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NELLA NOSTRA VITA ABBIAMO 2 GRANDI AMORI ?

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Dicono che durante la nostra vita abbiamo due grandi amori.
Uno con il quale ti sposerai o vivrai per sempre, può essere il padre o la madre dei tuoi figli: con questa persona otterrai la massima comprensione per stare il resto della tua vita insieme.
E dicono che c’è un secondo grande amore, una persona che perderai per sempre.
Qualcuno con cui sei nato collegato, così collegato, che le forze della chimica scappano dalla ragione e ti impediranno sempre di raggiungere un finale felice.
Fino a che un giorno smetterai di provarci, ti arrenderai e cercherai un’altra persona che finirai per incontrare.
Però ti assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo bacio, o anche di discutere una volta in più. Tutti sanno di chi sto parlando, perché mentre stai leggendo queste righe, il suo nome ti è venuto in mente.
Ti libererai di lui o di lei e smetterai di soffrire, finirai per incontrare la pace, però ti assicuro che non passerà un giorno in cui non desidererai che sia qui per disturbarti.
Perché a volte si libera più energia discutendo con chi ami, che facendo l’amore con qualcuno che apprezzi.
Paulo Coelho da: “El Zahir
In questo brano lo scrittore Coelho ripropone il dualismo che caratterizza, spesso, la scelta del partner oscillando tra ricerca di un partner che dia stabilità e la ricerca di un partner che dia passione.
Chi è in questo dualismo non riesce ad armonizzare in un unico partner stabilità e passione, e continua a ricercare sopratutto quest’ultima in un amore incompiuto del passato o in relazioni passionali del momento.

Dott. Roberto Cavaliere  Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa).

Possibilità di effettuare consulenze telefoniche e tramite videochiamata

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

L’IMPORTANZA DELLA MODALITÀ DI AMARE

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Di seguito riporto una poesia di Augustus Weters per descrivere quanto sia importante la modalità d’amare nelle relazioni. La modalità con cui si ama permette di superare il  logorio del tempo e della passione e permette che la relazione metta solidi radici. Nella poesia s’evidenzia quanto sia poco importante innamorarsi di dettagli fisici o aspetti similari.

“T’innamorerai,
Un giorno,
Di un paio di occhi,
Marroni,
Azzurri,
Verdi,
Non importa tanto il colore.
Di un paio di labbra,
Sottili,
Carnose,
Morbide,
Ma neanche questo importa.
Di un paio di mani,
Piccole,
Grandi,
Sottili,
Ma non hanno importanza.
Un giorno,
T’innamorerai.
Un giorno capirai,
Che non saranno due labbra a farti innamorare,
Quanto,
Invece,
Il suo modo d’amarti.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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NON POSSO SCEGLIERE CIO’ CHE PROVO IN AMORE, MA POSSO SCEGLIERE CHE FARE AL RIGUARDO

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“E’ spaventoso essere innamorati, non trovi?”.
“Che cosa vuoi dire?” replicai.
“I poeti spesso descrivono l’amore come un’emozione che non possiamo controllare, che travolge la logica e il senso comune. Questo è ciò che è stato per me. Non avevo preventivato di innamorarmi di te, dubito che tu abbia pianificato di innamorarti di me. Ma una volta che ci siamo incontrati, era chiaro che nessuno dei due poteva controllare che cosa ci stava accadendo. Ci siamo trovati innamorati persi, nonostante le differenze e, una volta che eravamo cotti l’uno dell’altra, abbiamo creato dal nulla qualcosa di raro e bellissimo. Per me l’amore è un’alchimia che accade soltanto una volta, e ogni momento che abbiamo passato insieme si è come trasfigurato nella memoria. Non dimenticherò mai neanche un istante dei nostri incontri.”
“Che stai cercando di dirmi?”
“Che qualche volta il nostro futuro è dettato da ciò che siamo, in contrasto con ciò che vogliamo.”
“Non possiamo sempre ascoltare le nostre paure”, affermai.  

“Non posso scegliere ciò che provo, ma posso scegliere che fare al riguardo.”“Sei un enigma, lo sai?”

