LASCIA ANDARE NELLE RELAZIONI

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LASCIA ANDARE…
le persone che non sono pronte ad amarti.
Questa è la cosa più difficile che dovrai fare nella tua vita e sarà anche la più importante.
Smetti di avere conversazioni difficili con persone che non vogliono cambiare. Smettila di essere presente per le persone che sono indifferenti alla tua presenza.
So che il tuo istinto è fare del tuo meglio per essere apprezzata da chi ti circonda, ma è un impulso che ti ruba tempo, energia, salute mentale e fisica.
Quando inizi a lottare per una vita con gioia, interesse e impegno, non tutti saranno pronti a seguirti in quel luogo.
Ciò non significa che devi cambiare chi sei, significa che devi lasciare andare le persone che non sono pronte ad accompagnarti.
Se sei esclusa, insultata, dimenticata o ignorata dalle persone a cui dedichi tempo, non ti stai facendo un favore continuando a offrire loro la tua energia e la tua vita.
La verità è che non sei per tutti e tutti non sono per te.
Questo è ciò che rende così speciali gli incontri con persone con cui hai amicizia o amore reciproci. Saprai quanto è prezioso perché hai sperimentato ciò che non è.
Più tempo passi cercando di farti amare da qualcuno che non ne è capace, più tempo sprechi privandoti della possibilità di quella connessione con qualcun altro.
Ci sono miliardi di persone su questo pianeta e molte di loro si trovano con te al tuo stesso livello di vibrazione e condividono la direzione in cui anche tu stai andando.
Più a lungo rimani piccola, invischiata nella familiarità delle persone che ti usano come un cuscino, un’opzione di secondo piano, un terapista e una guida per il loro lavoro emotivo, più a lungo ti tieni fuori dalla comunità che desideri.
Forse se smetti di apparire, sarai meno cara.
Forse ti dimenticheranno completamente.
Forse se smetti di provarci, la relazione cesserà.
Forse se smetti di inviare messaggi, il tuo telefono rimarrà buio per giorni e settimane.
Forse se smetti di amare qualcuno, l’amore tra di voi si scioglierà.
Questo non significa che tu abbia rovinato una relazione. Significa che l’unica cosa che teneva la relazione era l’energia che tu e solo tu mettevi dentro di lei.
Questo non è amore, è attaccamento.
Quando ti renderai conto di questo, inizierai a capire perché sei così ansiosa quando passi il tuo tempo con persone che non ti corrispondono e in lavori o luoghi o città che non ti convengono.
Inizierai a renderti conto che la cosa più importante che puoi fare per la tua vita, per te stessa e per tutti quelli che conosci è proteggere la tua energia più ferocemente di qualsiasi altra cosa.
Fai della tua vita un rifugio sicuro in cui dai il permesso di entrare solo alle persone che possono prendersene cura, sentirti e connettersi a te.
È il tuo lavoro renderti conto che sei TU l’amore della tua vita, e finalmente incarnare dentro di te, l’amore che pensi di meritare.
Decidi che meriti una vera amicizia, un vero impegno e un amore completo con le persone che sono sane e prospere.
Allora aspetta solo per un attimo e guarda quanto velocemente tutto inizia a cambiare.
(Anthony Hopkins)

Dott. Roberto Cavaliere  Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa).

Possibilità di effettuare consulenze telefoniche e tramite videochiamata

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

PERCHE’ T’INNAMORI ?

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Il brano riportato di seguito sintetizza una serie di motivazioni sul perchè scatta l’innamoramento in una persona. 

Provate ad identificarvi in una di queste motivazioni o ad aggiungerne una personale non contemplata nel brano.

