Articoli

NON PIU’ DUE, MA UN ANIMA SOLA

Condividi

E così evidentemente sin da quei tempi lontani in noi uomini è innato il desiderio d’amore gli uni per gli altri, per riformare l’unità della nostra antica natura, facendo di due esseri uno solo: così potrà guarire la natura dell’uomo.
Dunque ciascuno di noi è una frazione dell’essere umano completo originario.
Per ciascuna persona ne esiste dunque un’altra che le è complementare, perché quell’unico essere è stato tagliato in due, come le sogliole. E’ per questo che ciascuno è alla ricerca continua della sua parte complementare. (…) quando incontrano l’altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straordinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall’affinità con l’altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei – per così dire – nemmeno un istante. E queste persone che passano la loro vita gli uni accanto agli altri non saprebbero nemmeno dirti cosa s’aspettano l’uno dall’altro.
Non è possibile pensare che si tratti solo delle gioie dell’amore: non possiamo immaginare che l’attrazione sessuale sia la sola ragione della loro felicità e la sola forza che li spinge a vivere fianco a fianco. C’è qualcos’altro: evidentemente la loro anima cerca nell’altro qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza.
Se, mentre sono insieme, Efesto si presentasse davanti a loro con i suoi strumenti di lavoro e chiedesse: “Che cosa volete l’uno dall’altro?”, e se, vedendoli in imbarazzo, domandasse ancora: “Il vostro desiderio non è forse di essere una sola persona, tanto quanto è possibile, in modo da non essere costretti a separarvi né di giorno né di notte? Se questo è il vostro desiderio, io posso ben unirvi e fondervi in un solo essere, in modo che da due non siate che uno solo e viviate entrambi come una persona sola. Anche dopo la vostra morte, laggiù nell’Ade, voi non sarete più due, ma uno, e la morte sarà comune. Ecco: è questo che desiderate? è questo che può rendervi felici?” A queste parole nessuno di loro – noi lo sappiamo – dirà di no e nessuno mostrerà di volere qualcos’altro.
Ciascuno pensa semplicemente che il dio ha espresso ciò che da lungo tempo senza dubbio desiderava: riunirsi e fondersi con l’altra anima. Non più due, ma un’anima sola.
Dal Fedro di Platone