“Non lo siamo tutti?”
Sergio Bambarén_ Il guardiano del faro

Dott. Roberto Cavaliere

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L’ANDAMENTO DELLA PASSIONE NELLE RELAZIONI

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La forza delle passioni umane che si trovano in noi viene ad essere assai violenta, se la si respinge del tutto. Se invece la si guida ad un’attività moderata e non oltre ciò che è opportuno, provoca una gioia misurata, viene soddisfatta, e a questo punto, diventa pura, cessa con la persuasione e non a forza.
(Aristotele)

La passione segue un percorso tipico tipico nelle relazioni.

Ad un esplosione e rapido sviluppo all’inizio della relazione, segue un andamento decrescente che rende il partner meno interessante dell’inizio. Quando si è instaurata l’abitudine-assuefazione, anche dosi crescenti dell’altro in termini di tempi e spazi non permettono di vivere la passione con la stessa intensità iniziale. Unica eccezione è se dovesse accadere di perdere il partner. In quest’ultimo caso, al pari della rinuncia ad una sostanza stupefacente, si vive una sindrome d’astinenza (depressione, agitazione, stanchezza, rabbia) che porta a desiderare il partner perduto, non più come ricerca di un piacere, ma come evitamento di un dolore.
Se si recupera il partner cessa lo stato di dolore e segue un periodo di passione-piacere ma diverso in termini di intensità e contenuto rispetto al periodo di passione iniziale.

Quando due persone sono sotto l’influenza della più violenta, della più folle, della più illusoria, e della più transitoria delle passioni, viene loro richiesto di giurare che rimarranno continuamente in quella condizione eccitata, anormale e logorante, finché morte non li separi.
(George Bernard Shaw)

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RINUNCIARE O LASCIARSI ANDARE ALLA PASSIONE ?

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“La passione ti fa smettere di mangiare, di dormire, di lavorare, di vivere in pace. Molti si spaventano perchè, quando compare, distrugge tutto ciò che di vecchio incontra.

Nessuno vuole mettere a soqquadro il proprio mondo. Perciò alcune persone – tante – riescono a controllare questa minaccia, mantenendo in piedi una casa o una struttura già marcia. Sono gli ingegneri delle cose superate.

Altri individui pensano esattamente il contrario: si abbandonano senza riflettere, aspettandosi di trovare nella passione la soluzione di tutti i loro problemi. Attribuiscono all’altro il merito della propria felicità, e la colpa della propria possibile infelicità. Sono sempre euforici perchè è accaduto qualcosa di meraviglioso, oppure depressi perché un evento inatteso ha finito per distruggere tutto.

Sottrarsi alla passione, o abbandonarvisi ciecamente: quale di questi atteggiamenti è il meno distruttivo?

Non lo so…”

DAL LIBRO “UNDICI MINUTI” DI PAULO COELHO

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L’AMORE E’ L’IMMAGINE DELLA NOSTRA VITA

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L’amore è l’immagine della nostra vita: entrambi sono soggetti alle stesse rivoluzioni e agli stessi cambiamenti. La loro giovinezza è piena di gioia e di speranza: ci si sente felici di essere giovani come ci si sente felici di amare. Questa condizione così bella e importante ci porta a desiderare, sempre di più; non ci si accontenta di esistere, si vogliono fare dei progressi, si cerca il modo di migliorare e di consolidare la propria fortuna; non si sopporta l’idea che altri pretendano quello che noi pretendiamo. Nonostante le mille preoccupazioni che vengono cancellate dal piacere di avere raggiunto una meta e soddisfatte tutte le passioni, non prevediamo che la nostra felicità possa avere fine.