TI INNAMORI PERCHÉ…
sei giovane, perché stai invecchiando, perché sei vecchio; perché comincia la primavera, perché comincia l’autunno; perché hai troppa energia, perché sei stanco;
L’esperienza dell’amore è talmente universale che sembra priva di mistero.
“Sei diverso. Sei un’eccezione. Non somigli a nessun altro”. Tutti gli innamorati hanno detto queste parole…
Ami per sfidare un marito o una moglie, per sfidare i tuoi genitori, per opposizione agli amici e a un ambiente, per sfidare tutti coloro che ti hanno contrastato in qualche modo.
L’amore non avrebbe la sua cupa violenza se non fosse sempre, all’inizio, una specie di vendetta: contro una società chiusa alla quale puoi a un tratto appartenere; contro un paese straniero nel quale puoi a un tratto mettere radici; contro una cerchia provinciale dalla quale puoi ad un tratto fuggire.
L’amore ci coglie sovente di sorpresa. Soltanto quando incontriamo l’uomo, la donna che soddisfa la nostra aspettativa quell’aspettativa si rivela a noi.
L’amore non nasce quando la vita colma i tuoi desideri, né quando ti schiaccia, ma si presenta soltanto a coloro che, apertamente o in segreto, desiderano un cambiamento. È allora che ti aspetti l’amore e ciò che l’amore porta: Attraverso un’altra persona un mondo nuovo ti viene rivelato e donato.
Esplorare un paese ignoto è una fatica, ma possederlo attraverso l’amore di un seducente straniero è un miracolo. In questo caso, come in molti altri, l’amore è una meravigliosa scorciatoia….Ciò che ti aspetti dalla persona amata dipende dalla tua infanzia, dal tuo passato, dai tuoi progetti, dall’intero contesto della tua vita. Puoi cercare qualcosa di molto specifico: un padre, un bambino, un’anima gemella; la sicurezza, la verità; un’immagine esaltata di te stessa. O il tuo bisogno può essere ambiguo, indefinito o addirittura infinito. Puoi volere qualcos’altro, qualsiasi cosa purché tu non l’abbia.
Il solo fatto che un uomo – o una donna – ti sfugga può bastare: cominci a proiettare su di lui tutte le qualità che cerchi nell’Altro.
D’altro canto puoi essere affascinato dal fascino che eserciti su qualcuno, dall’immagine abbagliante che ti dà di te. È la trappola del narcisismo. I masochisti e tutti coloro che hanno scelto la disfatta cadono in un’altra trappola: amano coloro ai quali sono indifferenti. Puoi infatti amare non solo per la gioia di amare o per la gloria di essere amato, ma talvolta anche per la lacerante amarezza di non essere amato.
E qui ritorno al punto di partenza. Perché ci s’innamora? Nulla di più complesso: perché è inverno, perché è estate; per eccesso di lavoro o per troppo tempo libero; per debolezza, per forza, per bisogno di sicurezza, per amore del pericolo; per disperazione, per speranza; perché qualcuno non ti ama, perché qualcuno ti ama.
(Simone de Beauvoir – Quando tutte le donne del mondo)

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L’AMORE CONCRETO E CINICO AI TEMPI DELL’ANTICA ROMA

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Giove, dall’alto, ride dei falsi giuramenti degli amanti.

Ovidio

Nel mondo latino è diverso il contesto, sociale e culturale, e diversa è la visione dell’amore. Roma è il centro del mondo, e la religione cristiana interverrà a trasformare completamente la concezione della vita. Rimane in principio una visione di Venere (l’Afrodite greca) come personificazione sia dell’amore sia della fertilità, e come principale antidoto alle liti e alla guerra, poiché ritorna l’immagine di Marte che si placa solo nel suo grembo,1 e tuttavia l’immaginario e i valori inesorabilmente si trasformano, e l’attenzione si sposta altrove. Nella Roma imperiale il matrimonio è visto come condizione naturale dell’amore, poiché garantisce la procreazione e la continuazione della stirpe.2

Non siamo molto distanti per certi versi dal contesto attuale, in cui il modello sociale, culturale e di tradizioni, educa sempre a un desiderio: un buon matrimonio, felice, d’amore, stabile. Per quanto al giorno d’oggi si possa discutere dell’aspirazione al matrimonio, in quanto contratto legale in qualche modo pieno di “falle”, il modello percepito in questo momento storico è dell’aspirazione a un rapporto di coppia stabile, che sia amore assoluto, a supplenza delle certezze che mancano in tutti gli altri aspetti della vita, con la labilità del momento storico stesso. Ciò influenza naturalmente anche l’idea che possa esistere la metà complementare del proprio Io, come dicevamo poc’anzi del mito raccontato da Platone per bocca di Aristofane.

