IL TRADIMENTO SECONDO HILMAN

Condividi

C’è  una  storiella,  molto diffusa, che  dice  pressappoco cosi:

«  Un  padre  insegnava  al  figlioletto  ad  essere  meno pauroso, ad avere più coraggio, facendolo saltare giù da una scala. Mise il bimbo sul secondo  gradino e disse: « Salta che ti prendo. » e il bimbo saltò. Poi lo mise sul terzo gradino dicendogli ancora: « Salta che ti prendo. » Sebbene il bimbo fosse impaurilo, si fidò di suo padre, fece ciò che gli era stato detto e saltò nelle sue braccia. Poi il padre lo mise sul quarto  gradino, sul quinto, sul sesto, dicendo ogni volta: « Salta che ti prendo. » ed ogni volta il bimbo saltò e fu preso da suo padre. E così continuarono  finché il bimbo saltò da un gradino molto alto, ma questa volta il padre si tirò indietro e il bimbo cadde a faccia in giù. Mentre si rialzava, sanguinante e piangente, il padre gli disse: « Questo ti insegni a non fidarti mai di nessuno anche se è tuo padre. »

Questo storia io credo che ci possa dire molto sul tema del tradimento. Ad esempio: perché si  deve insegnare ad un ragazzo a non fidarsi?  e a non fidarsi di suo  padre?

  • Che senso ha essere traditi dal  proprio padre o da  qualcuno che  si ama?
  • Che senso ha per  un padre, per un uomo, tradire qualcuno  che  ha  fiducia  in  lui?
  • Qual  è  il  fine  del  tradimento nella vita psicologica? Queste sono le domande che ci poniamo.

Non è possibile avere fiducia senza la possibilità del tradimento. E’ la moglie che tradisce il marito,il marito che inganna la moglie; sono i compagni e gli amici che deludono; è l’amante che usal’amico per raggiungere il potere; è l’analista che scopre i segreti del paziente; è infine ilpadre che lascia cadere il figlio. La promessa fatta non è mantenuta, la parola data viene mancata,la fiducia diviene inganno. Il tradimento ci viene proprio da quei rapporti dove la fiducia  primaria  è  possibile.  Noi  possiamo  essere veramente traditi solo quando ci fidiamo veramente — da fratelli, amanti, mogli, mariti, e non da  nemici o da estranei. Più grandi sono l’amore, la lealtà, l’impegno, l’abbandono, e maggiore è il  tradimento. La fiducia ha in sé il germe del tradimento.

Quando in una unione esiste la fiducia, il rischio del tradimento diviene una possibilità reale con cui vivere continuamente e quindi è parte della fiducia, proprio come il dubbio è parte della fede vivente.

Vivere o amare solo quando ci si può fidare, quando si è  sicuri ed accolti, quando non si può essere abbandonati o feriti, quando ciò che è stato espresso in parole è impegnativo in eterno, significa essere fuori dalle vie del male e quindi fuori della vita reale. E non importa quale sia il calice della fiducia, se la analisi, il matrimonio, la chiesa, la legge, o un qualsiasi rapporto umano… vorrei addirittura dire il rapporto col divino.

Se ci viene data assicurazione che ne usciremo intatti, o addirittura arricchiti, che cosa abbiamo dato? Se saltiamo dove ci sono sempre braccia per  riceverci, il nostro non è un vero salto. Il rischio dell’ascesa non esiste più — a parte l’emozione del volo nell’aria, non vi è alcuna differenza fra il secondo gradino, il settimo, il decimo, o addirittura diecimila metri più su. E’ la fiducia primaria che permette al puer di volare cosi in alto. Padre e figlio sono una cosa sola, e le virtù maschili di abilità, rischio calcolato, coraggio, non hanno importanza: Dio o papa lo afferreranno in fondo alla scala. Soprattutto  è necessario non sapere in anticipo le cose. Non si deve sapere prima che questa volta nessuno ci prenderà in fondo alla discesa. Essere avvertiti significa essere premuniti e allora o non si salta  più, oppure si salta a metà… ma poi succede che una volta, nonostante una promessa, la vita interviene, accade l’incidente e si cade a faccia in giù. La promessa mancata è una intrusione che  la vita fa nella sicurezza del Logos, nella quale ci si può affidare all’ordine di tutte le cose e  il passato garantisce per il futuro. Ma è anche l’irruzione in un altro livello della coscienza, come vedremo più avanti.