Ma raramente questa felicità è di lunga durata e non può conservare per molto il fascino della novità. Anche se abbiamo esauditi i nostri desideri, non smettiamo di desiderare ancora. Ci abituiamo a ciò che ci appartiene; gli stessi beni non conservano lo stesso valore e non ci attraggono più come prima; cambiamo impercettibilmente, senza che ce ne accorgiamo; ciò che abbiamo ottenuto diventa una parte di noi stessi: saremmo crudelmente colpiti se lo perdessimo, ma non siamo più sensibili al piacere di conservarlo; la gioia non è più viva e cerchiamo cose diverse da quelle che abbiamo tanto desiderato. Questa involontaria incostanza è un effetto del tempo, che, nostro malgrado, opera sull’amore come sulla nostra vita, giorno per giorno cancella insensibilmente una certa aria di spensieratezza, distrugge le attrattive più vere; si assumono modi più seri, si mescolano gli affari alla passione; l’amore non sopravvive più per se stesso e cerca nuove esperienze. Questo momento dell’amore assomiglia al primo declinare degli anni, quando non si ha più l’entusiasmo della giovinezza.

La gelosia, la diffidenza, la paura di stancare, il timore di essere abbandonati sono le ansie che si fanno avanti con la vecchiaia dell’amore, così come i malanni sono legati alla durata della vita. Di tutto questo sarebbe bene tenerne conto, poiché ogni conquista non si trasformi inesorabilmente e nello stesso tempo in una delusione oppure in una crudele sconfitta.

François De La Rochefoucauld: L’amore e la vita

Dott. Roberto Cavaliere

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GIBRAN SULL’AMORE, IL MATRIMONIO, LA RAGIONE E LA PASSIONE

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L’AMORE

Allora Almitra disse: parlaci dell’Amore. E lui sollevò la stessa e scrutò il popolo e su di esso calò una grande quiete. E con voce ferma disse: Quando l’amore vi chiama, seguitelo. Anche se le sue vie sono dure e scoscese. e quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui. Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire. E quando vi parla, abbiate fede in lui, Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino. Poiché l’amore come vi incorona così vi crocefigge. E come vi fa fiorire così vi reciderà. Come sale alla vostra sommità e accarezza i più teneri rami che fremono al sole, Così scenderà alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano alla terra. Come covoni di grano vi accoglie in sé. Vi batte finché non sarete spogli. Vi staccia per liberarvi dai gusci. Vi macina per farvi neve. Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli. E vi affida alla sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio. Tutto questo compie in voi l’amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita. Ma se per paura cercherete nell’amore unicamente la pace e il piacere, Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall’aia dell’amore, Nel mondo senza stagioni, dove riderete ma non tutto il vostro riso e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime. L’amore non da nulla fuorché sé stesso e non attinge che da se stesso. L’amore non possiede né vorrebbe essere posseduto; Poiché l’amore basta all’amore. Quando amate non dovreste dire: “Ho Dio nel cuore”, ma piuttosto, “Io sono nel cuore di Dio”. E non crediate di guidare l’amore, perché se vi ritiene degni è lui che vi guida. L’amore non vuole che compiersi. Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i vostri desideri hanno da essere questi: Dissolversi e imitare lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte. Conoscere la pena di troppa tenerezza. Essere trafitti dalla vostra stessa comprensione d’amore, E sanguinare condiscendenti e gioiosi. Destarsi all’alba con cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d’amore; Riposare nell’ora del meriggio e meditare sull’estasi d’amore; Grati, rincasare la sera; E addormentarsi con una preghiera in cuore per l’amato e un canto di lode sulle labbra.

L’amore, come un corso d’acqua, deve essere in continuo movimento, ed è proprio per quello che tu fai con me. Ma che cosa accade alla maggioranza delle coppie? Credono che le acque del fiume scorrano per sempre, e non se ne preoccupano più. Poi arriva l’inverno, e le acque gelano. Solo allora comprendono che niente, in questa vita, è assolutamente garantito.
SUL MATRIMONIO

Allora Almitra di nuovo parlò e disse: Che cos’è il Matrimonio, maestro ? E lui rispose dicendo: Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre. Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni. E insieme nella silenziosa memoria di dio. Ma vi sia spazio nella vostra unione, E tra voi danzino i venti dei cieli. Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore: Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime. Riempitevi l’un l’altro le coppe, ma non bevete da un’unica coppa. Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane. Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo, Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale. Donatevi il cuore, ma l’uno non sia di rifugio all’altro, Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori. E siate uniti, ma non troppo vicini; Le colonne del tempio si ergono distanti, E la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.

