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L’ALTRA DONNA…

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In questo testo della canzone dei Pooh “L’altra donna” è delineata la condizione dell’amante dopo un incontro fugace, come spesso avviene in questo tipo di relazioni. Il testo non necessita di nessun commento ma di una profonda riflessione.

È ancora tutto all’aria da ieri sera,
è più comodo in albergo,
paghi il conto e te ne vai;
ma in certe cose tu ci credi ancora,
far l’amore nel tuo letto,
prepararmi il tuo caffè;
è poi mi lasci andare via, quando è ora,
perché ognuno ha la sua vita,
e la mia non è con te.

Sei l’altra donna,
la libertà,
quella che sa e non può dir niente,
quella che all’alba rimane sola,
e che non può mai lasciare impronte,
con me non puoi cercare casa,
o uscire insieme a far la spesa,
sei l’altra donna,
quella importante,
quella che ha tutto e non ha niente, di me.

Mio figlio è un’altra storia, un altro amore,
tu non puoi partecipare, Dio lo sa se io vorrei.
Tu in macchina con me non puoi fumare,
mozziconi col rossetto. parlerebbero di te;
ma in fondo tu che colpa hai del mio cuore,
delle ore che mi manchi, dei problemi che mi dai.

Sei l’altra donna,
la libertà,
quella che sa perché ritorno,
e quanta pace tu mi sai dare,
io dirò tutto a lei un giorno,
faremo insieme un’altra casa,
io e te che siamo un’altra cosa.
Io e te che siamo la stessa cosa,
faremo insieme la nostra casa;
prima dell’alba c’è ancora un’ora,
stringimi forte e sogna ancora,
di noi.

POOH

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

L’AMORE RENDE MONOGAMI, IL SESSO TRADITORI

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L’amore è cieco e rende ciechi. Solo l’amore, e non il semplice desiderio, permette ad una persona di prendere un impegno esclusivo con un’altra. Amare una persona, infatti, assorbe talmente tante energie emotive da rendere ciechi agli stimoli esterni e alle tentazioni. L’amore, come la vendetta, rientra in questi sentimenti definiti dagli psicologi “commitment device”: sono degli stratagemmi che la mente usa per impegnarsi nel perseguire un obiettivo e non farsi distrarre da altro.

Lo ha dimostrato una ricerca condotta da un gruppo di psicologi della University of California di Los Angeles; il lavoro è stato pubblicato sull’ultimo numero della rivista Evolution and Human Behavior. L’attrazione fisica e il sesso, secondo quanto sostenuto dallo studio, non sono uno stimolo sufficiente a fare nascere un patto di esclusività tra due persone. Ma come fa l’amore a sedare l’istinto di guardarsi intorno o di essere promiscui? Semplice: quando si è innamorati c’è una prima fase in cui si è completamente presi dall’altra persona per cui cervello ed emotività sono completamente assorbiti (o annebbiati dipende dai punti di vista) dal pensiero dell’altro. In questa fase si costruisce con la persona che si ama una vita fatta di abitudini, di cose condivise, di tempo passato insieme. Questa costruzione richiede tempo ed energie, richiede anche di focalizzarsi sul raggiungimento dell’obiettivo: la vita insieme. È in questa fase che bisogna concludere! È questo il momento cruciale in cui una persona è in grado di assumersi la responsabilità di una scelta monogama, né prima né dopo. La tempistica è fondamentale. Fonte: Gonzaga G et al. Love, desire, and the suppression of thoughts of romantic alternatives. Ev Hum Beh 2008;29:119-26.
emanuela grasso
www.yahoo.it

 

