IL QUESTIONARIO DEGLI SPOSI

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Un rabbino del Berkshire (Inghilterra sud-orientale) ha inventato il “questionario degli sposi“, si tratta di un test da fare separatamente che comprende 20 semplici domande che vi permetteranno di capire qual è la vostra l’affinità di coppia.

Stampate la pagina di questo post e fate due copie, una per voi ed una per il vostro partner e mettetevi in due stanze diverse.

Rispondete alle domande e poi confrontate le risposte per capire in quante avete risposto allo stesso modo.

Ecco le domande:

1)Qual è il suo piatto preferito?
2)Ad un certo punto lui/lei vorrà un animale domestico?
3)Lei/lui soffre di allergie?
4)Quale è stato uno dei momenti più felici della sua vita prima di incontravi?
5)Quale è stato il momento più triste finora della sua vita?
6)Lei/lui vuole dei figli e se sì quanti e quando?
7)Quanto spesso lei/lui va a far visita alla sua famiglia?
8)Quali tradizioni familiari lei/lui vorrebbe mantenere?
9)Qual’e’ la sua vacanza ideale ?
10)Lei/lui ama risparmiare o spende tutto quello che guadagna?
11)Ritenete che sia facile farle/fargli il regalo di compleanno?
12)Dove le/gli piacerebbe abitare nel giro di pochi anni?
13)Chi ha maggior influenza su di lei/lui, a parte voi?
14)Qual è il suo più grande rimpianto?
15)Lei/lui vuole conti bancari separati o in comune?
16)Che tipo di educazione lei/lui vuole impartire ad ogni figlio?
17)Qual è la sua visione ideale del futuro?
18)Ci sono vostre abitudini o caratteristiche che lei/lui non ama?
19)Che cosa vorreste principalmente cambiare di lei/lui?
20)Quali sono i principali valori che lei/lui ha?

Di seguito come interpretare i risultati:

  • Se voi e il partner avete risposto in modo uguale a 15 domande c’è una grande intesa di coppia che depone favorevolmente per il futuro.
  • Se le risposte in comune sono da 9 a 14 siete nella giusta direzione ma è necessario comunicare maggiormente.
  • Se le risposte sono 8 o meno… è necessario che riflettete ed approfondite il vostro rapporto di coppia.
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    Dott. Roberto Cavaliere

    Psicologo, Psicoterapeuta

    Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

    per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

ALLA FINE L’AMORE MUTERA’ IN UNA FORMA DIVERSA

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Un anno prima della sua morte, lo scrittore F. Kafka visse un’esperienza insolita. Passeggiando per il parco Steglitz a Berlino incontrò una bambina, che piangeva sconsolata: aveva perduto la sua bambola. Kafka si offrì di aiutarla a cercarla e le diede appuntamento per il giorno seguente nello stesso posto.
Incapace di trovare la bambola, scrisse una lettera – da parte della bambola – e la portò con sé quando si rincontrarono. “Per favore non piangere, sono partita in viaggio per vedere il mondo, ti riscriverò raccontandoti le mie avventure…”, così cominciava la lettera.
Quando lui e la bambina s’incontrarono egli le lesse questa lettera attentamente descrittiva di avventure immaginarie della bambola amata. La bimba ne fu consolata e quando i loro incontri arrivarono alla fine, Kafka le regalò una bambola. Ella ovviamente era diversa dalla bambola originale, in un biglietto accluso spiegò… “i miei viaggi mi hanno cambiata”.
Molti anni più avanti la ragazza cresciuta, trovò un biglietto nascosto dentro la sua bambola ricevuta in dono. Riassumendolo diceva: ogni cosa che tu ami è molto probabile che tu la perderai, però alla fine l’amore muterà in una forma diversa.

Da “Kafka e la bambola viaggiatrice”, di Jordi Sierra i Fabra.

AMARE IN “ORIZZONTALE”

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Riporto un significativo brano pervenutomi da una lettrice dei miei blog. 

