AMARE IL CONTENUTO E NON LA FORMA

Condividi
Un grande professore universitario docente di filosofia, come sua consuetudine ormai da 20 anni, arriva in aula e scrive alla lavagna.
COME O AMATO TE
NON O MAI AMATO !!!
Con una voce triste come non mai,
chiede ai suoi alunni.
Cosa ho scritto?
Tutti imbarazzati tacciono.
Dai, dice il prof è facile da leggere.
Una ragazza si alza e legge:
COME HO AMATO TE
NON HO MAI AMATO!!!
Bene,dice il professore.
Ieri sera ho invitato a cena una donna che è stata capace di farmi sentire nel profondo del mio cuore queste parole.
Ci siamo frequentati per 2 mesi.
Le nostre anime hanno vibrato insieme, tutto era meraviglioso.
Ieri volevo chiederle di sposarmi.
L’ho portata a cena.
Tutto era favoloso.
Lei era favolosa.
Sentivo la mia voce strozzarsi in gola.
Ho tirato fuori il mio quaderno ,ne ho strappato un pezzetto e come si faceva da bambini le ho scritto:
COME O AMATO TE
NON O MAI AMATO !!!
Come un bambino,mi aspettavo di vedere sorgere un sorriso sulle sue meravigliose labbra.
Il suo viso si è spento.
Ha iniziato a piangere.
Si è scusata perchè non riusciva a trattenersi ed è andata via.
Incredulo, l’ho rincorsa .
Volevo, DOVEVO sapere perchè di quella reazione.
Alla fine mi ha risposto:
Tu sei un grande professore di filosofia.
Io una stimata professoressa di lettere.
Come puoi aver commesso quell’errore ?
Non riesco a crederci , NON RIESCO !!!
Avrei potuto spiegarle che lo avevo fatto consapevolmente solo per fingere di essere tornati bambini.
Per dimostrarle che l’amore che provo per lei è capace di trasportarmi a quando non sapevo distinguere una O da una HO.
Ma in quell’ attimo ho capito.
Amarsi non è essere perfetti.
Amarsi non è fare sempre la cosa giusta.
Lei cercava un amore perfetto.
Io non l’avrei mai resa felice.
Sono stato zitto.

CERCATE DI NON AMARE LA FORMA
AMATE IL CONTENUTO

dal web

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

Possibilità di effettuare consulenze via Skype e telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

COSA SIGNIFICA AMARE E RIFIUTARE NELLE RELAZIONI

Condividi

I discepoli discussero a lungo sulla definizione della parola “amare”. Alla fine chiesero al Maestro:
– Cosa significa amare?
Il Maestro sorrise, poi disse:
– Amare significa accettare.
– E non amare?
– Non amare significa rifiutare.
I discepoli si accontentarono della risposta e andarono a fare le meditazioni quotidiane. Ma uno di loro rimase insoddisfatto della risposta e tornò a chiedere al Maestro:
– Ma io perché non accetto? Perché rifiuto?
– La domanda corretta è: che cos’è che rifiuti, figlio mio?
– Allora… che cosa rifiuto? – ripeté il discepolo inquieto.
Il Maestro spiegò:
– Rifiuti le persone che hanno caratteristiche che hai anche tu, dentro di te, ma non le accetti. Quello che rifiuti in te, lo rifiuti anche nelle altre persone.
Il discepolo domandò perplesso:
– Allora, se accettassi completamente me stesso, accetterei tutti?
– Esatto.
Poi il Maestro aggiunse:
– Se amassi completamente te stesso, riusciresti ad amare tutti.