SULLA RAGIONE E SULLA PASSIONE

E ancora la sacerdotessa parlò e disse: Parlaci della Ragione e della Passione. E lui rispose dicendo: La vostra anima è sovente un campo di battaglia dove giudizio e ragione muovono guerra all’avidità e alla passione. Potessi io essere il pacificatore dell’anima vostra, che converte rivalità e discordia in unione e armonia. Ma come potrò, se non sarete voi stessi i pacificatori, anzi gli amanti di ogni vostro elemento ? La ragione e la passione sono il timone e la vela di quel navigante che è l’anima vostra. Se il timone e la vela si spezzano, non potete far altro che, sbandati, andare alla deriva, o arrestarvi nel mezzo del mare. Poiché se la ragione domina da sola, è una forza che imprigiona, e la passione è una fiamma che, incustodita, brucia fino alla sua distruzione. Perciò la vostra anima innalzi la ragione fino alla passione più alta, affinché essa canti, E con la ragione diriga la passione, affinché questa viva in quotidiana resurrezione, e come la fenice sorga dalle proprie ceneri. Vorrei che avidità e giudizio fossero per voi come graditi ospiti nella vostra casa. Certo non onorereste più l’uno dell’altro, perché se hai maggiori attenzioni per uno perdi la fiducia di entrambi. Quando sui colli sedete alla fresca ombra dei pallidi pioppi, condividendo la pace e la serenità dei campi e dei prati lontani, allora vi sussurri il cuore: “Nella ragione riposa Dio”. E quando infuria la tempesta e il vento implacabile scuote la foresta, e lampi e tuoni proclamano la maestà del cielo, allora dite nel cuore con riverente trepidazione: “Nella passione agisce Dio”. E poiché siete un soffio nella sfera di Dio e una foglia nella sua foresta, voi pure riposerete nella ragione e agirete nella passione.

SUL DOLORE

E una donna disse: Parlaci del Dolore. E lui disse: Il dolore è lo spezzarsi del guscio che racchiude la vostra conoscenza. Come il nocciolo del frutto deve spezzarsi affinché il suo cuore possa esporsi al sole, così voi dovete conoscere il dolore. E se riusciste a custodire in cuore la meraviglia per i prodigi quotidiani della vita, il dolore non vi meraviglierebbe meno della gioia; Accogliereste le stagioni del vostro cuore come avreste sempre accolto le stagioni che passano sui campi. E veglieresti sereni durante gli inverni del vostro dolore. Gran parte del vostro dolore è scelto da voi stessi. E’ la pozione amara con la quale il medico che è in voi guarisce il vostro male. Quindi confidate in lui e bevete il suo rimedio in serenità e in silenzio. Poiché la sua mano, benché pesante e rude, è retta dalla tenera mano dell’Invisibile, E la coppa che vi porge, nonostante bruci le vostre labbra, è stata fatta con la creta che il Vasaio ha bagnato di lacrime sacre.

 

FREUD, HIMEROS E PEDRO SALINAS

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Wyatt: Meg sei mai stato innamorato?
Meg: No, ho fatto il barista tutta la vita.
(da Sfida infernale)

“Il prototipo di ogni relazione amorosa è il succhiare del bambino al seno della madre da parte del bambino La scoperta dell’oggetto d’amore è infatti un ritrovare”.

Sigmund Freud da “Tre saggi sulla teoria sessuale” (1905)
“Si, al di là della gente ti cerco./ Non nel tuo nome, se lo dicono, non
nella tua immagine, se la dipingono./Al di là, più in là, più oltre./
Al di là ti cerco./ Non nel tuo specchio e nella tua scrittura, nella tua
Anima nemmeno. Di più, più oltre./ Al di là ancora, più oltre/ di me ti
Cerco. Non sei/ ciò che io sento di te./ Non sei ciò che mi sta
palpitando con sangue nelle mie vene/ e non è in me./Al di là, più
oltre ti cerco. E per trovarti, cessare/ di vivere in te, e in me,/ e negli
altri./ Vivere ormai al di là di tutto/per trovarti/ come se fosse morire.

Pedro Salinas

L’innamoramento avviene quando la libido narcisistica si trasforma in libido oggettuale”.