Invito a commentare 

Mi ami in orizzontale
per quello che ti faccio provare
perchè ti piaccio
perchè mi do’ senza riserve
perchè ti faccio stare bene
perchè davvero ti senti affezionato a me.
Ma poi sai che in verticale
l’amore non è solo quello
e siccome è incompleto
non mi ami.
La prossima volta puoi dirmi “ti amo”. “ti adoro”…. ma aggiungi “in questo momento”.
Quanto lavoro e quanta fatica faccio io per cercare di capire, per cose che dovresti spiegare tu perchè tu le hai dette.
Non mi aiuti lo sai.
Perchè chiedo e non rispondi, allora mi rispondo da sola.
Se solo tu ci fossi……….
Le seghe mentali nascono dalla tua assenza in questi momenti.
Sono sensibile, e due minuti di delicatezza fanno più di un’ora di ruvidià che avvelena sia te che me.
Hai preso il mio cuore, ne hai fatto ciò che hai voluto, e ora che mi accartocci e mi butti via vorresti che io accettassi il cestino dei rifiuti senza un lamento.
Il cestino dei rifiuti non è il mio posto, mi alzo da sola e me ne esco da dentro, ma non puoi chiedermi di esserne felice.
Finchè non lo proverai non portai saperlo. Ma la ruota gira, e solo il dolore ci insegna le cose.
Non tutto il male viene per nuocere.
Abbi almeno rispetto perchè la mia parte è più difficile della tua (distruzione/dolore/ricostruzione contro seccatura), eppure mi sto gestendo e controllando, lo sto facendo in maniera seria, in modo non solo da non tornare più indietro sui vecchi errori, ma anche di uscirne migliore.
Chiedere una spiegazione e cercare un dialogo o un confronto più maturo.
Una risposta chiara e immediata eviterebbe l’insorgere di dubbi, di paure.
Da parte tua prestarsi sarebbe una forma di affetto, di empatia, di aiuto, ma è anche impegnativo…. molto più facile è lasciarsi andare all’impazienza e alla chiusura, perchè se pure hai infranto tutti i cristalli come un elefante potresti almeno dare responsabilmente una mano a sistemare……….
Ho ascoltato tanti improperi senza avere modo di aprire bocca.
Ora si che il discorso è sviscerato e chiuso, per me.
TESTIMONIANZA ANONIMA

COME CHIEDERE “MI VUOI SPOSARE ?”

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Di seguito un brano tratto dal web che esplicita un modo simpatico di chiedere “Mi vuoi sposare ?”. Spesso chiedere all’altro con ironia aiuta ad avere una risposta affermativa.

– Mi vuoi sposare?
– No.
– Davvero No?
– Sì davvero no, non voglio sposarmi.
– Perchè non mi ami?
– Sì che ti amo ma non voglio che ci sposiamo, – ecco se vuoi possiamo levare la S e ci “posiamo”.
– Ci posiamo?
– Sì ci posiamo su un bel prato di fiori magari, e dopo potremmo, se ti va, levare anche la P e così ci “osiamo”.
– Ci osiamo?
– Sì, perchè no, il prato di fiori, io e te che osiamo di noi, e magari quando i sudori saranno un odore solo, leviamo la O, così rimane il ” siamo”.
– Il siamo?
– Sì il siamo, la presenza, e una volta diventati una cosa sola , consapevoli, leviamo anche il SI per dare la nostra conferma al cielo, e tra noi rimarrá solo e per sempre ” amo”.
– Allora ricapitoliamo, sposiamo, posiamo,osiamo,siamo e amo giusto?
– Giusto.
– Lo voglio.


Gio Evan

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

GLI UOMINI VENGONO DA MARTE LE DONNE DA VENERE

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Di seguito brani tratti da “Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere” di John Gray.

Il libro sui rapporti di coppia più venduto nel mondo

Tanto tempo fa, i marziani e le venusiane si incontrarono, si innamorarono e vissero felici insieme perché si rispettavano e accettavano le loro differenze. Poi arrivarono sulla terra e furono colti da amnesia: si dimenticarono di prevenire da pianeti diversi.

John Gray, da “Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere”

Gli uomini e le donne pensano diversamente, vivono diversamente e soprattutto, parlano lingue diverse, per cui comportamenti simili assumono per gli uni e per le altre significati opposti. Ma allora comunicare è impossibile? Assolutamente no, anzi: capirsi può diventare persino un gioco nel momento in cui si è coscienti delle diversità fra uomo e donna.

John Gray, da “Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere”

Quando un uomo sperimenta i suoi limiti, si sente spinto a dar di più.
John Gray, da “Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere”

Se una donna ha bisogno di tenerezza e dolcezza dal suo compagno e tende a dargliene a sua volta, sbaglia, perchè così facendo dà a lui ciò che vuole per se stessa….invece deve comprendere che l’uomo ragiona in maniera diversa da lei e mentre per lei la tenerezza è essenzale per lui lo sarebbe allo stesso modo l’apprezzamento o l’ammirazione per ciò che fa!