Dott. Roberto Cavaliere

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OGNI COPPIA PRESENTA UN ALTO RISCHIO DI TRADIMENTO

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NON E’ una buona notizia per le coppie, neonate o navigate: le probabilità di tradire il partner in una relazione, quantificate ora da uno studio canadese, sono impietosamente alte, dal 40 al 76 per cento. Un colpo per il buonumore e la fiducia o forse una presa di coscienza della realtà. Di certo, il numero ha stupito anche i ricercatori del dipartimento di psicologia dell’Università di Montreal che hanno condotto lo studio, il primo che cerchi di trovare una spiegazione scientifica per un comportamento che mette quotidianamente a rischio famiglie e unioni pluriennali. “E’ una cifra molto alta” ammette la dottoressa Geneviève Beaulieau-Pellettier. Ma quello che sfugge è la motivazione ‘autodistruttiva’ che spinge a mettere a rischio una relazione consolidata. In particolare gli scienziati hanno cercato di capire se l’infedeltà sia collegata a una fobia dell’impegno sviluppata fin dall’infanzia, sulla quale ha un’influenza fondamentale il comportamento dei genitori in casa, che si osserva da bambini. Secondo i ricercatori, il traditore per eccellenza ha il seguente identikit: non è a proprio agio in intimità, cerca relazioni sessuali al di fuori della coppia e non si fa troppi problemi a tradire la fiducia del compagno.
…. L’infedeltà potrebbe essere una precisa strategia emotiva adottata dalle persone che hanno difficoltà di attaccamento e impegno. Tradendo, si distanziano dal partner e mantengono il loro spazio e la loro libertà, spiegano gli scienziati. Non a caso la ragione più citata dai volontari per spiegare il loro comportamento è stata proprio la volontà di distanziarsi dal compagno per evitare di sentirsi impegnati. L’unica consolazione di fronte a questo quadro è la sostanziale equità fra i due sessi: lei tradisce quanto lui. Con buona pace dei luoghi comuni. (10 settembre 2008)
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Dott. Roberto Cavaliere

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LE DIVERSE RISPOSTE AL TRADIMENTO

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Lui, lei, l’altro. Oppure lei, lui, l’altra. Si tratta del tipico triangolo amoroso, che abbiamo visto in mille storie o magari anche sperimentato nella nostra vita, come protagonisti o come vittime. Tradire è una brutta cosa, ma molto più frequente di quanto si possa immaginare. Ciò che però cambia è la modalità con cui uomini e donne reagiscono al tradimento, una volta che questo viene scoperto. Lo studio, del professor Felson, psicologo della State University of New York, va proprio a definire come la gelosia si esplichi tra uomo e donna, vittime di un tradimento. L’uomo, per lo più, ha un atteggiamento aggressivo nei confronti del rivale in amore: il primo pensiero è quello di farla pagare all’altro. Le donne, invece, se la predono con il marito fedifrago o il compagno infedele, piuttosto che con l’altra, nei confronti della quale provano un moto di empatia, perché si sentono in fondo coinvolte nello stesso problema, cioè dividere uno stesso uomo che si è dimostrato inaffidabile. La ragione di queste due diverse modalità di comportamento risiede probabilmente nel ruolo sociale che uomini e donne hanno sempre avuto, fin dalla notte dei tempi. Il maschio, per proteggere la propria leadership nel branco, deve infatti affrontare i giovani pretendenti al suo trono. Le femmine, invece, che sentono la necessità di essere protette da una figura affidabile, finiscono con il rimproverare all’uomo non tanto la scappatella in sé (almeno non consapevolmente) quanto il tradimento della fiducia legata al progetto di vita in comune. Per contro le femmine che tradiscono hanno già disinvestito rispetto alla capacità del maschio di difenderle e renderle felici. Gli uomini che tradiscono assecondano il loro istinto per cui cercano di assicurare i loro geni per la perpetuazione della specie.
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DIFFERENZE FRA UOMINI E DONNE NEL TRADIMENTO