Sigmund Freud: da “Introduzione al narcisismo”


“La cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare”

(Da “Moulin Rouge”)

  1. Introduzione

Come definire quella zona notturna e misteriosa che chiamiamo passione?
Se ci accingiamo ad occuparci di questo termine, non possiamo che registrare un senso di frustante disagio; ogni termine (amore, sentimento, affetti…) infatti, non solo rimanda necessariamente all’altro, come in un gioco circolare (che segnala evidentemente una via di fuga) ma richiama di volta in volta un qualcosa di troppo intenso, di eccesso, di estremo o di un’assenza, una mancanza.
La parola “amore” deriva dall’etimo “kam” che è “desiderare”.
Il termine “passione” deriva, invece, dal greco “pascheia” ed indica un atteggiamento di passività, la condizione del subire l’azione di una realtà esterna.
Se ci affidiamo alla radice latina del termine passione, scopriamo che tale termine deriva da “pati”; “soffrire”, “patire” Tale etimo rimanda, inevitabilmente, a termini quali:”patema” (che è l’afflizione che ha malefica influenza sul corpo), “patetico”,”passivo”,”paziente”, “pazzia”,”patibolo”
Stesso destino del termine “affetto” (affectus che descrive “l’affici”, dell’essere appunto “affetti”) che rimanda alla passività della vita emotiva e viene contrapposta all’attività della ragione che esprime l’elemento essenziale della natura umana.

  1. La passione nella mitologia

Come ci ricorda Bergman:

“Afrodite è figlia di Urano (il dio del cielo ed il più antico degli dei) e di Gea, la dea della terra. Mentre era intento a far l’amore con Gea fu castrato da Crono.
L’organo reciso galleggiò sul mare, coprendolo di bianca schiuma, dalla quale emerse Afrodite. Afrodite è quindi figlia di un oggetto parziale. Ciò spiegherebbe perché la dea non ha rispetto per i legami coniugali, né per la vita familiare. Afrodite è un abitante dell’Olimpo ed è la moglie del dio zoppo Efesto, ma ha come amante Ares, il dio della guerra, con il quale ebbe tre figli: Daimos (Terrore), Phobus (Paura) ed Harmonia (Armonia). Afrodite è la dea della passione sessuale. Eros, (l’altro dio dell’amore che non abita l’Olimpo) è quello dell’amore e del desiderio (in senso lato).”

Ma come nacque Eros? Per istruire Socrate, Diotima si serve di una favola.

“Per festeggiare la nascita di Afrodite, gli dei tennero un banchetto, durante il quale il dio Risorsa si ubriacò e cadde addormentato. Mentre si trovava inerme in questo stato, Povertà lo sedusse e concepì Eros. In quanto figlio di Povertà, Eros non possiede né scarpe, né casa, dorme sulla nuda terra sotto le stelle, si riposa sul gradino della soglia. Come la madre è sempre in preda al bisogno; come il padre è intraprendente, intrigante, incantatore. Dal padre ha ereditato la sensazione di pienezza che si accompagna all’amore, dalla madre la disperazione degli innamorati.”

Come è noto Eros ebbe, successivamente, un fratello Antieros, dio dell’amore contraccambiato (il desiderio dell’essere amato) e gli furono anche affibbiati due inseparabili compagni: Pathos (personificazione della passione) ed Himeros (personificazione del desiderio).
Da ciò ne discende che, per i Greci, l’amore non è tale se non accompagnato dalla passione e dal desiderio.” Diotima nel Convivio di Platone chiamò l’amore “astrotos”
(che significa “senza alcun velo”) e i poeti lo dipingono nudo perché non può essere celato, in quanto gli occhi, volenti o nolenti lo rivelano.

  1. La passione nell’antichità
  2. a) L’amore come malattia

Se scorriamo i libri dell’antichità, scopriamo che la passione amorosa, malattia “incomprensibile” dell’anima ha giocato brutti scherzi agli umani: Serse si innamorò di un albero, Alcidio di Rodi di una statua di Venere cnidia, Narciso ed Etelida della loro ombra, Pigmalione di una statua.
Ma al di là degli “strani” sortilegi cui rimanevano vittima gli uomini, nessuno come Saffo è stato, però, in grado di descrivere quella forza che si impossessa dell’animo umano e che inonda il corpo, fino a travolgerlo quasi del tutto.