I poeti d’amore dell’epoca imperiale sono gli elegiaci, in cui ritroviamo la lirica amorosa di esaltazione e sofferenza introdotta da Catullo. Essi cantano proprio l’aspetto di questa sofferenza prolungata, di asservimento alla donna, la domina, capricciosa e infedele, che istiga la gelosia e non si concede facilmente. L’immagine ricorrente è quella di un poeta che deve inneggiare alla donna nonostante questa lo rifiuti. In questo panorama emerge Ovidio, perché innanzitutto era più interessato alla natura dell’amore e alla sua concretezza, piuttosto che alla moralità, e per l’attualità che caratterizza una sua opera in particolare, i Rimedi per l’amore.

Ovidio è uno degli ultimi grandi poeti dell’era classica, ma ha una produzione in profondo contrasto con l’epoca, poiché osserva senza pudori le due facce della stessa medaglia: da un lato una Roma colta e raffinata, imperniata sull’istituto del matrimonio, dall’altro la reazione ai costumi imposti dalla tradizione del mos maiorum, e perciò pratiche più libertine, anche se nascoste. Ha un atteggiamento ironico e a tratti beffardo, ben distante dall’idealismo di Platone di 400 anni prima. Nei due libri Amori e L’arte di amare, cerca di insegnare agli amanti come ottenere un’unione armoniosa, serena e che rechi piacere, senza che si instaurino rapporti di dipendenza, e di conseguenza profondo malessere per uno dei due partner. Alcuni di questi consigli sono ancora oggi perle di saggezza: evitare le critiche, lodare sempre il partner per le sue qualità migliori. Siamo in un’epoca in cui evidentemente l’amore è conflittuale, e risulta essere per molti una forza distruttiva.

Negli Amori parla di una donna, ma i versi non vanno ad esaltare lei, o l’esperienza amorosa, dando piuttosto un punto di vista ironico e distaccato sulle vicende amorose. I temi tradizionali vengono ribaltati: Ovidio vive i tormenti della gelosia, ma chiede all’amata di nascondergli i tradimenti, più che di essergli fedele; giunge ad amare due donne contemporaneamente; l’amante è visto come un soldato, e l’amore come una battaglia, non mancando riferimenti alle battaglie notturne, e ai corpo a corpo amorosi. L’amore non è più un sentimento di origine divina, ma un gioco sottile della mente, un’attrazione erotica, un misto di intelligenza e oscenità, astuzia e irriverenza. L’ironia è l’arma preziosa di Ovidio, quella che lo rende così attuale e vicino alla sensibilità moderna.

Con lo stesso tono distaccato, ne l’Arte di amare Ovidio si fa praeceptor amoris, come un insegnante che raccoglie i suoi precetti in un manuale su quest’arte, che va intesa come arte di seduzione e conquista delle donne, nonché come arte di far durare l’amore, con frecciate ironiche alla morale tradizionale e una più o meno velata esaltazione della vita libertina. Il modello più frequente della poesia è quello predatorio della caccia, ma l’oggetto della caccia è il sesso. Ovidio consiglia di non innamorarsi, ma di vivere l’amore come un gioco. Per questo dunque ammette anche il tradimento, che evidentemente era elemento inestricabile della società in cui viveva. Il poeta specifica che si tratta di consigli per le liberte, le schiave, le cortigiane, e non per matrimoni e per le donne perbene, ma gli rimane addosso un’immagine libertina, con il dubbio che si tratti di un dovere politico-sociale per ripulire la propria immagine pubblica.

L’arte di amare per Ovidio è anche Arte di ingannare, e scrive:

L’arte di ingannare

Devi recitare la parte dell’innamorato e parlare come uno che spasima;

con ogni mezzo devi ottenere che lei creda questo.

E non è difficile: ogni donna pensa di meritar l’amore;

sia pur bruttissima, ognuna si crede piacente.

Prometti senza timori: le promesse attraggono le donne;

e di ciò che prometti chiama a testimoni tutti gli dei che vuoi.

Giove dall’alto ride degli spergiuri degli amanti

e ordina ai venti eolii di disperderli a vuoto.