Ma prima torniamo ancora alla nostra storia ed alle nostre domande.  Il  padre  ha   risvegliato  la  coscienza,  ha cacciato il ragazzo fuori dal giardino dell’Eden, brutalmente, con dolore, ha iniziato suo figlio. Questa iniziazione ad una nuova coscienza del reale passa attraverso il tradimento, attraverso il venir meno del padre e il suo mancare alla parola data; è  però un tradimento con una morale. Infatti la nostra è una storia morale, come  tutte  le  buone   storie  ebree.  Non  è  una  favola esistenzialista che  descrive  un acte  gratuite,  ne  una leggenda Zen tesa ad una illuminazione liberatrice, ma piuttosto una omelìa, una lezione, un istruttivo brano di vita reale.

Il padre dimostra di persona che anche nel rapporto più fiducioso  esiste la possibilità del tradimento. Egli svela la propria ingannevolezza, si presenta al figlio  nella sua nuda umanità, rivelandogli questa verità dell’essere  padre e  uomo: io,  padre, uomo, sono infido.  L’ uomo è infido. La parola non è affatto più forte della vita. …

L’iniziazione del ragazzo alla vita è l’iniziazione alla tragedia dell’adulto. Per certuni il tradimento è altrettanto schiacciante che la gelosia o il fallimento…

Il momento critico del « grande abbandono » quando veniamo crocifissi dalla nostra stessa fiducia, è un momento molto pericoloso di quello che la Wickes chiamerebbe « la scelta ». Le cose potrebbero andare in due modi per il bambino che si rialza dal pavimento, la sua resurrezione è in bilico. Potrebbe essere incapace di perdonare e rimanere fissato nel trauma, pieno di risentimento, vendicativo, cieco ad ogni comprensione di ciò che spero di riuscire ad abbozzare nel restante di questa nota.

Ma prima di occuparmi della possibile soluzione positiva del tradimento, vorrei attardarmi un poco sulla scelta negativa e sui pericoli che il tradimento porta alla luce. La prima di queste scelte sbagliate, anche se naturali, è il meccanismo di difesa della negazione.

Se in un rapporto veniamo abbandonati, siamo tentati di negare il valore dell’altra persona, di vedere, improvvisamente, tutte le sue ombre, una panoplia di demoni perversi che naturalmente nella situazione di fiducia primaria non esistevano. Questi lati negativi, rivelatisi tutto d’un tratto, sono una compensazione, una enantiodromia di idealizzazioni precedenti e la rozzezza di queste rivelazioni indica la grossolana incoscienza in cui prima si trovava l’Anima. Cosi dobbiamo ammettere che quando il rammarico per un tradimento è molto forte, in precedenza esisteva una situazione di fiducia primaria, di innocenza infantile inconscia nella quale l’ambivalenza era repressa…

Ma il mutamento improvviso da uno stato incosciente alla coscienza grezza è proprio di qualsiasi momento della verità ed anche piuttosto evidente — perciò non è questo il pericolo principale. Più  pericoloso  è  il cinismo.  Una  delusione  subita  in amore, in un credo politico, in un gruppo, da un amico, un superiore o un analista, porta spesso ad un mutamento nella persona tradita, la quale non solo nega il valore della relazione e della persona in causa, ma l’amore  in  genere  diviene  per  essa inganno,  la convinzione politica è per gli imbecilli, i gruppi sono trappole, le gerarchie sono il Male e l’analisi è prostituzione, lavaggio del cervello e impostura… « Fatti furbo e tieni gli occhi aperti. Colpisci l’altro prima che sia lui a colpire tè. Bisogna far da soli. Tutto bene, Jack… » Questa è la scorza per nascondere le cicatrici della fiducia tradita.  Con  i  frantumi  dell’idealismo  si  rabbercia  una solida filosofia di cinismo.