“…perché nel vedere la tua rara beltà
sento la mia vista venir meno.
La mia lingua s’intorpidisce,
e mi assale
un fuoco che fruga
sotto la mia tenera pelle,
tanto la tua beltà mi ha preso…
L’orecchio mi fischia,
un sudore freddo e malinconico
all’improvviso striscia dentro di me,
Divento preda dell’orrore,
della paura.
Sono più pallida e smorto della cima
Dell’erba avvizzita dal calore.
Già poco manca che la morte
non mi mandi
a bordo della sua barca
e improvvisamente mi si veda
esalare lo spirito moribondo.

b) L’amore nasce dalla vista

“Io vidi, e la follia s’impossessò di me” (Teocrito)

“Al primo sguardo perii: così un malvagio inganno rapì il mio cuore” (Virgilio). La passione prima ancora di essere una schermaglia di corpi è una schermaglia di sguardi; è un darsi con gli occhi.

  1. La passione e la cura

“Attraverso il polso si possono riconoscere gli innamorati passionali per via dell’agitazione dei loro spiriti.”
Per questo motivo Avicenna dichiara che se si vuole scoprire il nome della donna amata si deve prendere il polso all’amante e contemporaneamente pronunciare il nome di colei che si sospetta essere la causa della malattia, elogiarne la bellezza, la grazia, l’età, le parentele, i vestiti, le qualità dell’animo, in quanto da quel momento si noterà una notevole diversificazione e variazione del polso, a volte ineguale, a volte interrotto.”

“Prendete 1/2 scrupolo di semi di agnocasto, di porcellana, di ruta, 2 scrupoli di semi di lattuga e 2scrupoli di papavero bianco. Aggiungete 6 grammi di cervo bruciato, di corallo, di antera rosa, 3 dramme di semi di meloni. Aggiungete a questo punto una quantità adeguata di zucchero, di acqua di rose e di borraccia trinciata, mischiate il tutto e fate delle tavolette del peso di un dramma, che somministrerete prima del sonno o di mattina molto prima di mangiare.”

Conclusioni

Da Cicerone a Cartesio e nei secoli successivi l’anima è completamente passiva nel subire le passioni che provengono dal corpo. Con l’impronta cristiana le emozioni vennero assimilate agli impulsi, alle tentazioni, al peccato e quindi condannate.
Per Agostino la mente umana va sottomessa a Dio e le passioni moderate e frenate.
Per Ambrogio la felicità consiste nel dominare le passioni. Nell’amore non si desidera una cosa ma ancora meglio, il suo desiderio. Desiderare di essere desiderato. Desiderio del desiderio altrui. Il desiderio implica sempre una rappresentazione che ama spesso anticiparsi “nell’immaginazione” Ci si proietta in lui, cioè lo si identifica a noi, amandolo in sovrappiù di tutto l’amore che si porta a noi stessi. E solo allora la passione si carica di magia.

Dott.Ignazio Senatore
Dipartimento di Neuroscienze – Università “Federico II” di Napoli

sitoweb:cinemaepsicoanalisi

Bibliografia
Martin S. Bergmann: “Anatomia dell’amore” – Einaudi (1992)
Sigmund Freud: Al di là del principio del piacere – Boringhieri (1974)
Sigmund Freud: Contributi alla psicologia della vita amorosa” Boringhieri (1974)
Sigmund Freud: “Introduzione al narcisismo” Boringhieri (1975)
Sigmund Freud “Tre saggi sulla sessualità”
Ignazio Senatore: “L’analista in celluloide. La figura dello psicoterapauta al
cinema” Franco Angeli (1995)
Ignazio Senatore: “Curare con il cinema” Centro Scientifico Editore (2002)
Ignazio Senatore: Il cineforum del dottor Freud. Centro Scientifico Editore (2004)
Ignazio Senatore: Psichi cult – Centro Scientifico Editore (2006)