Giove era solito giurare il falso sullo Stige

a Giunone; ora è propizio a chi segue il suo esempio.

Conviene che esistano gli dei, e dunque, se conviene, crediamo

che esistono.3

Una sorta di appendice agli Amori, è Remedia amoris, un piccolo poema didascalico, traducibile come “Rimedi per l’amore”: e già non è chiaro se si intenda rimediare ai problemi dell’amore, o se si intenda rimediare all’amore stesso, intendendolo quindi come un problema in sé, da cui guarire. Ovidio offre in realtà consigli e strategie per evitare di farsi coinvolgere troppo dall’amore. Vuole insegnare, in particolare ai giovani, come evitare di idealizzare il partner che amano, come comportarsi quando l’amore causa sofferenze e sventure, e come liberarsi di un amore quando non interessa più, perché comincia a fare male. Si tratta di consigli pratici e universali, con i quali si possono evitare i suicidi per “mal d’amore”.

Ad esempio, per lasciare il partner consiglia di uscire dalla relazione prima che il sentimento diventi troppo intenso, e quindi ad esempio concentrare i propri pensieri sui difetti fisici del partner e sui disagi causati dalla relazione, cercare di avere rapporti intimi non soddisfacenti. Per non sentirne la mancanza dopo la rottura, e per dimenticare la relazione, è meglio tenersi quanto più occupati possibile, con numerosi interessi, o con almeno uno impegnativo, ad esempio lavorando o viaggiando; sottolinea anche che è importante cercare di evitare i luoghi che possano avere qualche relazione col proprio amore, o eventi e luoghi in cui sono presenti delle coppie. È importante innanzitutto un distacco totale, evitando ogni contatto con l’ex, la sua famiglia e i conoscenti comuni. Bisogna cercare di non parlare per quanto possibile delle proprie relazioni non appena finiscono, e quando si prova a spiegare le ragioni della rottura, è meglio evitare di scendere nei dettagli. Se si sa di doverlo rivedere evitare di farsi belli per l’occasione. E ancora, dimenticare ogni possibilità futura di riallacciare una relazione con l’altro/a, distruggere lettere/ritratti, evitare rappresentazioni teatrali o poesie che idealizzano il sentimento d’amore, convincersi di non avere rivali, per evitare di incorrere nella gelosia, evitare di sostare di fronte alla casa del proprio ex, dipingendolo come un luogo in grado di portare solo sfortuna.

In poche parole, Ovidio cerca di tagliare le radici del pensiero ossessivo sulla relazione finita, eliminando sul nascere qualsiasi collegamento che possa portare a rimuginare sulla nostalgia, sulla sofferenza, sulla profondità dei propri sentimenti.

Alcune di queste regole sembrano scontate e/o irrealizzabili, eppure anche un’applicazione parziale sarebbe d’aiuto per chi soffre di maldamore, ancora oggi.

1 Lucrezio, De Rerum Natura

2 M. Foucault, Storia della sessualità, 2001, Feltrinelli

3 Ovidio, Ars Amandi

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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ACCETTARMI E’ IL PRIMO PASSO PER COMPRENDERMI

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Se vuoi cose diverse da ciò che voglio io, per favore non cercare di dirmi che quello che voglio è sbagliato.
Se il mio modo di pensare è diverso dal tuo, per favore fai almeno un respiro prima di correggermi.
Se le mie emozioni ti sembrano più o meno intense delle tue, cerca di non chiedermi di sentirmi in un altro modo.
Se agisco, o non agisco, in maniera diversa da come avresti agito tu, per favore lasciami fare.
Non ti chiedo, almeno per il momento, di comprendermi.
Quello avverrà solo quando sarai disposto a smettere di cercare di trasformarmi in una copia di te.
Se lasci che io abbia i miei desideri, le mie emozioni, il mio modo di pensare e di agire, allora ti apri alla possibilità che un giorno il mio comportamento non sembrerà così sbagliato.
E forse ti potrà addirittura apparire giusto per me.
Accettarmi è il primo passo per comprendermi.
Questo non significa che tu debba adottare le mie modalità, ma ti chiedo di non essere più irritato o deluso per il mio modo di essere.
Un giorno, forse, nel cercare di capirmi, arriverai a trovare valore nelle nostre differenze.
E allora, anziché tentare di cambiarmi, vorrai preservare questa diversità perché l’amerai.
Io posso essere il tuo partner, il tuo genitore, tuo figlio, il tuo amico, il tuo collega.
Ma qualunque sia la nostra relazione, so per certo che tu ed io siamo fondamentalmente diversi e unici e ognuno di noi deve suonare la propria musica.
David Keirsey

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NELLA NOSTRA VITA ABBIAMO 2 GRANDI AMORI ?