E’ tutt’altro che impossibile incontrare questa forma di cinismo specialmente nei più giovani, poiché non si è considerato con sufficiente attenzione il significato del tradimento e particolarmente il processo di trasformazione del puer eternus. La persona tradita giura di non salire più cosi in alto sulla scala. Rimane affondata nel mondo del cane, Kynis, cinico. Questo atteggiamento impedisce lo sviluppo verso il significato positivo del tradimento e forma così un circolo vizioso — e il cane rincorre la propria coda. Il cinismo, quel ghigno contro la propria stella, è il vero tradimento dei propri ideali, il tradimento delle proprie ambizioni più alte contenute nell’archetipo del puer. Quando questo si infrange, ogni cosa che ha a che fare con esso viene respinta e si giunge al terzo e, credo, principalmente pericolo: il tradimento di sé stessi.

Il tradimento di sé è forse ciò che ci preoccupa maggiormente. Uno dei modi con cui ci si arriva è proprio la conseguenza dell’essere stati traditi: nella situazione di fiducia,   nell’abbraccio  amoroso,   con   un   amico,   un parente, l’analista, mettiamo allo scoperto qualcosa di noi che avevamo tenuto nascosto:« Non l’avevo mai detto a nessuno prima… » Può essere una confessione, una poesia, una lettera di amore, una invenzione o un progetto fantasioso, un segreto, un sogno o una paura infantile, che contiene quel che in noi c’è di più profondo. Con il tradimento queste  perle  seminali,  delicate  ed  estremamente sensibili, divengono solo sabbia, granelli di polvere. La lettera d’amore diviene roba scioccamente sentimentale, la poesia, la paura, il sogno, l’ambizione, vengono ridotti a qualcosa di ridicolo, rozzamente derisi, definiti volgarmente « merde », robetta da niente. Il processo alchemico è rovesciato: l’oro è ridotto di nuovo a feci e le perle sono gettate ai porci. I porci non sono gli altri, dai quali dobbiamo tenere nascosti i nostri valori segreti, ma sono invece le rozze spiegazioni materialistiche, la ottusa riduzione di ogni cosa all’istinto sessuale e al desiderio del latte materno, che spiegano tutto indiscriminatamente. E la nostra insistenza porcina nel dire che la cosa più bella era in realtà la peggiore non è altro che il sudiciume in cui gettiamo via i nostri valor più preziosi.

E’ una strana esperienza trovarsi a tradire se stessi, rivolgersi contro le proprie esperienze dando loro i valori negativi dell’ombra ed agendo contro le proprie intenzioni ed il proprio sistema di valori. Nella rottura di un’amicizia, di una relazione, di un matrimonio, di un rapporto amoroso o di una analisi, tutta la bruttezza e la sporcizia si fanno improvvisamente avanti e si agisce nella stessa maniera cieca e sordida che si attribuisce all’altro; si giustificano le proprie azioni con un sistema di valori che ci è estraneo. In questo momento si è veramente traditi, dati in mano ad un nemico interno. E allora i porci si volgono contro di noi e ci sbranano.

Questa alienazione da noi stessi dopo il tradimento è estremamente protettiva. Non vogliamo essere più colpiti e poiché la ferita venne proprio dall’aver rivelato come siamo fatti, cominciamo con l’evitare accuratamente di ricascarci. Cosi fuggiamo e tradiamo noi stessi non vivendo la nostra condizione esistenziale (una divorziata di mezza età senza nessuno da amare) o il nostro sesso (« ne ho abbastanza degli uomini e sarò spietata come loro ») o il nostro tipo (« II mio sentimento, o intuizione, o qualsiasi altra cosa, era completamente sbagliato ») o la nostra vocazione (« La psicoterapia è uno sporco affare »). Infatti siamo stati traditi proprio nella fiducia che avevamo posta in questi fatti fondamentali della nostra natura. Cosi rifiutiamo di essere ciò che siamo, cominciamo ad ingannarci con scuse e pretesti e il tradimento di sé diviene niente altro che sofferenza non autentica. Non si vive più la propria forma di sofferenza, ma si tradisce se stessi per mancanza di coraggio  di  essere.

Oltre alla negazione, al cinismo e all’auto- tradimento c’è però un’altra possibile soluzione negativa, un altro pericolo, che chiameremo paranoide.