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NEW YORK
Troppo sospettosi e guardinghi, gli uomini non si fidano della fedeltà della partner anche se non hanno motivi di dubitare; ma quando lei tradisce, lui sa scoprire le corna nel 75% dei casi. Lei invece è più brava di lui a nascondere il tradimento. È quanto emerge da uno studio dello psicologo Paul Andrews della Virginia Commonwealth University di Richmond pubblicato sulla rivista Human Nature e reso noto questa settimana dal magazine New Scientist. Ma non è tutto, dallo studio è emerso pure che malgrado sia meno brava a scoprirlo in fallo e anche meno ingiustamente sospettosa del partner, lei sembra anche più abile a non farsi scoprire.
Gli psicologi hanno proposto dei questionari confidenziali a 203 giovani coppie e le differenze tra i sessi in fatto di corna sono emerse lampanti: intanto il 29% degli uomini ha ammesso di essere stato infedele contro il 18,5% delle donne. Poi lui ha mostrato di essere più guardingo di lei e molto spesso a sproposito, diffidando ingiustamente della fedeltà della partner. Però quando infedeltà c’è stata è sempre lui il più bravo a scoprirla: le sue deduzioni in fatto di fedeltà o infedeltà della partner si rivelano infatti corrette nel 94% dei casi (contro l’80% di quelle di lei), e lui nel 75% dei casi riesce a cogliere in fallo la partner fedifraga, cosa che a lei riesce solo nel 41% dei casi.

Dott. Roberto Cavaliere

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NEI MATRIMONI TRADISCE UNO SU QUATTRO

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Secondo lo studio, oltre al preoccupante dato della crescita dei tradimenti in Italia, ce n’è un altro altrettanto spiazzante: il numero di donne sposate che tradiscono ha quasi raggiunto quello degli uomini, con una percentuale del 45% contro il 55%. E non solo. Nel 7% dei casi chi tradisce, uomo o donna che sia, la fa con una persona del suo stesso sesso. Crescono dunque anche le indefeltà extraconiugali omosessuali, in un quadro che numericamente non lascia molto spazio al romanticismo e ai sogni d’amore. Cade così il mito del maschio italico, malandrino e infedele per vocazione. La donna, da oggetto del desiderio, passa a diventare cacciatrice. Tutto questo fermento di relazioni extraconiugali si consuma soprattutto in alcuni ambienti che, secondo lo studio, vanno rintracciati nel contesto lavorativo e nelle attività sociali, favorite in particolar modo da internet, chat e social forum, ma anche dagli incontri casuali vecchio stile. Le percentuali parlano chiaro: nel 60% dei casi chi tradisce lo fa con un collega di lavoro, mentre per il restante 40% il fedifrago tradisce con una persona conosciuta online, o sempre più raramente offline. Cambiano insomma le regole del tradimento, ma restano invariate le modalità che portano il conigue a scoprire il fattaccio. La scoperta di questi nuovi tradimenti avviene nelle stesse modalità di quelli tradizionali ovvero tramite sms, email, investigazioni private o confessioni.

A stupire però è soprattutto il dato riguardante le infedeltà omosessuali che l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Associazione matrimonialisti italiani commenta così: “Sempre più spesso, nelle procedure di separazione, si scopre che il marito o la moglie hanno relazioni extraconiugali con persone dello stesso sesso”. E le reazioni dei coniugi che scoprono tali tradimenti omosessuali – spiega Gassani – sono quasi sempre di sbigottimento, incredulità, delusione o vergogna. Molti coniugi tendono ancora a nascondere la omosessualità del partner quasi come fosse un tabù. “Ultimamente, però, si sta registrando una inversione di tendenza. I traditi hanno sempre meno remore a portare le prove in giudizio della infedeltà coniugale di tipo omosessuale”. Del resto anche la Cassazione, con la recente sentenza n. 7207/09, ha equiparato, in termini di gravità, la relazione extraconiugale omosessuale a quella eterosessuale, addebitando la separazione ad un marito che aveva tradito la moglie con un altro uomo. “Tale pronuncia della sprema corte – conclude Gassani – ha sancito due princìpi: il primo sottrae alla omosessualità ogni connotazione patologica o perversa; il secondo in virtù del primo, stabilisce che qualsivoglia relazione extraconiugale può essere sanzionata mediante l’addebito della separazione, quando il tradimento viene considerato la causa, e non la conseguenza, della crisi coniugale”.
(2 aprile 2009)
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IL TRADIMENTO AUMENTA IL RISCHIO D’INFARTO