Tratto da “Guida Zen alla Felicità” di Ri-En-Tsi

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

Possibilità di effettuare consulenze via Skype e telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

LA MORTE DI UN AMORE

Condividi

La morte di un amore è come la morte d’una persona amata. Lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto. Perfino se l’hai attesa, causata, voluta per autodifesa o buonsenso o bisogno di libertà, quando arriva ti senti invalido. Mutilato. Ti sembra d’essere rimasto con un occhio solo, un orecchio solo, un polmone solo, un braccio solo, una gamba sola, il cervello dimezzato, e non fai che invocare la metà perduta di te stesso: colui o …colei con cui ti sentivi intero. Nel farlo non ricordi nemmeno le sue colpe, i tormenti che ti inflisse, le sofferenze che ti impose. Il rimpianto ti consegna la memoria d’una persona pregevole anzi straordinaria, d’un tesoro unico al mondo, nè serve a nulla dirsi che ciò è un’offesa alla logica, un insulto all’intelligenza, un masochismo. (In amore la logica non serve, l’intelligenza non giova e il masochismo raggiunge vette da psichiatria.) Poi, un po’ per volta, ti passa. Magari senza che tu sia consapevole lo strazio si smorza, si dissolve, il vuoto diminuisce e il rifiuto di rassegnarti ad esso scompare. Ti rendi finalmente conto che l’oggetto del tuo amore morto non era nè una persona pregevole anzi straordinaria, nè un tesoro unico al mondo, lo sostituisci con un’altra metà o supposta metà di te stesso e per un certo periodo recuperi la tua interezza. Però sull’anima rimane uno sfregio che la imbruttisce, un livido nero che la deturpa e ti accorgi di non essere più quello o quella che eri prima del lutto. La tua energia si è infiacchita, la tua curiosità si è affievolita e la tua fiducia nel futuro s’è spenta perchè hai scoperto d’aver sprecato un pezzo d’esistenza che nessuno ti rimborserà. Ecco perchè, anche se un amore langue senza rimedio, lo curi e ti sforzi di guarirlo. Ecco perchè, anche se in stato di coma boccheggia, cerchi di rinviare l’istante in cui esalerà l’ultimo respiro: lo trattieni e in silenzio lo supplichi di vivere ancora un giorno, un’ora, un minuto. Ecco infine perché , anche quando smette di respirare, esiti a seppellirlo o addirittura tenti di resuscitarlo. Alzati Lazzaro e cammina.

– Oriana Fallaci –

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

Possibilità di effettuare consulenze via Skype e telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

COME TENERSI PER MANO IN AMORE

Condividi

Una coppia di fidanzati stavano attraversando un ponte…
Lui un po’ ansioso disse alla sua donna: “Amore, ti prego di tenere la mia mano così non cadi nel fiume”.
La donna gli rispose:”no amore tieni tu la mia mano”.
“qual è la differenza?”chiese lui perplesso.
“c’è una grande differenza, “rispose la donna.
“Se tengo io la tua mano e mi succede qualcosa, è probabile che allento la presa e cado giu’…ma se sei tu a tenermi la mano, io so per sicuro che qualunque cosa accada…tu non la lascerai mai…

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

Possibilità di effettuare consulenze via Skype e telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

 

IN OGNI RAPPORTO CI SONO DUE META’

Condividi

In ogni rapporto ci sono due metà.
Una siete voi e l’altra é vostro figlio, vostra madre, vostro padre, il partner.
Ciascuno è responsabile soltanto della propria metà.
Non importa quanto siate vicini,
o quanto pensiate di amarvi, è impossibile essere responsabili per ciò che si trova nella testa di un’altra persona.
Non potrete mai sapere cosa pensa l’altro, in cosa crede, quali sono le sue congetture. Non sapete nulla di lui.
Questa è la verità, ma cosa facciamo invece?
Cerchiamo di essere responsabili per l’altra metà, ed ecco perché le relazioni sono basate sulla paura, sul dramma e sulla guerra per il controllo.

Don Miguel Ruiz

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

Possibilità di effettuare consulenze via Skype e telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

LETTERA DI UN PADRE AL FIGLIO SULL’AMORE

Condividi

Il premio Nobel John Steinbeck (scrittore) ha scritto anche una lettera nel 1958 al figlio primogenito Thom che gli confessa di essersi perdutamente innamorato di una compagna di college, Susan.