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

PLATONE E L’AMORE

Condividi

BRANI TRATTI DAL FEDRO

… gli innamorati , non appena sia venuto meno il desiderio , si pentono dei benefici che hanno arrecato agli amanti ; invece , per coloro che non sono innamorati non viene mai il momento di pentirsene . Essi infatti arrecano benefici non perchè spinti dalla necessità, ma spontaneamente, in base alle proprie possibilità , dopo aver valutato nel migliore dei modi possibili i propri interessi . Inoltre , gli innamorati passano in rassegna sia i loro affari danneggiati a causa dell’ amore , sia i benefici che hanno compiuto e aggiungendovi la sofferenza che hanno patito , ritengono di aver già da tempo contraccambiato degnamente gli amati . Invece , a coloro che non sono innamorati non é possibile nè addurre come causa il fatto di aver trascurato i propri interessi a causa dell’ amore , nè mettere in conto le sofferenze passate , nè chiamare in causa le discordie con i parenti . Di conseguenza , eliminati danni tanto gravi , non resta loro nient’ altro che fare volentieri ciò che credono farà piacere agli amati . Se poi valga la pena di tenere in gran conto gli innamorati per il fatto che dicono di avere a cuore quelli che amano e di essere pronti a compiacere gli amati , anche a costo di rendersi odiosi agli altri sia con le parole che con azioni , é facile notarlo perchè , se dicono il vero , essi terranno in maggior conto quelli di cui si siano innamorati successivamente rispetto ai primi ed é chiaro che , qualora agli ultimi sembri opportuno , faranno addirittura del male ai precedenti . Ebbene , come può essere ragionevole concedere un bene tanto prezioso a chi é affetto da una sventura talmente grave che nessuno , neppure se esperto , tenterebbe di rimuoverla ? Gli innamorati stessi , infatti , ammettono di essere malati piuttosto che sani di mente e di sapere di essere fuori di senno , ma di non riuscire a dominarsi . Di conseguenza , una volta rinsaviti , come potrebbero dare un giudizio favorevole sulle decisioni prese quando si trovavano in tale stato ? E ancora : se tu dovessi scegliere il migliore tra gli innamorati , la scelta ricadrebbe fra pochi ; se invece dovessi scegliere tra gli altri il più conveniente per te , potresti scegliere tra molti . Dunque , c’é assai più speranza che si trovi fra i molti colui che vale la tua amicizia . Inoltre , se temi che , quando la gente lo verrà a sapere , la mentalità corrente sia per te fonte di vergogna , considera che é naturale che coloro che amano , convinti di poter essere invidiati dagli altri così come se stessi si considerano degni di invidia , si esaltino a parlare del loro amore e a mostrare orgogliosamente a tutti che la loro fatica non é stata inutile . Al contrario , é naturale che coloro che non amano , essendo padroni di se stessi , scelgano ciò che é meglio in luogo della fama che viene dagli uomini . E non é finita : é inevitabile che molti vengano a sapere di quelli che amano e che li vedano seguire gli amati e occuparsi esclusivamente di questo . Di conseguenza , ogniqualvolta i due siano visti parlare tra loro , si crede che essi stiano insieme o perchè hanno soddisfatto il desiderio o perchè stanno per soddisfarlo . Al contrario , non si tenta neppure di incolpare coloro che non sono innamorati per il fatto di stare insieme agli amati , perchè si sa che é necessario parlare con qualcuno o per amicizia o per qualche altro piacevole motivo . Forse il tuo timore nasce dalla considerazione che é difficile che un’ amicizia perduri e che , nel caso in cui sorga una divergenza per un altro motivo , la sventura ricade comune su entrambi , mentre nel caso in cui fossi tu a gettar via ciò che hai di più caro , ne deriverebbe grave danno per te ? A maggior ragione allora dovresti temere gli innamorati ! Molti sono infatti i motivi che li fanno soffrire ed essi ritengono che tutto accada per danneggiarli . Perciò cercano di tenere lontani gli amati dalla compagnia degli altri , temendo che coloro che posseggono un patrimonio li superino in ricchezza , e che coloro che sono colti risultino migliori di loro per intelligenza ; e stanno in guardia dal potere di chiunque possegga qualche altro bene . Dopo averti convinto a inimicarti costoro , ti riducono senza amici . Se però tu , considerando il tuo interesse , sarai più assennato di quelli , verrai in urto con loro . Al contrario , quanti hanno ottenuto di soddisfare i loro desideri non per amore , ma per merito , non saranno gelosi di chi sta in tua compagnia , ma anzi odieranno coloro che non hanno voluto starci , ritenendo che tu