercatori, il traditore per eccellenza ha il seguente identikit: non è a proprio agio in intimità, cerca relazioni sessuali al di fuori della coppia e non si fa troppi problemi a tradire la fiducia del compagno.
…. L’infedeltà potrebbe essere una precisa strategia emotiva adottata dalle persone che hanno difficoltà di attaccamento e impegno. Tradendo, si distanziano dal partner e mantengono il loro spazio e la loro libertà, spiegano gli scienziati. Non a caso la ragione più citata dai volontari per spiegare il loro comportamento è stata proprio la volontà di distanziarsi dal compagno per evitare di sentirsi impegnati. L’unica consolazione di fronte a questo quadro è la sostanziale equità fra i due sessi: lei tradisce quanto lui. Con buona pace dei luoghi comuni. (10 settembre 2008)
Articolo completo al seguente indirizzo:

Dott. Roberto Cavaliere

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NEL DNA SI DECIDE SE ESSERE SINGLE O IN COPPIA

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Basta frustrazioni amorose o eterni sospiri. E’ la genetica che conta nelle relazioni affettive. La scienza dice che è tutta colpa di un gene se non funzionano le storie d’amore. Sono giustificati quindi i single incalliti. Ovviamente ci sono molte ragioni che portano alla rottura di un rapporto di coppia, ma questa è la prima volta che uno studio valuta come un gene sia associato ai fallimenti sentimentali. Le “rotture” frequenti sono causate da una piccola variazione del Dna, o meglio l’alterazione del gene che produce la vasopressina (una molecola implicata nei meccanismi di formazione della memoria, ma anche nella pressione arteriosa).La ricerca è nata per capire meglio i problemi relazionali, ed è stata condotta dall’Istituto Karolinska di Stoccolma su 550 gemelli fidanzati o sposati. Le coppie sono risultate soddisfatte o insoddisfatte a seconda che il gene fosse regolare o anomalo. Così i ricercatori hanno scoperto che a ogni variazione del gene corrisponde un modo diverso di vivere il rapporto di coppia.Hasse Walum, uno dei ricercatori, si cautela sottolineando come gli effetti di questa differenza genetica sono relativamente modesti e soprattutto non possono fare previsioni realistiche sulla propria vita amorosa. Il gruppo di studi spera che queste scoperte genetiche diano risultati utili per la vita affettiva ma anche risolvano gravi problemi relazionali come l’autismo.
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PER L’UOMO IL SESSO E’ UN CHIODO FISSO

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Si sa, per l’uomo il sesso è un chiodo fisso. Fino a questo momento si pensava che la ricorrente attenzione maschile per la sfera sessuale dipendesse soprattutto dagli ormoni: ora invece la scienza ha scoperto che la colpa di questo “tarlo” dipende soprattutto dalla conformazione del suo cervello. Insomma, c’è del vero nello stereotipo che vuole il maschio tutto donne e motori, anche se con qualche precisazione, anche a sorpresa. Eppure, pur essendo un elemento assiduo e assillante, la passione maschile è del tutto cieca: davanti a una donna, i livelli di testosterone si “impennano” indipendentemente dalla bellezza o meno della fanciulla in questione. Gli esperti sono giunti a queste conclusioni grazie a due diversi studi: il primo, dedicato alla conformazione del cervello maschile, è stato pubblicato sulla rivista scientifica “New Scientist” ed è stato realizzato dagli esperti della Harvard Medical School e dell’università della California. Il secondo, invece è opera di un team olandese, per la precisione degli esperti dall’università di Groningen, ed è stato effettuato su un gruppo di giovani studenti. Secondo gli esperti americani, i cervelli dell’uomo e della donna sono diversi, sia nella conformazione che nel processo di elaborazione delle emozioni e hanno delle caratteristiche ben precise. Nell’uomo, in particolare, la parte di materia grigia che si occupa di dar vita a sensazioni erotiche e a pensieri osé è più grande e più sviluppata rispetto al corrispettivo femminile; questo è il motivo per cui i pensieri e gli stimoli sessuali sono più assidui e frequenti per lui che non per lei. Il cervello “in rosa”, invece è maggiormente dedito al processo decisionale e alle emozioni.

E questo “gap” di genere, non si ferma qui: fra maschi e femmine è diversa persino la percezione delle sensazioni legate all’assunzione di droghe. Gli esperti della Harvard Medical School e dell’università della California se ne sono accorti mettendo a confronto 45 regioni cerebrali di donne e di uomini. Le differenze emerse sono di tipo anatomico, al contrario di quanto si pensava in passato, con una diversa architettura cerebrale per lui e per lei.

Lo studio olandese, pubblicato sulla rivista “Hormones and Behaviour”, dimostra invece che basta la presenza di una donna, indipendentemente dalla sua bellezza, ad accendere la passione maschile, misurata attraverso i picchi di testosterone. Come riferisce il britannico “Sunday Telegraph”, hanno partecipato allo studio 63 ragazzi tra 21 e 25 anni. Ciascun giovane, senza essere al corrente degli studi che si stavano compiendo, è stato accompagnato in una stanza con la scusa di risolvere un sudoku. Qui si trovava già una donna del tutto estranea, impegnata a risolvere un rompicapo simile. Dopo cinque minuti, gli esperti hanno constatato un aumento medio dell’8% del livello degli ormoni maschili, misurata tramite campioni di saliva. In seguito, ai ragazzi è stato chiesto un parere sull’aspetto fisico della ragazza e dalle risposte è emerso con chiarezza che la loro opinione a riguardo non ha influenzato l’aumento del testosterone. Dallo stesso esperimento è risultato che agli uomini catalogati come più aggressivi o “dominanti” i livelli di testosterone erano cresciuti ancora di più, mentre erano restati invariati quando il giovane veniva lasciato solo in una stanza con un altro uomo.
Secondo i ricercatori si tratta di una reazione automatica e inconscia che il fisico maschile mette in atto per predisporre l’uomo all’opportunità di un possibile accoppiamento. La crescita ormonale diventa visibile anche in virtù di alcuni cambi di atteggiamento che l’uomo mostra in presenza di una donna: raddrizza le spalle, guarda la donna direttamente negli occhi e gesticola molto con la mani. Spiega Leander van der Meij, che ha guidato il team di scienziati nella ricerca: “Una volta cresciuti i livelli, gli uomini possono apparire più dominanti. Per questo sono più propensi a ‘esagerare’ nei loro racconti per impressionare la donna. Tutti sanno che le donne sono attratte da questo, dal tipo dominante”.
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