Anche questo è un modo di proteggere se stessi da un nuovo tradimento, creare cioè un rapporto perfetto. Rapporti di questo genere richiedono il giuramento di lealtà  e  non  tollerano incertezze nella  loro  stabilità. Il motto è: « Non mi devi abbandonare mai ». L’inganno deve essere respinto con affermazioni di fiducia, dichiarazioni di fedeltà eterna, prove di devozione, giuramento di segretezza. Non devono rimanere fessure; il tradimento deve essere escluso. Ma se il tradimento coesiste con la fiducia, come seme contrario in essa sepolto, l’esigenza paranoide di un rapporto senza possibilità di tradimento non può basarsi sulla fiducia, ma è piuttosto una convenzione intesa a escludere il rischio. Come tale appartiene più al potere che all’amore. E’ un ripiegamento verso un rapporto-logos rafforzato dalla parola, ma non sostenuto dall’amore.

 

… La distorsione paranoide delle relazioni umane è veramente grave. Quando un analista (o marito, amante, discepolo, amico) tenta di soddisfare le esigenze di un rapporto paranoide dando assicurazioni di lealtà ed escludendo di forza lo inganno, si allontana sicuramente dall’amore. Infatti, come abbiamo già visto e vedremo ancora, l’amore e l’inganno provengono dallo stesso lato sinistro.

ESTRATTO DAL LIBRO ‘IL TRADIMENTO’ DI JAMES HILMAN

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

36 DOMANDE CHE FANNO INNAMORARE

Condividi

Nel 1997 lo psicologo Arthur Aron e i suoi colleghi publicarono un saggio sul Personality and Social Psychology Bulletin che si intitolava “Experimental Generation of Interpersonal Closeness” (Creazione sperimentale di intimità interpersonale). Volevano scoprire se fosse possibile creare un contesto artificiale, “da laboratorio”, in cui due sconosciuti potessero legare tra loro e costruire un’amicizia profonda, o addirittura un rapporto romantico, in meno di un’ora.
Organizzarono una serie di esperimenti con alcune coppie di persone che non si conoscevano. Funzionava così: i due volontari entravano in una stanza vuota, e si sedevano uno di fronte all’altro e cominciavano a rispondere a una lista di 36 domande, fornita da Aron. Arrivati in fondo alla lista, i volontari dovevano guardarsi negli occhi per quattro minuti.
La durata dell’incontro non doveva superare i 45 minuti. Le domande sono queste:

Parte I

1. Chi vorresti avere come ospite a cena, se potessi scegliere tra tutte le persone al mondo?
2. Ti piacerebbe essere famoso? Per che cosa?
3. Ti capita mai di provare quello che devi dire PRIMA di fare una telefonata? Perché?
4. Com’è un giorno “perfetto”, secondo te?
5. Quand’è l’ultima volta che hai cantato tra te e te? E davanti a qualcun altro?
6. Se tu avessi la possibilità di vivere fino a 90 anni mantenendo la mente o il corpo di un trentenne per gli ultimi 60 anni della tua vita, quale sceglieresti tra i due?
7. Hai un presentimento segreto sul modo in cui morirai?
8. Elenca tre cose che tu e il tuo partner sembra abbiate in comune.
9. Per quali cose della tua vita ti senti più fortunato/grato?
10. Se tu potessi cambiare qualcosa del modo in cui sei stato cresciuto, quale sarebbe?
11. Prenditi quattro minuti e racconta al tuo partner la storia della tua vita il più possibile in dettaglio.
12. Se potessi svegliarti domani avendo acquisito una qualità o un’abilità, quale sarebbe?

Parte II

13. Se potessi vedere in una sfera di cristallo la verità su te stesso, la tua vita, il futuro o qualsiasi altra cosa, che cosa vorresti sapere?
14. C’è qualcosa che sogni di fare da tanto tempo? Perché non l’hai fatto?
15. Qual è il traguardo più importante che hai raggiunto nella tua vita, o il tuo più grande risultato?
16. Quali sono le cose che per te contano di più in un rapporto di amicizia?
17. Qual è il tuo ricordo più caro?
18. Qual è il tuo ricordo peggiore?
19. Se tu sapessi che entro un anno improvvisamente morirai, cambieresti qualcosa del modo in cui stai vivendo? Perché?
20. Che cosa significa l’amicizia per te?
21. Che ruolo hanno nella tua vita l’amore e l’affetto?
22. Elencate alternandovi cinque caratteristiche positive dell’altro.
23. Hai un rapporto stretto con la tua famiglia? Pensi che la tua infanzia sia stata più felice della media?
24. Che rapporto hai con tua madre?