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Le scappatelle extraconiugali non mettono solo a rischio il matrimonio ma anche la salute stessa degli adulteri, esponendoli al rischio di un attacco di cuore. A mettere in guardia da tradimenti e storielle «da una notte e via» sono i ricercatori del «Tufts Medical Centre» e della «Harvard School of Public Health» : in uno studio congiunto, pubblicato sul «Journal of the American Medical Association» che ha preso in esame 14 precedenti ricerche sugli attacchi di cuore, hanno sottolineato come il sesso occasionale causi molti più infarti dei rapporti intimi regolari. Come ogni altra attività fisica, infatti, anche il sesso aumenta le pulsazioni cardiache e la pressione del sangue, spingendo il cuore a lavorare di più. Dati alla mano, pare che il rischio di un infarto a breve termine durante un’attività sessuale episodica (come, appunto, le storie di una notte) sia quasi tre volte superiore (2,7 per la precisione) rispetto, invece, al sesso praticato più spesso e in modo regolare, mentre quando il cuore viene sottoposto ad una qualunque forma episodica di attività fisica il rischio di un infarto può aumentare fino a tre volte e mezzo. In altre parole, sostengono gli scienziati, più attivi si è, sia sessualmente che fisicamente, e meno pericoli si corrono: non a caso, la possibilità di soffrire di un attacco di cuore decresce del 45% per ogni momento extra che una persona dedica all’attività fisica e anche il rischio di morte crolla del 30%.
«CONIUGALE» FA BENE- «E’ importante distinguere fra le cause di un attacco di cuore e quelle che potrebbero potenzialmente scatenarlo – ha spiegato al londinese Daily Mail, Amy Thompson della British Heart Foundation – . Lo studio mostra che il sesso può agire da fattore scatenante, ma questo non cambia il nostro punto di vista sui benefici dell’attività fisica. È stato dimostrato che, per aiutare il cuore a restare in forma, bisognerebbe fare 30 minuti al giorno di attività fisica moderata almeno cinque volte a settimana e il sesso non causa più stress che salire un paio di rampe di scale». Ma forse nel caso delle scappatelle a giocare un brutto tiro alle coronarie degli adulteri è anche il terrore di essere beccati. Comunque, già nel 2002 alcuni studiosi del St. Thomas’s Hospital di Londra avevano evidenziato quanto le relazioni extraconiugali «facessero male al cuore». «l 75% dei casi di morte improvvisa durante l’attività sessuale riguarda persone coinvolte in una scappatella – aveva spiegato il cardiologo Graham Jackson – anche se va aggiunto che solo l’1% degli attacchi di cuore viene scatenato dal sesso».

 

Dott. Roberto Cavaliere

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IL TRADIMENTO SECONDO HILMAN

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C’è  una  storiella,  molto diffusa, che  dice  pressappoco cosi:

«  Un  padre  insegnava  al  figlioletto  ad  essere  meno pauroso, ad avere più coraggio, facendolo saltare giù da una scala. Mise il bimbo sul secondo  gradino e disse: « Salta che ti prendo. » e il bimbo saltò. Poi lo mise sul terzo gradino dicendogli ancora: « Salta che ti prendo. » Sebbene il bimbo fosse impaurilo, si fidò di suo padre, fece ciò che gli era stato detto e saltò nelle sue braccia. Poi il padre lo mise sul quarto  gradino, sul quinto, sul sesto, dicendo ogni volta: « Salta che ti prendo. » ed ogni volta il bimbo saltò e fu preso da suo padre. E così continuarono  finché il bimbo saltò da un gradino molto alto, ma questa volta il padre si tirò indietro e il bimbo cadde a faccia in giù. Mentre si rialzava, sanguinante e piangente, il padre gli disse: « Questo ti insegni a non fidarti mai di nessuno anche se è tuo padre. »

Questo storia io credo che ci possa dire molto sul tema del tradimento. Ad esempio: perché si  deve insegnare ad un ragazzo a non fidarsi?  e a non fidarsi di suo  padre?

  • Che senso ha essere traditi dal  proprio padre o da  qualcuno che  si ama?
  • Che senso ha per  un padre, per un uomo, tradire qualcuno  che  ha  fiducia  in  lui?
  • Qual  è  il  fine  del  tradimento nella vita psicologica? Queste sono le domande che ci poniamo.