sia disprezzato da questi ultimi e avvantaggiato invece da chi ti frequenta . Pertanto , c’é assai più speranza che da questo rapporto nasca in loro amicizia piuttosto che inimicizia . E ancora : molti degli innamorati provano desiderio del corpo dell’ amato prima di conoscerne l’ indole e di sperimentarne le alttre caratteristiche , al punto che essi non sanno se vorranno ancora essergli amici una volta che il desiderio sarà stato appagato . Diversamente stanno le cose per coloro che non sono innamorati di te e che ti erano amici anche prima di soddisfare i loro desideri : i favori di cui hanno goduto , verosimilmente , non diminuiranno in loro l’ amicizia , ma anzi resteranno come pegno dei favori futuri . Inoltre , dando retta a me piuttosto che a un innamorato , hai la possibilità di diventare migliore . Gli innamorati , infatti , lodano sia le parole che le azioni dell’ amato , anche se prive di qualsiasi merito , in parte perchè temono di divenirgli odiosi , in parte perchè anche la loro capacità di giudizio é compromessa a causa della passione . L’ amore produce tali effetti : agli innamorati sfortunati fa ritenere insopportabili le situazioni che agli altri non arrecano dolore ; i fortunati , invece , li costringe a elogiare anche ciò che é indegno di apprezzamento . Di conseguenza agli amati conviene provare ben più pietà che invidia verso gli amanti . Se poi tu mi darai retta , io starò con te mirando innanzitutto non solo al piacere presente , ma anche al vantaggio futuro , perchè non sono vinto dall’ amore , ma conservo il dominio di me stesso , non concepisco odio profondo per futili motivi , ma mi adiro poco e lentamente , ed esclusivamente per gravi ragioni ; perdono inoltre le colpe involontarie , e cerco di evitare quelle volontarie : questi , infatti , sono i segni di una amicizia che durerà a lungo . Ma se sei convinto che non possa nascere una salda amicizia senza l’ amore , allora occorre che tu consideri che non potremmo stimare molto neppure i figli , nè i padri e le madri , nè potremmo disporre di amici fidati , in quanto essi ci provengono non da una passione del genere , ma da rapporti di altro tipo . Ma non é finita : se é vero che bisogna compiacere soprattutto coloro che lo domandano con maggiore insistenza , allora anche nelle altre situazioni converrà far del bene non ai più meritevoli , ma ai più bisognosi ; infatti essi , per essere stati liberati da mali gravissimi , nutriranno la massima riconoscenza nei confronti dei loro benefattori . In tal caso , anche nelle feste private sarebbe giusto invitare non gli amici , ma i mendicanti e gli affamati . Costoro , infatti , ameranno i loro benefattori , li seguiranno , si presenteranno alle loro porte , proveranno grandissima gioia , nutriranno nei loro confronti una gratitudine non indifferente e augureranno loro molti beni . Forse però conviene compiacere non coloro che lo domandano con insistenza , ma coloro che sono maggiormente in grado di contraccambiare il favore ; e non coloro che si limitano a chiederlo , ma coloro che ne sono degni ; non quanti godranno della tua giovinezza , ma quanti ti renderanno partecipe dei loro beni quando sarai diventato vecchio ; non coloro che , raggiunto lo scopo , se ne vanteranno con gli altri , ma coloro che , per pudore , non faranno parola con nessuno ; non quelli che si curano di te per poco tempo , ma quelli che ti saranno amici allo stesso modo per tutta la vita ; non coloro che , una volta appagato il desiderio , cercheranno un pretesto per litigare , ma coloro che , quando sarà sfiorita la tua giovinezza , proprio allora ti mostreranno il loro merito . Ricordati quindi di quanto ti ho detto e rifletti sul fatto che , mentre gli amici rimproverano gli innamorati pensando che il loro sia un comportamento negativo , al contrario mai nessuno dei familiari critica coloro che non sono innamorati dicendo che a causa della loro condizione curano male i propri interessi . A questo punto probabilmente mi chiederai se ti esorto a compiacere tutti coloro che non ti amano . Io credo che neppure chi é innamorato ti inciterebbe a comportarti così nei confronti di tutti quelli che ti amano ; infatti , il favore non apparirebbe degno della stessa gratitudine per chi lo riceve nè , se tu volessi tenerlo nascosto agli altri , ti sarebbe possibile riuscirci nello stesso modo . Bisogna che dal rapporto non derivi alcun danno , ma un vantaggio per entrambi . Per quanto mi riguarda , ritengo che ciò che ho detto sia sufficiente , ma se tu desideri che venga aggiunta ancora qualche considerazione che pensi essere stata tralasciata , domanda pure.

