E’ PREMONITORE SOGNARE IL MARITO CHE TRADISCE

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Sognare il proprio partner nell’atto di un tradimento potrebbe indicare una crisi della relazione. Questo secondo un nuovo studio che ha valutato il valore predittivo dei sogni. I ricercatori dell’università di Maryland hanno chiesto a 61 partecipanti, di età compresa tra i 17 e i 42 anni, che frequentavano qualcuno da almeno sei mesi, di aggiornare un diario sui sogni e sulla relazione, in un periodo di due settimane.

I risultati hanno dimostrato che le immagini oniriche di gelosia e di discussioni provocavano conflitti tra la coppia il giorno dopo, mentre i sogni di infedeltà comportavano una riduzione del sentimento d’amore e riservatezza.
Commentando i risultati, il ricercatore Dylan Selterman ha dichiarato su Huffington Post: “molta gente non presta attenzione ai sogni e non sa quanto questi possano influire sul loro stato d’animo. Ora abbiamo le prove di questa associazione”. Durante la ricerca, i sogni sessuali volontari, invece, portavano benefici alla coppia, rendendola più intima.
Il dottor Selterman ha spiegato: “sappiamo che c’è una forte correlazione tra la soddisfazione sessuale e la soddisfazione del rapporto. Il sesso può essere bello o brutto in un sogno, nella stessa maniera di come può esserlo nella vita reale”. Selterman crede che queste correlazioni sono il risultato di un effetto psicologico, noto come “innesco” – l’idea che l’esposizione a stimoli esterni (luoghi, suoni e odori) riporta alcuni pensieri nella mente della gente.
Il dottore afferma: “i sogni hanno un valore predittivo. L’attività della persona cambia a seconda del sogno, che ha fatto la notte prima”.
La ricerca è stata pubblicata, all’inizio di questo mese, sulla rivista “Social Psychological and Personality Science”; ciò che ha indotto il dottor Selterman alla ricerca è stata una sua esperienza personale, con una ragazza del college, che si arrabbiò per il modo in cui si era comportato nel sogno.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

LA PERCENTUALE DI TRADIMENTI DIMINUISCE COLLA DURATA DEL MATRIMONIO ?

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Pronunciando il fatidico sì davanti all’altare, si giura al proprio partner fedeltà eterna. Purtroppo però, come avviene per tanti altri tipi di promesse, non sempre e non tutti riescono a mantenerle. A questo proposito Gleeden.com, sito di incontri extraconiugali, ha condotto un sondaggio tra i suoi utenti che svela la tempistica dei tradimenti, ovvero quanto tempo dopo le nozze avvengono più o meno frequentemente, differenziando le infedeltà maschili da quelle femminili.

Ad essere intervistati sulle proprie relazioni extraconiugali sono stati 1565 italiani, uomini e donne, sposati e di età compresa tra i 24 e i 64 anni. Ma vediamo cosa è emerso…

Il primo anno di matrimonio il tasso di infedeltà è del 27% per gli uomini e del 21% delle donne. C’è però da considerare che tra coloro che tradiscono già al primo anno c’è un 35% che era stato infedele almeno una volta anche negli anni del fidanzamento.

Nel 2° e 3° anno di matrimonio il divario tra l’infedeltà maschile e quella femminile aumenta: il 36% degli uomini contro l’11% delle donne. Generalmente questo è il periodo in cui nasce il primo figlio, nuova situazione vissuta in maniera spesso diametralmente opposta dai due partner: le donne prese del nuovo arrivato trascurano un po’ il marito che così è costretto a rifugiarsi nelle braccia di qualcun’altra (o almeno questo è il luogo comune e la classica scusa utilizzata per giustificarsi!).

Tra il 3° e il 9° anno di matrimonio il tasso di infedeltà cresce esponenzialmente e non si registrano più grandi differenze tra uomini e donne. Il 58% degli intervistati uomini ha confessato uno o più tradimenti, per le donne invece la percentuale è del 46%.

Dal 9° al 25° anno, l’infedeltà si fa “seriale”, il tradimento è ormai una routine per il 49% degli intervistati uomini e per il 36% delle donne.