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Dicono che durante la nostra vita abbiamo due grandi amori.
Uno con il quale ti sposerai o vivrai per sempre, può essere il padre o la madre dei tuoi figli: con questa persona otterrai la massima comprensione per stare il resto della tua vita insieme.
E dicono che c’è un secondo grande amore, una persona che perderai per sempre.
Qualcuno con cui sei nato collegato, così collegato, che le forze della chimica scappano dalla ragione e ti impediranno sempre di raggiungere un finale felice.
Fino a che un giorno smetterai di provarci, ti arrenderai e cercherai un’altra persona che finirai per incontrare.
Però ti assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo bacio, o anche di discutere una volta in più. Tutti sanno di chi sto parlando, perché mentre stai leggendo queste righe, il suo nome ti è venuto in mente.
Ti libererai di lui o di lei e smetterai di soffrire, finirai per incontrare la pace, però ti assicuro che non passerà un giorno in cui non desidererai che sia qui per disturbarti.
Perché a volte si libera più energia discutendo con chi ami, che facendo l’amore con qualcuno che apprezzi.
Paulo Coelho da: “El Zahir
In questo brano lo scrittore Coelho ripropone il dualismo che caratterizza, spesso, la scelta del partner oscillando tra ricerca di un partner che dia stabilità e la ricerca di un partner che dia passione.
Chi è in questo dualismo non riesce ad armonizzare in un unico partner stabilità e passione, e continua a ricercare sopratutto quest’ultima in un amore incompiuto del passato o in relazioni passionali del momento.

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L’IMPORTANZA DELLA MODALITÀ DI AMARE

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Di seguito riporto una poesia di Augustus Weters per descrivere quanto sia importante la modalità d’amare nelle relazioni. La modalità con cui si ama permette di superare il  logorio del tempo e della passione e permette che la relazione metta solidi radici. Nella poesia s’evidenzia quanto sia poco importante innamorarsi di dettagli fisici o aspetti similari.

“T’innamorerai,
Un giorno,
Di un paio di occhi,
Marroni,
Azzurri,
Verdi,
Non importa tanto il colore.
Di un paio di labbra,
Sottili,
Carnose,
Morbide,
Ma neanche questo importa.
Di un paio di mani,
Piccole,
Grandi,
Sottili,
Ma non hanno importanza.
Un giorno,
T’innamorerai.
Un giorno capirai,
Che non saranno due labbra a farti innamorare,
Quanto,
Invece,
Il suo modo d’amarti.

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IL DIARIO DI UN SEDUTTORE : LA STORIA DI UN NARCISISTA SEDUTTORE INTELLETTUALE

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Penetrare con lo spirito nell’essere di una fanciulla è un’arte, ma saperne uscire è un capolavoro.

Il libro Diario del seduttore del filosofo Sören Kierkegaard è parte dell’opera filosofica Aut-Aut, pubblicata nel 1843.

Nel libro viene descritto un giovane seduttore senza scrupoli: Johannes. La sua vita ha un unico scopo: sedurre ragazze e poi abbandonarle. Cordelia è la sua vittima. E’ una ragazza di diciassette anni molto ingenua: la vittima perfetta per Johannes, che le rovinerà l’esistenza.

Protagonista del libro è la seduzione intellettuale. Johannes è infatti un seduttore che fa mille calcoli, che cerca di dominare la mente di Cordelia con mosse studiate. Il suo è un gioco astuto ed elegante. Poi, quando Crudelia è in suo potere, la abbandona, lasciandola disperata. Perché Johannes non cerca l’amore: gli interessa solo il potere che può avere su una donna. E appena la seduzione gli è riuscita, il suo carattere vanitoso è soddisfatto. Può così passare alla donna successiva.