Non è possibile avere fiducia senza la possibilità del tradimento. E’ la moglie che tradisce il marito,il marito che inganna la moglie; sono i compagni e gli amici che deludono; è l’amante che usal’amico per raggiungere il potere; è l’analista che scopre i segreti del paziente; è infine ilpadre che lascia cadere il figlio. La promessa fatta non è mantenuta, la parola data viene mancata,la fiducia diviene inganno. Il tradimento ci viene proprio da quei rapporti dove la fiducia  primaria  è  possibile.  Noi  possiamo  essere veramente traditi solo quando ci fidiamo veramente — da fratelli, amanti, mogli, mariti, e non da  nemici o da estranei. Più grandi sono l’amore, la lealtà, l’impegno, l’abbandono, e maggiore è il  tradimento. La fiducia ha in sé il germe del tradimento.

Quando in una unione esiste la fiducia, il rischio del tradimento diviene una possibilità reale con cui vivere continuamente e quindi è parte della fiducia, proprio come il dubbio è parte della fede vivente.

Vivere o amare solo quando ci si può fidare, quando si è  sicuri ed accolti, quando non si può essere abbandonati o feriti, quando ciò che è stato espresso in parole è impegnativo in eterno, significa essere fuori dalle vie del male e quindi fuori della vita reale. E non importa quale sia il calice della fiducia, se la analisi, il matrimonio, la chiesa, la legge, o un qualsiasi rapporto umano… vorrei addirittura dire il rapporto col divino.

Se ci viene data assicurazione che ne usciremo intatti, o addirittura arricchiti, che cosa abbiamo dato? Se saltiamo dove ci sono sempre braccia per  riceverci, il nostro non è un vero salto. Il rischio dell’ascesa non esiste più — a parte l’emozione del volo nell’aria, non vi è alcuna differenza fra il secondo gradino, il settimo, il decimo, o addirittura diecimila metri più su. E’ la fiducia primaria che permette al puer di volare cosi in alto. Padre e figlio sono una cosa sola, e le virtù maschili di abilità, rischio calcolato, coraggio, non hanno importanza: Dio o papa lo afferreranno in fondo alla scala. Soprattutto  è necessario non sapere in anticipo le cose. Non si deve sapere prima che questa volta nessuno ci prenderà in fondo alla discesa. Essere avvertiti significa essere premuniti e allora o non si salta  più, oppure si salta a metà… ma poi succede che una volta, nonostante una promessa, la vita interviene, accade l’incidente e si cade a faccia in giù. La promessa mancata è una intrusione che  la vita fa nella sicurezza del Logos, nella quale ci si può affidare all’ordine di tutte le cose e  il passato garantisce per il futuro. Ma è anche l’irruzione in un altro livello della coscienza, come vedremo più avanti.

Ma prima torniamo ancora alla nostra storia ed alle nostre domande.  Il  padre  ha   risvegliato  la  coscienza,  ha cacciato il ragazzo fuori dal giardino dell’Eden, brutalmente, con dolore, ha iniziato suo figlio. Questa iniziazione ad una nuova coscienza del reale passa attraverso il tradimento, attraverso il venir meno del padre e il suo mancare alla parola data; è  però un tradimento con una morale. Infatti la nostra è una storia morale, come  tutte  le  buone   storie  ebree.  Non  è  una  favola esistenzialista che  descrive  un acte  gratuite,  ne  una leggenda Zen tesa ad una illuminazione liberatrice, ma piuttosto una omelìa, una lezione, un istruttivo brano di vita reale.