Parte III

25. Ognuno dica tre frasi con il “noi”. Per esempio: “Siamo entrambi in questa stanza e ci sentiamo…”
26. Completa questa frase: “Vorrei avere qualcuno con cui poter condividere…”
27. Spiega al tuo partner le cose di te che sarebbe importante che sapesse, se diventaste molto amici
28. Di’ al tuo partner che cosa ti piace di lui/lei; sii molto onesto/a, e di’ anche cose che in genere non diresti a una persona che hai appena conosciuto
29. Racconta un episodio imbarazzante della tua vita.
30. Quando è stata l’ultima volta che hai pianto di fronte a un’altra persona? E da solo/a?
31. Di’ al tuo partner qualcosa che già ti piace di lui/lei.
32. Qual è – se esiste – l’argomento su cui non si può scherzare, per te?
33. Se tu stasera morissi senza poter più comunicare con nessuno, qual è la cosa che rimpiangeresti di non aver detto a qualcuno? Perché non gliel’hai ancora detta?
34. La tua casa prende fuoco, con dentro tutto quello che possiedi. Dopo aver salvato le persone che ami e gli animali, hai il tempo per fare un’ultima corsa dentro e portare via un solo oggetto. Quale sarebbe? perché?
35. Qual è il membro della tua famiglia la cui morte ti colpirebbe di più? Perché?
36. Parla di un tuo problema personale e chiedi al partner un consiglio su come lui o lei affronterebbe questo problema. Chiedigli anche di descriverti come gli sembra che tu ti senta rispetto al problema di cui hai scelto di parlare.

Grazie alla lista di domande due dei volontari si sono sposati sei mesi dopo l’esperimento, e tutti gli altri partecipanti, anche se non si sono propriamente innamorati, ammettono di essersi sentiti molto vicini alla persona con cui avevano condiviso il colloquio.
Dell’esperimento di Aron  ne ha parlato la scrittrice e accademica Mandy Len Catron.
Catron racconta di aver fatto l’esperimento in prima persona, piegando un po’ le condizioni di laboratorio alle sue esigenze: un bar invece di una stanza vuota, un collega invece di un perfetto sconosciuto. A pochi giorni di distanza ci ha provato anche un giornalista del Guardian.
Catron racconta la sua serata nel dettaglio e poi ammette che sì, per lei e il collega l’esperimento ha funzionato, e sottolinea che ancor più delle domande, il momento che li ha davvero avvicinati è stato quello in cui si sono guardati negli occhi in silenzio. Il giornalista del Guardian invece racconta che tra lui e la sua collega non è nato lo stesso tipo di rapporto (non si sono innamorati, insomma), ma dice che c’è stato un momento molto intenso in cui ha “visto” solo la donna che lo aveva accompagnato, e ha quasi pensato che fosse possibile: conferma che si è creata una forma di intimità tra loro, che era il vero obiettivo dell’esperimento.

Anche chi non si occupa di psicologia può intuire quali sono gli elementi combinati che rendono l’esperimento efficace. Il primo elemento è la struttura in tre parti delle domande: la prima parte sostituisce il chiacchiericcio formale e di circostanza che inaugura le conversazioni, ma ne accelera l’andamento. La seconda parte forza la conversazione verso temi molto personali, la terza parte approfondisce la seconda e ti obbliga a parlare dell’altra persona, e quindi a osservarla meglio per poter parlare di lei o di lui.
Il secondo elemento è lo spazio circoscritto e l’assenza di distrazioni (concreti nel caso dell’esperimento in laboratorio, metaforici e decisi “a tavolino” nel caso di Catron e del giornalista del Guardian) che obbligano le due persone a concentrarsi l’uno sull’altro: alle feste di adolescenti la stessa intuizione empirica sugli spazi porta gruppi di amici a chiudere in una stanza, un po’ per scherzo un po’ no, i due che “sarebbero carini insieme”. Ed è per lo stesso motivo che molte coppie nascono sui terrazzini minuscoli delle case dei non fumatori.
Il terzo elemento, su cui Catron insiste molto, è che non siamo abituati a farci i complimenti, e il momento in cui uno sconosciuto individua rapidamente in noi alcuni tratti positivi e ce li descrive è inaspettatamente piacevole.                Il quarto elemento è che parlare di cose dolorose e intime con uno sconosciuto è spesso molto più facile e liberatorio che farlo con una persona che si conosce (e ci porta a legarci alla persona nuova): è per questo che a volte ci si trova a raccontare qualcosa di molto profondo a una persona nuova e non si torna più sull’argomento se con la stessa persona si entra più in confidenza. L’ultimo elemento è che entrambe le persone hanno deciso consapevolmente di partecipare all’esperimento, e quindi sono alleate dall’inizio.