… quale vantaggio o quale danno deriverà verosimilmente da parte di chi ama e da parte di chi non ama a colui che lo asseconderà . Chi é dominato dal desiderio ed é schiavo del piacere , necessariamente cerca di trarre dall’ amato il maggior piacere possibile . Per chi é malato , tutto ciò che non lo contrasta é piacevole , mentre gli risulta odioso ciò che é superiore o pari a lui . L’ amante perciò non tollererà volentieri un amato che sia superiore o pari a lui , ma cercherà sempre di renderlo inferiore e più debole . Ebbene , l’ ignorante é inferiore al sapiente , il vile al coraggioso , chi non é capace di parlare all’ eloquente , il tardo al perspicace . Quando tanti difetti e ancora di più o nascono o sono innati nell’ animo dell’ amato , necessariamente l’ amante o se ne rallegra o cerca di produrli , per non rimanere privo del piacere del momento . E’ inevitabile perciò che sia geloso e che allontani l’ amato da molte altre compagnie anche utili , perchè soprattutto grazie a queste potrebbe diventare un uomo vero , cagionandogli in tal modo un grave danno , gravissimo poi se lo allontana da quella compagnia grazie alla quale l’ amato potrebbe diventare saggissimo . Questa compagnia é la divina filosofia , da cui é inevitabile che l’ amante tenga lontano l’ amato , temendone massimamente il disprezzo . Quanto al resto , l’ amante escogita espedienti per fare in modo che l’ amato resti del tutto ignorante e non abbia occhi che per lui . Così facendo , l’ amato sarà fonte di grandissimo piacere per lui , ma di estremo danno per se stesso . Dunque , per ciò che riguarda l’ intelletto , un uomo innamorato non é utile in alcun modo nè come tutore nè come compagno . … quale vantaggio o quale danno procureranno ai nostri beni la compagnia e la cura dell’ amante . Certamente é chiaro a chiunque , ma soprattutto all’ amante , che sarebbe auspicabile innanzitutto che l’ amato fosse privo dei beni più cari , più preziosi e più divini : l’ amante , infatti , gradirebbe che quello restasse privo di padre , madre , parenti e amici , ritenendoli un impedimento e un ostacolo alla sua piacevolissima relazione con lui . Se invece l’ amato possiede oro o qualche altro bene , l’ amante penserà che non sia ugualmente facile da conquistare e , una volta conquistato , non ugualmente facile da trattare . Ne consegue inevitabilmente che l’ amante é geloso se l’ amato é ricco , ma si rallegra se la sua ricchezza va perduta . Inoltre , l’ amante auspicherebbe che l’ amato rimanesse il più a lungo possibile senza nozze , senza figli , senza casa , perchè desidera assaporarne la dolcezza il più possibile . Esistono anche altri mali , ma un dio ha mescolato alla maggior parte di essi un piacere momentaneo . Per esempio , all’ adulatore , che pure é una bestia terribile e un grave danno , la natura ha , cionondimeno , mescolato un piacere non privo di fascino . Potrebbe essere biasimata in quanto fonte di danno anche un’ etera , e così pure molte altre creature e attività del genere , che tuttavia , almeno per un giorno , possono essere piacevolissime . Per le persone amate , invece , l’ amante , oltre che dannoso , é anche quanto mai spiacevole per trascorrere con lui tutto il tempo . Infatti anche l’ antico proverbio dice che il coetaneo sta bene coetaneo : a mio avviso , proprio il fatto di essere della stessa età porta agli stessi piaceri e fa nascere un’ amicizia dovuta appunto a questa affinità . Ciononostante , anche la compagnia dei coetanei genera