In questa sede la figura di Johannes viene proposta come esempio di narcisista seduttore intellettuale e di seguito vengono riportati due brani che descrivono come si senta la vittima di tale seduttore.

Talvolta era così spirituale che io, come donna, mi sentivo annientata. Altre volte invece era così selvaggio e appassionato, così pieno di desiderio, che io quasi tremavo davanti a lui. Talvolta mi trattava come un’estranea, talvolta si abbandonava a me completamente: quando lo stringevo tra le mie braccia, tutto cambiava, e io “abbracciavo le nuvole”.

Johannes, non ti chiamo mio.
Non lo sei mai stato, lo so bene, e io ho pagato molto duramente la felicità che quest’idea un tempo mi dava. Tuttavia ti chiamo mio: mio seduttore, mio ingannatore, mio nemico, mio assassino, abisso del mio tormento. Ti chiamo mio e mi chiamo tua: ora possano le mie parole suonare come una maledizione su di te, per tutta l’eternità, queste parole che un tempo lusingavano le tue superbe orecchie, quando davanti a me ti prostravi adorante.
No, non rallegrarti, non credere ch’io voglia suscitare il tuo scherno perseguitandoti o armandomi di un pugnale! Fuggi dove vuoi, io rimango tua, giungi fino al confine del mondo, ama pure centinaia di donne, io sono tua, tua, fino al momento della morte.Le mie parole così ostili a te non fanno che confermarlo: io sono tua.Hai osato ingannarmi fino al punto di diventare tutto per me e io non desideravo altra gioia che essere tua schiava. Io sono tua, tua, tua, sono la tua maledizione.
Tua Cordelia.

Dott. Roberto Cavaliere

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AMARE E’ “APPARTENERE” A QUALCUNO

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Nel brano tiportato di seguito tratto dal film “Colazione da Tiffany” è descritto un concetto che ritengo fondamentale in ogni relazione: AMARE E’ ANCHE APPARTENENZA. Erroneamente si ritiene che l’amore si sposi con la libertà assoluta: è vero solo in parte. Amare è un equilibrio tra essere autonomi e liberi e cedere parte della propria libertà ed autonomia per appartenere all’altro.  Giorgio Gaber affermava : “L’appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme. Non è il conforto di un normale voler bene. L’appartenenza è avere gli altri dentro di sé.”

“Vuoi sapere qual è la verità sul tuo conto? Sei una fifona, non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere a qualcuno, perché questa è la sola maniera di poter essere felici. Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa.”

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AMORE E' APPARTENENZA

AMARE E' ANCHE SENSO DI APPARTENENZA

Pubblicato da PSICOLOGIA DELL'AMORE su Lunedì 31 luglio 2017

 

COME TENERSI PER MANO IN AMORE

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Una coppia di fidanzati stavano attraversando un ponte…
Lui un po’ ansioso disse alla sua donna: “Amore, ti prego di tenere la mia mano così non cadi nel fiume”.
La donna gli rispose:”no amore tieni tu la mia mano”.
“qual è la differenza?”chiese lui perplesso.
“c’è una grande differenza, “rispose la donna.
“Se tengo io la tua mano e mi succede qualcosa, è probabile che allento la presa e cado giu’…ma se sei tu a tenermi la mano, io so per sicuro che qualunque cosa accada…tu non la lascerai mai…

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IN OGNI RAPPORTO CI SONO DUE META’

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In ogni rapporto ci sono due metà.
Una siete voi e l’altra é vostro figlio, vostra madre, vostro padre, il partner.
Ciascuno è responsabile soltanto della propria metà.
Non importa quanto siate vicini,
o quanto pensiate di amarvi, è impossibile essere responsabili per ciò che si trova nella testa di un’altra persona.
Non potrete mai sapere cosa pensa l’altro, in cosa crede, quali sono le sue congetture. Non sapete nulla di lui.
Questa è la verità, ma cosa facciamo invece?
Cerchiamo di essere responsabili per l’altra metà, ed ecco perché le relazioni sono basate sulla paura, sul dramma e sulla guerra per il controllo.

Don Miguel Ruiz

Dott. Roberto Cavaliere

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