Il padre dimostra di persona che anche nel rapporto più fiducioso  esiste la possibilità del tradimento. Egli svela la propria ingannevolezza, si presenta al figlio  nella sua nuda umanità, rivelandogli questa verità dell’essere  padre e  uomo: io,  padre, uomo, sono infido.  L’ uomo è infido. La parola non è affatto più forte della vita. …

L’iniziazione del ragazzo alla vita è l’iniziazione alla tragedia dell’adulto. Per certuni il tradimento è altrettanto schiacciante che la gelosia o il fallimento…

Il momento critico del « grande abbandono » quando veniamo crocifissi dalla nostra stessa fiducia, è un momento molto pericoloso di quello che la Wickes chiamerebbe « la scelta ». Le cose potrebbero andare in due modi per il bambino che si rialza dal pavimento, la sua resurrezione è in bilico. Potrebbe essere incapace di perdonare e rimanere fissato nel trauma, pieno di risentimento, vendicativo, cieco ad ogni comprensione di ciò che spero di riuscire ad abbozzare nel restante di questa nota.

Ma prima di occuparmi della possibile soluzione positiva del tradimento, vorrei attardarmi un poco sulla scelta negativa e sui pericoli che il tradimento porta alla luce. La prima di queste scelte sbagliate, anche se naturali, è il meccanismo di difesa della negazione.

Se in un rapporto veniamo abbandonati, siamo tentati di negare il valore dell’altra persona, di vedere, improvvisamente, tutte le sue ombre, una panoplia di demoni perversi che naturalmente nella situazione di fiducia primaria non esistevano. Questi lati negativi, rivelatisi tutto d’un tratto, sono una compensazione, una enantiodromia di idealizzazioni precedenti e la rozzezza di queste rivelazioni indica la grossolana incoscienza in cui prima si trovava l’Anima. Cosi dobbiamo ammettere che quando il rammarico per un tradimento è molto forte, in precedenza esisteva una situazione di fiducia primaria, di innocenza infantile inconscia nella quale l’ambivalenza era repressa…

Ma il mutamento improvviso da uno stato incosciente alla coscienza grezza è proprio di qualsiasi momento della verità ed anche piuttosto evidente — perciò non è questo il pericolo principale. Più  pericoloso  è  il cinismo.  Una  delusione  subita  in amore, in un credo politico, in un gruppo, da un amico, un superiore o un analista, porta spesso ad un mutamento nella persona tradita, la quale non solo nega il valore della relazione e della persona in causa, ma l’amore  in  genere  diviene  per  essa inganno,  la convinzione politica è per gli imbecilli, i gruppi sono trappole, le gerarchie sono il Male e l’analisi è prostituzione, lavaggio del cervello e impostura… « Fatti furbo e tieni gli occhi aperti. Colpisci l’altro prima che sia lui a colpire tè. Bisogna far da soli. Tutto bene, Jack… » Questa è la scorza per nascondere le cicatrici della fiducia tradita.  Con  i  frantumi  dell’idealismo  si  rabbercia  una solida filosofia di cinismo.

E’ tutt’altro che impossibile incontrare questa forma di cinismo specialmente nei più giovani, poiché non si è considerato con sufficiente attenzione il significato del tradimento e particolarmente il processo di trasformazione del puer eternus. La persona tradita giura di non salire più cosi in alto sulla scala. Rimane affondata nel mondo del cane, Kynis, cinico. Questo atteggiamento impedisce lo sviluppo verso il significato positivo del tradimento e forma così un circolo vizioso — e il cane rincorre la propria coda. Il cinismo, quel ghigno contro la propria stella, è il vero tradimento dei propri ideali, il tradimento delle proprie ambizioni più alte contenute nell’archetipo del puer. Quando questo si infrange, ogni cosa che ha a che fare con esso viene respinta e si giunge al terzo e, credo, principalmente pericolo: il tradimento di sé stessi.

