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L’ ATTESA IN AMORE che può diventare angoscia

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ATTESA – tumulto d’angoscia suscitato dall’attesa dell’essere amato in seguito a piccolissimi ritardi (appuntamenti, telefonate, lettere, ritorni)…”

Il brano del semiologo Roland Barthes descrive l’attesa come un’esperienza emotiva intensa e tormentosa, caratterizzata da un tumulto interiore causato da un’angoscia che cresce a causa di piccoli ritardi o incertezze legate alla persona amata. Psicologicamente, questa angoscia è profondamente radicata nei sentimenti di amore e dipendenza emotiva.

✅Significato Psicologico

1. L’angoscia come manifestazione di vulnerabilità: L’attesa dell’amato, soprattutto quando ci sono piccoli ritardi o incertezze (come un appuntamento che tarda, una telefonata che non arriva, una lettera che non viene ricevuta), suscita un’angoscia che rivela la vulnerabilità emotiva della persona che attende. Questa vulnerabilità è collegata al timore che qualcosa possa essere andato storto, che l’amato possa non arrivare, o che ci sia un problema nella relazione.

2. La paura dell’abbandono: L’angoscia durante l’attesa può essere vista come una manifestazione della paura dell’abbandono. Ogni piccolo ritardo viene ingigantito nella mente di chi attende, perché evoca la possibilità che l’amato possa dimenticare, trascurare o persino abbandonare. Questa paura è spesso irrazionale, ma profondamente radicata nei sentimenti di attaccamento e dipendenza affettiva.

3. Il potere dell’incertezza: L’incertezza è un potente fattore scatenante dell’angoscia. Quando si attende qualcuno che si ama, l’incertezza del tempo (quando arriverà?) e dello stato della relazione (perché non è ancora qui?) può diventare insopportabile. L’angoscia nasce dal non sapere cosa sta succedendo e dal timore che l’attesa non venga soddisfatta, che l’amato non arrivi o che la relazione non sia così solida come si desidera.

4. La dilatazione del tempo: Durante l’attesa, il tempo sembra dilatarsi e ogni minuto può sembrare un’eternità. Questa dilatazione del tempo è amplificata dall’angoscia, rendendo l’attesa ancora più insopportabile. La persona che attende può sentire ogni secondo come un peso, aggravando la sua ansia e la sensazione di impotenza.

5. L’amore come dipendenza emotiva: Il brano sottolinea come l’amore possa trasformarsi in una forma di dipendenza emotiva, dove l’assenza temporanea dell’amato, anche se breve, può causare un tumulto interiore. L’angoscia dell’attesa è quindi un segno della profondità del legame emotivo e della paura di perdere ciò che si ama.

✅In sintesi, il brano esplora l’angoscia provocata dall’attesa nell’amore, evidenziando come i piccoli ritardi e le incertezze possano scatenare una profonda vulnerabilità emotiva, paura dell’abbandono, e un senso di dipendenza, rivelando l’intensità e la complessità dei sentimenti amorosi.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

TEST SULL’ ‘ATTESA’ IN AMORE

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ATTESA – tumulto d’angoscia suscitato dall’attesa dell’essere amato in seguito a piccolissimi ritardi (appuntamenti, telefonate, lettere, ritorni)…

“Sono innamorato? – Si, poiché sto aspettando”. L’altro, invece non aspetta mai. Talvolta, ho voglia di giocare a quello che non aspetta; cerco allora di tenermi occupato, di arrivare in ritardo; ma a questo gioco, io perdo sempre: qualunque cosa io faccia, mi ritrovo sempre sfaccendato, esatto, o per meglio dire in anticipo. La fatale identità dell’innamorato non è altro che: io sono quello che aspetta. R.Barthes

 

Il seguente test è un mio personale riadattamento di un brano della voce ‘L’attesa’ tratto dal libro “Frammenti di un discorso amoroso” di R. Barthes edito da Einaudi

Scopo del test non è tanto quello di misurare una dimensione psicologica ma è quello di far riflettere su come viviamo le ‘attese’ in amore

 

PRIMA FASE

Sono all’interno di un caffè. Ho un appuntamento con la persona amata e sto aspettando.

La persona amata è in ritardo. Questo ritardo m’impensierisce.

Formulo mentalmente diverse ipotesi:

  • forse non ci siamo capiti circa l’ora o/e il posto ?
  • cerco di ricordarmi il momento in cui è stato fissato l’appuntamento, le indicazioni che ci siamo scambiati ?

L’ansia dell’attesa aumenta. Che faccio ?

  • vado in un altro caffè ?
  • telefono ? e se non dovesse rispondermi ?
  • Vorrei andare in bagno per calmarmi ma se l’altro arriva mentre non ci sono ? se non mi vede può andare via.

 

SECONDA FASE

L’ansia diventa rabbia. Rimprovero violentemente la persona amata che non c’è. Mi dico:

‘ poteva avvisarmi. Lo sa quanto ci sto male se non arriva.’

Se fosse qui gli manifesterei tutta la mia rabbia.

 

TERZA FASE

Subentra l’angoscia dell’abbandono, della perdita.

Lo sentivo che prima o poi sarebbe successo.

 

EPILOGO

Infine la persona amata arriva.

  1. Se la persona amata arriva nella prima fase la accolgo con calore, con piacere.
  2. Se arriva nella seconda fase le riverso tutta la mia rabbia.
  3. Se arriva nella terza fase gliene sono riconoscente: mi ha salvato dall’angoscia dell’abbandono, della perdita.

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it