John Gray, da “Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere”

Un rapporto di coppia è come un giardino, Per crescere rigoglioso deve essere annaffiato regolarmente. Ha bisogno di cure particolari a seconda della stagione e del clima. Bisogna deporre i semi ed estirpare le erbacce. In modo analogo, per mantenere viva la magia dell’amore è necessario che ne comprendiamo le stagioni e dedichiamo cure adeguate alle speciali necessità dell’amore stesso.
John Gray, “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”

Dal Libro:

“Quando Tom torna a casa, vuole rilassarsi leggendo il giornale. E’ stressato a causa dei problemi irrisolti della giornata e trova sollievo nell’accantonarli.
Anche sua moglie Mary vuole rilassarsi dopo una giornata pesante. Lei, tuttavia, aspira a trovare sollievo parlando dei suoi problemi. Tra di loro, la tensione cresce fino a trasformarsi in risentimento.
Tom è segretamente convinto che Mary parli troppo, mentre sua moglie si sente ignorata. Se non arriveranno a capire le differenze esistenti tra loro, si allontaneranno sempre di più.
E’ probabile che abbiate riconosciuto questa situazione, perché è solo una delle tante in cui si trovano in contrasto gli uomini (i “marziani”, secondo la definizione del Dr. John Gray, esperto della coppia ed autore del best seller “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”) e le donne (le “venusiane”).
Una delle principali differenze esistenti tra uomini e donne è il loro modo di affrontare lo stress.
Gli uomini tendono a chiudersi sempre più in se stessi e a concentrarsi sul problema, mentre le donne tendono a sentirsi sopraffatte ed emotivamente coinvolte. L’uomo si sente meglio se risolve i problemi, la donna se ne parla.
Quando un uomo è turbato, non parla mai di ciò che lo preoccupa. A differenza delle donne, non accollerebbe mai ad un altro uomo il suo problema a meno che l’assistenza dell’amico non gli sia necessaria per risolverlo. Diventa invece estremamente silenzioso e si rifugia nella sua caverna privata per riflettere sul problema ed esaminarlo da ogni angolazione alla ricerca della soluzione. Quando l’ha trovata, si sente molto sollevato, abbandona la caverna ed è pronto al dialogo con la sua donna.
Quando una donna è stressata, invece, trova sollievo nel rivolgersi a qualcuno di cui si fida, rendendolo partecipe del suo disagio e illustrandogli nei dettagli le difficoltà della giornata. Se si sentono sopraffatte dalle difficoltà, le donne traggono beneficio dal rendere gli altri partecipi del loro disagio. E’ questa la loro natura.
L’incapacità di capire e accettare queste differenze crea nei nostri rapporti delle frizioni, che possono minare seriamente la stabilità del rapporto di coppia.
Quando un uomo è chiuso nella sua caverna, è incapace di dare alla sua compagna l’attenzione che desidera. In quel momento egli pensa esclusivamente a risolvere – da solo – il suo problema. Per lei è difficile accettarlo perché non si rende conto del grado di stress a cui lui è sottoposto. Se alla sera il suo compagno le parlasse dei suoi problemi, riuscirebbe a mostrarsi più comprensiva, ma lui rimane chiuso in se stesso e lei finisce col sentirsi ignorata. Capisce che il suo compagno è turbato, ma erroneamente presume che lui non le voglia bene perché non le parla.
Allo stesso modo, spesso anche l’uomo fraintende l’atteggiamento della donna di fronte allo stress. Pertanto, quando la donna vuole sfogarsi parlando dei suoi problemi, egli pone resistenza, dà per scontato che lei lo ritenga responsabile delle sue difficoltà. Maggiori sono i problemi, più – indirettamente – egli si sente rimproverato. Non capisce che lei trova semplicemente sollievo nel parlarne. Non sa che gli basterebbe ascoltarla per guadagnarsi la sua riconoscenza.
Ma allora le divergenze rendono impossibile un rapporto sereno e duraturo? Affatto. Le differenze non dividono, se alla base del rapporto c’è la consapevolezza. Comprendendo le dinamiche che regolano le relazioni tra uomini e donne, entrambi i sessi riusciranno a vedere il mondo con gli occhi dell’altro e – piuttosto che aggravare una ipotetica situazione di stress – saranno complici dell’altro nella sua risoluzione, con forti ripercussioni positive sul benessere e sulla serenità della vita di coppia!

A RISCHIO ESTINZIONE IL SESSO NELLA COPPIA

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Il sesso è destinato a scomparire nel 2030 secondo i dati scientifici analizzati alla Cambridge University da David Spiegelhalter e ampiamente documentati nel suo libro “Sex by numbers” (ovvero il sesso in cifre). Tutto parte dal crollo dei rapporti sessuale mensili delle coppie rispetto a soli 30 anni fa: se negli anni ’90 ci si attestava intorno alle 5 volte al mese, negli anni 2000 si è passati a 4 volte al mese e poi a 3 nell’attuale decennio. Insomma, tempi duri per le coppie. Ma cosa sta succedendo davvero?