La lettera scritta al figlio è intensa e significativa sotto diversi punti di vita.

New York
10 novembre 1958

Caro Thom,

Abbiamo ricevuto la tua lettera stamattina. Risponderò dal mio punto di vista e, ovviamente, Elaine dal suo.

Primo, se sei innamorato, è una cosa bella, forse la migliore che possa capitarti. Non permettere che nessuno la sminuisca o la renda meno importante.

Secondo, ci sono molti tipi di amore. C’è quello egoistico, meschino, avaro, che usa l’amore per l’auto affermazione. E’ il tipo terribile e paralizzante. L’altro tipo è la manifestazione di tutto quanto di buono c’è in te: la gentilezza, la considerazione, il rispetto, non solo il rispetto sociale delle buone maniere, ma il rispetto in senso più alto, cioè il riconoscimento dell’altro come unico e prezioso. L’amore del primo tipo ti può rendere malato, piccolo e debole, ma quello del secondo tipo ti può dare una forza, un coraggio, una bontà e persino una saggezza che neanche sapevi di avere.

Dici che non è un’infatuazione da ragazzi. Se provi questo sentimento così profondamente, di sicuro non lo è.

Ma non credo che tu stessi chiedendomi cosa provi. Tu lo sai meglio di chiunque altro. Tu vuoi un aiuto per capire cosa fare, e io posso dirtelo.

Esulta, sii felice e grato.

L’oggetto d’amore è il migliore e il più bello. Cerca di esserne all’altezza.

Se ami qualcuno, non c’è niente di male a dirlo. Solo ricorda che alcune persone sono molto timide e a volte nel parlare bisogna tenere conto di questa timidezza.

Le ragazze sanno e sentono quello che provi, ma di solito amano anche sentirselo dire.

A volte succede che per qualche ragione ciò che tu senti non sia ricambiato, ma questo non rende quello che provi meno buono o prezioso.

Infine, so quello che provi perché lo provo anch’io e sono felice che possa provarlo anche tu.

Saremo lieti di incontrare Susan. Sarà la benvenuta. Ma sarà Elaine a organizzare tutto, perché è il suo territorio e ne sarà contenta. Anche lei conosce l’amore e forse potrà aiutarti più di me.

E non avere paura di perdere. Se è la cosa giusta, accadrà. La cosa più importante è non avere fretta. Le cose belle non scappano via.

Con amore,
Pa.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

Possibilità di effettuare consulenze via Skype e telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

L’INTENSITA’ DELL’AMORE POTREBBE MISURARE L’INTENSITA’ DELLA SOLITUDINE

Condividi

“Se due persone che erano estranee lasciano improvvisamente cadere la parete che le divideva, e si sentono vicine, unite, questo attimo di unione è una delle emozioni più eccitanti della vita. È ancora più meravigliosa e miracolosa per chi è vissuto solo, isolato, senza affetti. Il miracolo di questa intimità improvvisa è spesso facilitato se coincide, o se inizia, con l’attrazione sessuale. Tuttavia, questo tipo di amore è per la sua stessa natura un amore non duraturo. Via via che due soggetti diventano ben affiatati, la loro intimità perde sempre più il carattere miracoloso, finché il loro antagonismo, i loro screzi, la reciproca sopportazione uccidono ciò che resta dell’eccitamento iniziale. Eppure, all’inizio, essi non lo sanno; scambiano l’intensità dell’infatuazione, il folle amore che li lega, per la prova dell’intensità del loro sentimento, mentre potrebbe solo provare l’intensità della loro solitudine.”