sazietà . Si dice inoltre che , a sua volta , ciò che é obbligatorio pesa a tutti in ogni campo ; ed é soprattutto la costrizione , oltre alla differenza d’ età , che lega l’ amante all’ amato . Infatti , quando uno più vecchio frequenta uno più giovane , non si allontana volentieri da lui nè di giorno nè di notte , ma é assillato da una necessità che , concedendogli continui piaceri , lo guida mentre vede , sente , tocca e percepisce ogni sensazione proveniente dall’ amato , al punto che gode a servirlo stabilmente . Ma quale allettamento o quali piaceri potrà offrire all’ amato per fare in modo che , in quello stesso tempo che trascorre con lui , egli non giunga al colmo del disgusto ? L’ amato infatti vede il suo aspetto più vecchio e sfiorito e tutti gli altri inconvenienti che ne conseguono e che anche solo a sentirli non sono piacevoli : figuriamoci poi quando si é costretti a toccarli con mano ! Inoltre é continuamente sorvegliato in tutti i suoi rapporti da custodi sospettosi ; sente lodi inopportune ed eccessive e , ugualmente , rimproveri che , se l’ amante é sobrio , gli risultano insopportabili , mentre se é ubriaco , oltre che insopportabili , risultano per lui fonte di vergogna , a causa della sfacciata e impudica libertà di parola che quello impiega . E se quando é innamorato l’ amante é dannoso e sgradevole , quando invece ha cessato di amare diventa inaffidabile per il futuro in vista del quale faceva all’ amato numerose promesse accompagnate da molti giuramenti e preghiere . Ciononostante era riuscito a stento , facendogli sperare beni futuri , a mantenere la relazione del momento , già faticosa da sopportare . E proprio quando é necessario onorare le promesse , l’ amante , essendo cambiato il principio che signoreggia in lui , dato che senno e saggezza hanno preso il posto di amore e follia , diventa un altro senza che l’ amato se ne accorga . E mentre questo gli chiede gratitudine per i favori passati , ricordandogli azioni e parole , convinto di parlare al medesimo uomo , egli invece per vergogna non osa dire che é diventato un altro e non sa come mantenere i giuramenti e le promesse fatti quando era dominato dalla dissennatezza , perchè ormai ha riacquisito senno e saggezza , per non diventare , comportandosi come in passato , simile a quello che era e di nuovo lo stesso . Allora rifugge da questi impegni e , costretto a mancare di parola , lui che prima era l’ amante , invertire le parti , cambia direzione e si volge in fuga . L’ altro perciò é costretto a inseguirlo fremendo d’ ira e imprecando contro gli dei per aver completamente ignorato fin dall’ inizio che non avrebbe mai dovuto compiacere un uomo innamorato e quindi necessariamente dissennato , ma avrebbe dovuto preferire uno non innamorato e assennato . In caso contrario , non gli sarebbe rimasto che affidarsi a un uomo infido , bisbetico , geloso , sgradevole , dannoso per il patrimonio , dannoso per la costituzione fisica e ancora più dannoso per l’ educazione dell’ anima , di cui nè per gli uomini nè per gli dei , in verità , c’ é nè ci sarà mai nulla di più prezioso . Dunque , ragazzo , bisogna riflettere su tutto ciò e sapere che l’ amicizia di un amante non nasce insieme alla benevolenza , ma nasce per soddisfare l’ appetito , come il desiderio di cibo . ” Come i lupi amano gli agnelli ” , così gli innamorati hanno caro l’ amato ! ” Ecco ciò che volevo dire , Fedro . Non mi sentirai dire altro ; anzi , considera ormai terminato il discorso .