Il tradimento di sé è forse ciò che ci preoccupa maggiormente. Uno dei modi con cui ci si arriva è proprio la conseguenza dell’essere stati traditi: nella situazione di fiducia,   nell’abbraccio  amoroso,   con   un   amico,   un parente, l’analista, mettiamo allo scoperto qualcosa di noi che avevamo tenuto nascosto:« Non l’avevo mai detto a nessuno prima… » Può essere una confessione, una poesia, una lettera di amore, una invenzione o un progetto fantasioso, un segreto, un sogno o una paura infantile, che contiene quel che in noi c’è di più profondo. Con il tradimento queste  perle  seminali,  delicate  ed  estremamente sensibili, divengono solo sabbia, granelli di polvere. La lettera d’amore diviene roba scioccamente sentimentale, la poesia, la paura, il sogno, l’ambizione, vengono ridotti a qualcosa di ridicolo, rozzamente derisi, definiti volgarmente « merde », robetta da niente. Il processo alchemico è rovesciato: l’oro è ridotto di nuovo a feci e le perle sono gettate ai porci. I porci non sono gli altri, dai quali dobbiamo tenere nascosti i nostri valori segreti, ma sono invece le rozze spiegazioni materialistiche, la ottusa riduzione di ogni cosa all’istinto sessuale e al desiderio del latte materno, che spiegano tutto indiscriminatamente. E la nostra insistenza porcina nel dire che la cosa più bella era in realtà la peggiore non è altro che il sudiciume in cui gettiamo via i nostri valor più preziosi.

E’ una strana esperienza trovarsi a tradire se stessi, rivolgersi contro le proprie esperienze dando loro i valori negativi dell’ombra ed agendo contro le proprie intenzioni ed il proprio sistema di valori. Nella rottura di un’amicizia, di una relazione, di un matrimonio, di un rapporto amoroso o di una analisi, tutta la bruttezza e la sporcizia si fanno improvvisamente avanti e si agisce nella stessa maniera cieca e sordida che si attribuisce all’altro; si giustificano le proprie azioni con un sistema di valori che ci è estraneo. In questo momento si è veramente traditi, dati in mano ad un nemico interno. E allora i porci si volgono contro di noi e ci sbranano.

Questa alienazione da noi stessi dopo il tradimento è estremamente protettiva. Non vogliamo essere più colpiti e poiché la ferita venne proprio dall’aver rivelato come siamo fatti, cominciamo con l’evitare accuratamente di ricascarci. Cosi fuggiamo e tradiamo noi stessi non vivendo la nostra condizione esistenziale (una divorziata di mezza età senza nessuno da amare) o il nostro sesso (« ne ho abbastanza degli uomini e sarò spietata come loro ») o il nostro tipo (« II mio sentimento, o intuizione, o qualsiasi altra cosa, era completamente sbagliato ») o la nostra vocazione (« La psicoterapia è uno sporco affare »). Infatti siamo stati traditi proprio nella fiducia che avevamo posta in questi fatti fondamentali della nostra natura. Cosi rifiutiamo di essere ciò che siamo, cominciamo ad ingannarci con scuse e pretesti e il tradimento di sé diviene niente altro che sofferenza non autentica. Non si vive più la propria forma di sofferenza, ma si tradisce se stessi per mancanza di coraggio  di  essere.

Oltre alla negazione, al cinismo e all’auto- tradimento c’è però un’altra possibile soluzione negativa, un altro pericolo, che chiameremo paranoide.

Anche questo è un modo di proteggere se stessi da un nuovo tradimento, creare cioè un rapporto perfetto. Rapporti di questo genere richiedono il giuramento di lealtà  e  non  tollerano incertezze nella  loro  stabilità. Il motto è: « Non mi devi abbandonare mai ». L’inganno deve essere respinto con affermazioni di fiducia, dichiarazioni di fedeltà eterna, prove di devozione, giuramento di segretezza. Non devono rimanere fessure; il tradimento deve essere escluso. Ma se il tradimento coesiste con la fiducia, come seme contrario in essa sepolto, l’esigenza paranoide di un rapporto senza possibilità di tradimento non può basarsi sulla fiducia, ma è piuttosto una convenzione intesa a escludere il rischio. Come tale appartiene più al potere che all’amore. E’ un ripiegamento verso un rapporto-logos rafforzato dalla parola, ma non sostenuto dall’amore.

 

… La distorsione paranoide delle relazioni umane è veramente grave. Quando un analista (o marito, amante, discepolo, amico) tenta di soddisfare le esigenze di un rapporto paranoide dando assicurazioni di lealtà ed escludendo di forza lo inganno, si allontana sicuramente dall’amore. Infatti, come abbiamo già visto e vedremo ancora, l’amore e l’inganno provengono dallo stesso lato sinistro.