(E.Fromm)

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

Possibilità di effettuare consulenze via Skype e telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

LA PAROLA DESIDERIO SIGNIFICA “MANCANZA DI STELLE”

Condividi

L’origine della parola desiderio è una delle più belle e affascinanti che si possa trovare. Questo termine deriva dal latino e risulta composto dalla preposizione de- che in latino ha sempre un’accezione negativa e dal termine sidus che significa, letteralmente, stella. Desiderare significa “mancanza di stelle”, nel senso di “avvertire la mancanza delle stelle”, di quei buoni presagi, dei buoni auspici e quindi per estensione questo verbo ha assunto anche l’accezione corrente, intesa come percezione di una mancanza e, di conseguenza, come sentimento di ricerca appassionata. Ricerca dell’altro, di una passione, di…

Aggiungete voi la vostra personale stella che manca

L’amore, nell’ansia dolorosa come nel desiderio felice, è desiderio d’un tutto. Non nasce, non sussiste se non resta almeno una parte da conquistare. Si ama soltanto ciò che non si possiede per intero.
(Marcel Proust)

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

Possibilità di effettuare consulenze via Skype e telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

COSA INSEGNARE ALLA PROPRIA FIGLIA ?

Condividi

Insegnerò a mia figlia ad essere se stessa. A ricordarle di sorridere anche quando non è facile. Le insegnerò che l’amore non è come lo raccontano le favole, ma la spronerò a conoscerlo. A viverlo. Le dirò che il tempo non cancella niente, ma che aiuta a stare meglio. A ritrovarsi. Le insegnerò ad amare se stessa e poi gli altri. A non accontentarsi di chiunque. Le insegnerò ad asciugarsi le lacrime dopo ogni pianto. Le insegnerò che non sono sempre gli altri a deludere, a volte sarà anche lei a farlo. Le insegnerò a vivere di pancia e secondo le sue emozioni. Le insegnerò che spesso, il bene non riceve altrettanto bene. Ma non le dirò di smettere di donarlo. Le insegnerò a camminare a piedi nudi sull’erba bagnata, a sentirsi libera ma padrona del suo cammino.

Le insegnerò ad entrare in punta di piedi nelle vite altrui. Le insegnerò ad andare avanti anche con il mondo contro. Le insegnerò che non sempre è tutto come sembra, ma che ogni cosa va vissuta prima di giudicarla, affinché possa riconoscere il bene ed il male.
Ci sono cose che mi auguro viva, ed altre che si limiti a conoscerle. Le insegnerò a credere che, se qualcosa la vuole davvero, questa è facile che si avveri. Le insegnerò a non arrendersi, a prendersi in braccio e portarsi in salvo perché, ahimè, spesso sarà da sola a doverlo fare. Le insegnerò in fine, che le cicatrici hanno una storia e che ad ogni modo saranno una vittoria.

L’INTIMITA’ NELLE RELAZIONI

Condividi

Per descrivere l’intimità, si rifacciamo alla concezione che ne ha  Sternberg (professore di Psicologia a Yale).

Per questo studioso l’intimità comprende almeno dieci elementi:

1. Il desiderio di alimentare il benessere della persona amata
2. Sentirsi felici con la persona amata
3. Tenere in alta considerazione il partner
4. Essere capaci di far affidamento sulla persona amata in tempi di necessità
5. Avere una comprensione reciproca con la persona amata
6. Condividere se stessi e i propri averi con la persona amata
7. Ricevere supporto emozionale dalla persona amata
8. Dare supporto emozionale alla persona amata
9. Comunicare intimamente con la persona amata
10. Valorizzare la persona amata

Alla luce dei punti suinidicati potrebbe essere utile effettuare un breve test, individualmente o in coppia, per osservare quanti di questi punti sono presenti nella propria relazione.

“L’intimità nasce con l’autorivelazione. Se si vuole arrivare a conoscere meglio qualcuno, è opportuno fargli conoscere qualcosa di se stessi” (Sternberg, 1999)

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

Possibilità di effettuare consulenze via Skype e telefoniche

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it