Come dice Catron, molto dell’efficacia dell’esperimento dipende dalla condizione emotiva dei volontari, che è una condizione preesistente: lei era nella disposizione giusta. L’intimità che si costruisce nasce, sì, da un contesto creato artificialmente, ma è reale.
Non può funzionare per tutti, ma può essere utile per quelle volte che si esce con qualcuno e ci si trova in imbarazzo e privi di argomenti.

TEST SULLE CARATTERISTICHE D’ATTACCAMENTO AL PARTNER

Condividi

Segni quale delle seguenti affermazioni la caratterizza nelle sue caratteristiche d’attaccamento col partner. Lo stesso test può essere effettuato retroattivamente, vale a dire per valutare le stesse caratteristiche coi partner del suo passato affettivo e sentimentale.

  • Mi piace trascorrere il mio tempo col partner
  • Mi piace essere in vicinanza col mio partner
  • Quando sono inquieto o ho un problema chiedo sostegno al mio partner
  • Quando non mi sento bene fisicamente o psicologicamente chiedo sostegno al mio partner
  • Non sopporto che il mio partner mi stia lontano
  • Quando il mio partner è lontano avverto molto la sua mancanza
  • Avverto di poter contare  sul mio partner.
  • So che il mio partner farebbe tutto il possibile per me.

 

Per valutare il test si rifaremo alle caratteristiche emozionali della relazione individuati dai psicologi che studiano la teoria dell’attaccamento.

Le prime due affermazioni  sono inerenti alla caratteristica del contatto . Si desidera, appunto, il contatto inteso come vicinanza col proprio partner e non con un altro.

Le seconde due affermazioni sono inerenti la caratteristica rifugio sicuro . Viene cercato il partner quando si ha un problema, si soffre psicologicamente e fisicamente. Lo stesso partner viene considerato rassicurante in tal senso.

Le successive affermazioni sono inerenti la caratteristica ansia da separazione . Questa dimensione è legata all’ansia provata nel momento che il proprio partner è lontano o quando lui non c’è.

Le ultime due affermazioni sono inerenti la caratteristica base sicura . E’ il senso di sicurezza che veicola il partner. E’ la sensazione che possiamo avventurarci nel mondo anche perché abbiamo una persona sui cui sappiamo di poter contare.

Il partner perfetto non è quello che corrisponde a tutte le affermazioni. Potrebbe tranquillamente corrispondere ad alcune di esse. Dipende dalla nostra età, dallo status sociale, dalle situazioni contingenti. Il test è solo uno spunto di riflessione sulle caratteristiche d’attaccamento che ci caratterizzano o ci hanno caratterizzato nella relazione col partner.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

TEST SULLE COMPONENTI DELL’AMORE

Condividi

Le affermazioni riportate in questo test sono inerenti le componenti dell’amore così come sono state individuate da Stenberg (vedi link dell’articolo). Il test è un libero riadattamento del QDA Questionario dell’Attaccamento apparso su Polarità 1987 vol.1 n.3

Leggi attentamente ogni domanda e usando la scala che segue, per ogni item esprimi quanto la frase è vera per te oggi con la tua esperienza di vita.

I quattro livelli della scala usata hanno i seguenti significati:

  • F = Totalmente o molto falso per me
  • f = falso per me
  • v = vero per me
  • V= Totalemente molto vero per me

Rispondi a tutti i quesiti e quando sei in dubbio dà la risposta che più probabilmente riflette il tuo atteggiamento.