ESTRATTO DAL LIBRO ‘IL TRADIMENTO’ DI JAMES HILMAN

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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IL WEB COME VEICOLO DEL TRADIMENTO

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La televisione e il web come veicolo del tradimento. A quanto pare, sarebbero i vecchi e i nuovi media i principali responsabili dell’aumento delle cosiddette scappatelle, almeno stando a un recente studio della Nature Science Foundation. La NSF ha scoperto che ben il 23% degli uomini tradisce e, dato in netta crescita, lo fa anche il 19% delle donne. Quella che una volta era una prerogativa piuttosto maschile, dunque, sta diventando un costume decisamente diffuso anche tra il gentil sesso (o l’altra metà del cielo, come preferite).
Le colpe della televisione sarebbero quelle di aver rappresentato una realtà troppo lasciva, di aver insomma sdoganato il tradimento a pratica talmente comune da essere diventata ormai normale, quasi accettata verrebbe da dire. A furia di film e serie tv in cui la gente si tradisce in continuazione, è passato il messaggio sociale che il tradimento non è più una macchia, un’onta che rimane indelebile sulla propria (e sull’altrui) persona.
Per quanto riguarda il web, invece, sarebbero i social network i principali fautori del tradimento. In particolare Facebook, il social network di Mark Zuckerberg utilizzato ormai da centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo. In particolare, le donne sembrano utilizzare Facebook per condividere foto e stati e per spulciare le bacheche altrui. E tra un profilo e l’altro, ecco spuntare il vecchio compagno di liceo, o magari quella vecchia fiamma che sembrava ormai dimenticata… e invece sotto alle cenere cova ancora un fuoco ardente. Secondo l’Associazione Matrimonialisti Italiani, infatti, Facebook sarebbe la causa di quattro divorzi su cinque. Un’enormità, se pensiamo che il social network di Zuckerberg è nato soltanto nel 2004, ma che la sua popolarità in Italia è esplosa soltanto negli ultimi quattro o cinque anni.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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E’ PREMONITORE SOGNARE IL MARITO CHE TRADISCE

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Sognare il proprio partner nell’atto di un tradimento potrebbe indicare una crisi della relazione. Questo secondo un nuovo studio che ha valutato il valore predittivo dei sogni. I ricercatori dell’università di Maryland hanno chiesto a 61 partecipanti, di età compresa tra i 17 e i 42 anni, che frequentavano qualcuno da almeno sei mesi, di aggiornare un diario sui sogni e sulla relazione, in un periodo di due settimane.

I risultati hanno dimostrato che le immagini oniriche di gelosia e di discussioni provocavano conflitti tra la coppia il giorno dopo, mentre i sogni di infedeltà comportavano una riduzione del sentimento d’amore e riservatezza.
Commentando i risultati, il ricercatore Dylan Selterman ha dichiarato su Huffington Post: “molta gente non presta attenzione ai sogni e non sa quanto questi possano influire sul loro stato d’animo. Ora abbiamo le prove di questa associazione”. Durante la ricerca, i sogni sessuali volontari, invece, portavano benefici alla coppia, rendendola più intima.
Il dottor Selterman ha spiegato: “sappiamo che c’è una forte correlazione tra la soddisfazione sessuale e la soddisfazione del rapporto. Il sesso può essere bello o brutto in un sogno, nella stessa maniera di come può esserlo nella vita reale”. Selterman crede che queste correlazioni sono il risultato di un effetto psicologico, noto come “innesco” – l’idea che l’esposizione a stimoli esterni (luoghi, suoni e odori) riporta alcuni pensieri nella mente della gente.
Il dottore afferma: “i sogni hanno un valore predittivo. L’attività della persona cambia a seconda del sogno, che ha fatto la notte prima”.
La ricerca è stata pubblicata, all’inizio di questo mese, sulla rivista “Social Psychological and Personality Science”; ciò che ha indotto il dottor Selterman alla ricerca è stata una sua esperienza personale, con una ragazza del college, che si arrabbiò per il modo in cui si era comportato nel sogno.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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