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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TEST SULLA PASSIONE IN AMORE

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C’era un innamorato che amava senza speranza. Si ritirò del tutto nella propria anima e gli parve che il fuoco d’amore l’avrebbe consumato. Perdette il mondo, non vedeva più il cielo azzurro e il verde bosco, il torrente per lui non frusciava, l’arpa per lui non suonava, tutto era sprofondato e lui era caduto in miseria. Ma il suo amore cresceva e lui avrebbe preferito morire e rovinarsi piuttosto che rinunciare al possesso della bella donna che amava. Sentì allora che il suo amore avrebbe bruciato in lui ogni altra cosa, e l’amore divenne potente e tirò e tirò, e la bella donna dovette obbedire, venne, e lui era lì a braccia aperte per attirarla a sé. Ma quando gli fu davanti si era del tutto trasformata, e con un brivido egli sentì che aveva attirato a sé tutto il mondo perduto. Era davanti a lui e gli si arrendeva, cielo e bosco e torrente, tutto gli veniva in contro in nuovi colori, fresco e splendido, gli apparteneva, parlava il suo linguaggio. E invece di conquistare soltanto una donna egli aveva tra le braccia il mondo intero, e ogni stella del cielo ardeva in lui e scintillava voluttà nella sua anima. – Aveva amato e amando aveva trovato se stesso. Ma i più amano per perdersi “(Hermann Hesse)

 

  1. •  Sento una forte attrazione per l’attuale partner
  2. •  Avverto una forte depressione quando le cose non vanno bene con l’attuale partner
  3. •  La vita senza l’altro/a sarebbe triste e senza senso
  4. •  Vado sempre alla ricerca di segnali che mi rivelano che l’altro/a mi desidera
  5. •  Sento un infinito desiderio di ricevere affetto dal mio partner
  6. •  Per me l’attuale partner è quello perfetto dal punto di vista romantico
  7. •  L’attuale partner è la persona che può farmi sentire più felice
  8. •  Sento un infinita tenerezza per lui (o lei)
  9. •  Il pensiero dell’altro/a non mi lascia mai
  10. •  Voglio che il mio partner sappia tutto di me, dei miei pensieri, delle mie paure delle mie speranze.
  11. •  Sapere che sono importante per il mio partner mi dà pienezza
  12. •  Se il mio partner dovesse avere dei problemi lascerei tutto per aiutarlo
  13. •  Quando sono con lui desidero intensamente toccarlo ed essere toccata
  14. •  Talvolta il pensiero dell’altro occupa talmente la mia mente da crearmi difficoltà nel concentrarmi in altre attività
  15. •  Sprofonderei in una nera disperazione se il mio partner mi lasciasse
  16. •  Mi piace analizzare i suoi atteggiamenti
  17. •  A volte il pensiero dell’altro/a è ossessivo
  18. •  Fare qualcosa che rende felice l’altro/ a rende felice me
  19. •  Desidero stare col mio partner più che con chiunque altro
  20. •  Sarei geloso se sapessi che il mio partner mostra interesse per qualcun altro
  21. •  Nessuna altra persona potrebbe amarlo/a come me
  22. •  Vorrei sapere tutto di lui
  23. •  Lo amerò per sempre
  24. •  Lo desidero tantissimo fisicamente
  25. •  Se la relazione coll’attuale partner dovesse finire mi sentirei a lungo solo

 

VALUTAZIONE DEI RISULTATI

Nella valutazione dei risultati non si può prescindere dal momento in cui ci si trova all’interno del ciclo di vita della propria relazione. E’ normale che all’inizio di una relazione il punteggio al test sarà più alto e tenderà a calare man mano che la relazione si stabilizza.

Generalmente il punteggio và valutato nel modo seguente:

Fino a 8 riposte positive la presenza della componente passionale è scarsa nella relazione. Non è detto che sia un elemento negativo ma merita un approfondimento.

Fino a 16 risposte positive la componente passione è presente nella giusta misura.

Oltre 16 riposte positive la componente passione presenta elementi ossessivi. Potrebbe essere indice di dipendenza affettiva è nè vanno approfondite cause e modalità di essa.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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