 

Fortunatamente dopo il 25° anno di matrimonio (ma chi ci arriva?) non si tradisce più, il tasso di infedeltà è solo del 13%: ovviamente il fatto è probabilmente da imputare ad un fattore di età.

fonte http://wellme.it/psicologia/vita-di-coppia/6320-tradimenti-infedelta-coniugale

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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NON ESISTE SOLO IL COLPO DI FULMINE

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Un esperimento condotto da un gruppo di scienziati americani dell’Hamilton College ha dimostrato che il colpo di fulmine non è affatto l’unico modo per trovare il partner della vita. La teoria degli studiosi è che dare tempo al tempo a volte paga, perché più ci si osserva e più ci si piace. E così, anche se magari non si viene colpiti da qualcuno al primo incontro, la stessa persona può iniziare a piacere al secondo sguardo. Al terzo sembrerà ancora più appetibile e al quarto si arriverà al top dell’entusiasmo. Il test – riferisce il ‘Daily Mail’ – è stato condotto su 22 giovani senza legami, maschi e femmine. I ricercatori hanno mostrato loro una serie di fotografie che ritraevano dei volti, ai quali i partecipanti dovevano assegnare un punteggio. Durante l’osservazione, inoltre, l’attività cerebrale dei volontari veniva registrata. Si è visto così che i punteggi attribuiti aumentavano con visioni successive dello stesso volto, mostrato in ordine diverso. E in corrispondenza dell’apprezzamento, il macchinario di monitoraggio disegnava un picco per due tipi di onde cerebrali.

LA FINE DI UN AMORE AI TEMPI DI FACEBOOK

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Come è difficile liberarsi di una storia ai tempi di Facebook. Non solo dal punto di vista tecnico ma soprattutto a livello psicologico, tutto è complicato dal famoso social network. E’ quanto dimostra una ricerca dell’University of California di Santa Cruz coordinata da Steve Whittaker e Corina Sas che hanno analizzato un piccolo ma significativo campione di persone tra i 19 e i 34 anni, attive su Facebook.

Una volta si cancellava il numero, si provava a frequentare posti e persone diverse e il tempo faceva tutto il resto. La fine di una storia, per quanto dolorosa e difficile, rimaneva una questione piuttosto privata. Con Facebook, è diverso. Durante la relazione si postano foto, video, commenti in bacheca che vengono letti e condivi da altri amici. E’ come se un grande diario della nostra vita si componesse nel mondo digitale.

A quel profilo, così com’è, noi leghiamo la nostra identità, e, secondo la ricerca, qualcosa di più: la nostra identità condivisa. Così, finita una storia, le tracce del nostro ex dovrebbero, a questo punto, sparire. E quindi tocca premere il famoso delete e togliere tutto. Ma si ha davvero il coraggio di farlo? No, tanti infatti non lo fanno, proprio perché questa memoria condivisa è troppo importante per lasciare spazio a un profilo scarno, non ‘riempito’ dall’amore. Così, anche se abbiamo deciso noi di troncare la storia, viene difficile cambiare anche la situazione sentimentale da impegnato/a a single.

Inoltre, chi cancella poi si pente. Infatti la ricerca dimostra che chi ha bloccato l’accesso ai contenuti del suo profilo Facebook all’ex e vicerversa, ci è rimasto molto male e dopo un po’ ha modificato queste impostazioni. Sì perché, anche se la storia è finita e si pensa di non avere più nulla da dire all’ex, in realtà, la curiosità morbosa, c’è sempre. Spiare quello che fa l’ex, guardare le foto che posta, capire con chi dialoga e dove và.

 

Gli autori della ricerca sono molto critici nei confronti dei cuori infranti. Secondo loro, mantenere questo livello voyeuristico non fa bene né a loro né agli ex. Piuttosto si dovrebbe, magari gradualmente, allontanarsi anche digitalmente dall’ex e poi definitivamente. E’ importante insomma segnare la parola fine anche da utente di Facebook, anche davanti a tutti gli amici. Un modo vero per terminare la storia, in un mondo come quello di Facebook che, a volte, di vero sembra abbia davvero poco.

fonte http://www.wellme.it/psicologia/vita-di-coppia/6398-facebook-ex-fidanzati

 

Dott. Roberto Cavaliere

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