LA NATURA DI AMOREPoiché, dunque, è figlio di Poro e di Penìa, ad Amore è toccata la sorte seguente. In primo luogo è sempre povero e ben lontano dall’essere delicato e bello, come credono i più, anzi è duro e lercio e scalzo e senza tetto, abituato a coricarsi in terra e senza coperte, dormendo all’aperto sulle porte e per le strade e, avendo la natura di sua madre, è sempre di casa col bisogno. Per parte di padre, invece, è insidiatore dei belli e dei buoni, coraggioso, audace e teso, cacciatore terribile, sempre a tramare stratagemmi, avido di intelligenza e ingegnoso, dedito a filosofare per tutta la vita, terribile stregone, fattucchiere e sofista. E per natura non è né immortale né mortale, ma ora fiorisce e vive nello stesso giorno, quando gli va in porto, ora invece muore e poi rinasce nuovamente in virtù della natura del padre. E infatti l’oggetto dell’amore è ciò che è realmente bello, grazioso, perfetto e invidiabilmente beato, mentre l’amante ha un altro aspetto, quale quello che ho esposto. (Platone, Simposio, 203b-204a)

SIMPOSIO

Simposio vuol dire banchetto, e questo dialogo di Platone narra di un banchetto del 400 a.c.circa sul tema dell’amore.
Questo banchetto si tenne a casa di Agatone, ed oltre ad egli vi erano: Fedro, Eurissimaco, Pausania, Aristofane, Socrate ed Aristodemo. Successivamente, si unì a loro, anche Alcibiade.

Il primo a dire la sua fu Fedro che all’epoca era ancora ragazzo.
“Amore è un Dio potente e meraviglioso per molte ragioni, non ultima la nascita: deve essere considerato infatti il più antico degli Dei, e, ovemai ne dubitassimo, ce lo conferma Esiodo allorquando sostiene che fu lui il primo a emergere dal Caos. Ebbene amici, cosi come Amore è un Dio meraviglioso, anche coloro che amano sono a loro volta meravigliosi, giacché sono tutti disposti a sacrificarsi per la persona amata.
Alcesti alla fin fine fu l’unica ad accettare la morte al posto del marito, sebbene questi aveva ancora in vita entrambi i genitori.
Ciò detto, io affermo che “chi ama è più divino di chi è amato, dal momento che solo lui è pervaso dal Dio”

Il secondo a parlare fu Pausania.
Egli parlò di due Dei, disse infatti che esisteva l’amore celeste di Afrodite Urania e quello volgare di Afrodite Pandemia. Gli uomini che praticano l’amore volgare corrono dietro alle donne, e desiderano solo i loro corpi, e per questo finiscono col prediligere le persone stupide, cioè le donne. Il vero amatore, quello celeste, preferisce i maschi, ammirandone la natura forte e l’intelligenza più viva.

Poi parlò Eurissimaco.
Egli disse che esistevano numerosissime forme d’amore, non solo tra gli uomini e nelle donne, ma anche negli animali, nelle piante e in tutte le altre specie viventi, praticamente ovunque esiste una contrapposizione di valori. Inoltre Amore deve essere apportatore di armonia.

Il quarto a parlare fu Aristofane.
Egli dice che in origine l’umanita comprendeva tre sessi: gli uomini, le donne e gli androgini, che erano maschi e femmine nello stesso tempo. Questi individui avevano tutto doppio: avevano quattro braccia, quattro gambe, quattro occhi, ecc…, e ciascuno di essi aveva due organi genitali, entrambi maschili negli uomini, tutti e due femminili nelle donne, e uno maschile e l’altro femminile negli androgini. Questi camminavano a quattro gambe, ma potevano procedere in qualsiasi direzione, come i ragni. Questi avevano una forza incredibile e una sovrumana superbia, al punto di sfidare gli Dei. Zeus in particolare era indignato e voleva punirli. Un giorno decise di dividerli in due, in modo che ciascuna parte avesse due gambe e un solo organo genitale. A questo punto gli uomini erano diventati infelici, perché ciascuno di essi sentiva la mancanza della sua metà. I semiuomini cercavano i semiuomini, le semidonne cercavano le semidonne, e la metà maschile degli androgini cercava la metà femminile. Per ritrovare la felicità perduta ognuno di loro cercava di riunirsi con l’anima gemella. Ed è appunto questa smania che quando il suo maestro parla gli batte il cuore. Alcibiade aveva creduto che Socrate apprezzasse la sua bellezza, e allora lo invitò in palestra, dove fecero ogni tipo di esercizio, anche quelli + coinvolgenti, lottarono insieme l’uno avvinghiato all’altro senza che per questo accadesse mai nulla di significativo. Dopodiché lo invitò a casa sua, e lo convinse a dormire con lui. Alcibiade prese coraggio, ma Socrate lo respinse e da allora che il suo allievo soffre d’Amore.