 

COMPONENTE DELL’IMPEGNO

  • L ‘amore genuino richiede un periodo iniziale di amicizia.
  • F___f___v___V
  • Prima di coinvolgermi definitivamente con una persona è importante per me sapere cosa vuole fare nella sua vita.
  • F___f___v___V
  • L ‘amore migliore emerge da una lunga amicizia.
  • F___f___v___V
  • Cerco di fare attentamente un piano di vita prima di scegliere la persona che voglio amare.
  • F___f___v___V
  • Preferisco soffrire io che permettere che soffra la persona che amo.
  • F___f___v___V
  • L ‘amicizia si trasforma in amore gradualmente nel tempo.
  • F___f___v___V
  • Prima di scegliere di amare una persona, una considerazione importante è sapere che riflesso avrà sulla mia famiglia.
  • F___f___v___V
  • Provvedo prima alla felicità della persona che amo e poi alla mia.
  • F___f___v___V
  • I miei migliori rapporti di amore si sono sviluppati a partire da una salda amicizia.
  • F___f___v___V
  • Nello scegliere la persona che amo è importante conoscere se è o sarà un buon genitore.
  • F___f___v___V
  • Una considerazione importante nello scegliere la persona che amo è quale riflesso avrà sulla mia carriera.
  • F___f___v___V
  • Prima di coinvolgermi profondamente con qualcuno, cerco di verificare se i suoi antecedenti ereditari sono compatibili con i miei.
  • F___f___v___V

 

COMPONENTE DELL’INTIMITA

  • La nostra esperienza di amore è molto intensa e soddisfacente.
  • F___f___v___V___
  • Sento che io e la persona che amo siamo proprio fatti l’una per l’altra.
  • F___f___v___V
  • Io e la persona che amo ci capiamo davvero.
  • F___f___v___V
  • La persona che amo possiede proprio le qualità fisiche che desidero trovare in lei.
  • F___f___v___V
  • Non sono in grado di passare da una relazione amorosa all’altra facilmente ed in fretta.
  • F___f___v___V
  • Non desidero “prendere in giro” le diverse persone che amo.
  • F___f___v___V
  • Trovo difficile decidere di non amare definitivamente una persona piuttosto che un’altra.
  • F___f___v___V
  • Non è piacevole cambiare di tanto in tanto la persona che si ama.
  • F___f___v___V
  • Cerco sempre di aiutare la persona amata nei momenti difficili.
  • F___f___v___V
  • Provvedo prima alla felicità della persona che amo e poi alla mia.
  • F___f___v___V
  • Dedico tempo ed energia alla persona che amo anche quando fa degli sbagli.
  • F___f___v___V
  • Farei qualsiasi sacrificio per il bene della persona che amo.
  • F___f___v___V

 

COMPONENTE DELLA PASSIONE

  • Qualche volta tengo sospesa la persona che amo in modo che non sa esattamente con chi sto.
  • F___f___v___V
  • L ‘amore genuino non richiede un periodo iniziale di amicizia.
  • F___f___v___V
  • Faccio alcune cose di cui la persona che amo si dispiacerebbe se le sapesse.
  • F___f___v___V
  • Qualche volta mi do da fare affinché due persone che amo non sappiano l’una dell’altra.
  • F___f___v___V
  • Sono in grado di passare da una relazione amorosa all’altra facilmente ed in fretta.
  • F___f___v___V
  • Mi piace giocare “il gioco dell’amore” con un certo numero di persone diverse che amo.
  • F___f___v___V
  • Mi sento agitato/a se la persona che amo si trova in compagnia di qualcun altro.
  • F___f___v___V
  • Facilmente ci si innamora improvvisamente.
  • F___f___v___V
  • E’ piacevole cambiare di tanto in tanto la persona che si ama.
  • F___f___v___V
  • Mi è facile amare senza che ci sia un periodo iniziale di corteggiamento reciproco.
  • F___f___v___V

RISULTATI DEL TEST

Ogni dimensione viene misurata da 12 Item. Le dimensioni che superano le sei riposte v o V sono quelle sovradimenzionate nella propria concezione dell’amore, quelle che superano le sei riposte f o F sono quelle sottodimensionate.

Il test è puramente indicativo degli aspetti che intende valutare ed i risultati potrebbero variare nel tempo. Và utilizzato come spunto di riflessione

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it