Spiegelhalter ha ipotizzato che la colpa sia dell’elevatissimo numero di sollecitazioni esterne ricevuto dalle coppie: smartphone e tablet a letto, tv via cavo con serie televisive ad ogni ora del giorno e della notte, social network da controllare e aggiornare continuamente con foto, post e chi più ne ha più ne metta. Se fino a qualche anno fa dopo le 22.30 non c’era più nulla da fare, oggi volendo si può restare connessi h24. Ovviamente ciò non fa bene né alla vita di coppia né al sesso, tanto da un punto di vista quantitativo quanto da uno qualitativo. Insomma, il fallimento è davvero su tutta la linea.

Spiegelhalter ha fissato la data della ‘fine del sesso’ nel 2030, un giorno non tanto lontano quindi. Oltre all’insoddisfazione generale, ovviamente il rischio è anche quello del crollo demografico e, alla lunga, dell’estinzione. Tra l’altro non è la prima volta che si mette in luce la correlazione tra tecnologia e fine del sesso: nel 2014 una ricerca aveva già dimostrato che la maggior parte dei rapporti viene interrotta da telefonate e notifiche provenienti dallo smartphone. Le coppie sono avvisate: ad un certo punto della serata via tutto (anche i vestiti!), deve tornare l’intimità e la voglia di passare quel tempo da soli col proprio partner.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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IL COLPO DI FULMINE ESISTE ANCHE NELL’AMICIZIA

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Secondo una serie di studi scientifici, resocontati in un articolo pubblicato da “Science of Us”, sito del New York Times, esiste anche l’amicizia a prima vista.

In sostanza può accadere che non appena incontriamo una persona, sentiamo subito che ci sia un legame tale da poter costruire un’amicizia vera e sincera. Una sorta di innamoramento tra amici. E basterebbero solo 10 secondi affinché ci si innamori: in questo brevissimo lasso di tempo, il nostro cervello acquisisce istantaneamente l’immagine di una persona e decide il valore da assegnarle. Quella che possiamo sentire è una sorta di attrazione che ci spinge a voler conoscere quella determinata persona. A spiegare meglio questo meccanismo è l’autrice di uno degli studi pubblicati. Si tratta di Kelly Campbell, professoressa di psicologia alla California State University di San Bernardino: secondo l’esperta si tratta di “un’istantanea connessione tra due persone, facile e che rende la relazione naturale”.

Ed è sempre corrisposta? No, non sempre, proprio come nell’amore. Inoltre, secondo la dottoressa Campbell ci si innamora più facilmente di persone con la personalità aperta, più socievoli e alla mano.

Ad assumere importanza, però, è anche il post-innamoramento. Dopo i primi 10 secondi, infatti, non smettiamo di valutare la persona di cui ci siamo appena “amichevolmente innamorati”: “Quando conosci una persona per la prima volta non ti rendi conto di quanto tu la possa giudicare – spiega la Campbell – in realtà stai solo collezionando informazioni che possano dirti se quell’individuo può davvero soddisfare i tuoi bisogni oppure no”. Quello che facciamo è aggiungere altri piccoli giudizi a quello che abbiamo inconsciamente formulato a prima vista.

Vi sono, dunque, due livelli di valutazione che ci consentono di prendere decisioni: “una maniera cognitiva, razionale, tramite la quale valutiamo consapevolmente i pro e i contro. E una emozionale, di cui fa parte anche l’intuito”.

Dott. Roberto Cavaliere

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INNAMORARSI DIPENDE DAL DNA

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Una ricerca dell’University of East Anglia ha dimostrato come l’innamoramento derivi da un fattore genetico che ci porta a scegliere un partner molto simile a noi.

Lo studio, pubblicato sulla rivista di settore Intelligence, è stato svolto analizzando il Dna di 1.600 coppie del Regno Unito. Tutte le coppie erano sposate o abitavano insieme. Il test ha sottolineato che i simili si attraggono o, come recita il detto, “chi si somiglia si piglia”. I ricercatori hanno dimostrato che coloro che avevano dei determinati geni, ad esempio quelli del successo scolastico, hanno scelto come partner per la vita una persona di buon livello culturale, quindi con un patrimonio genetico simile.

Scegliere il partner in base al Dna potrebbe portare a una ineguaglianza genetica e sociale in futuro, affermano gli studiosi, e si potrebbero creare forti squilibri in termini di educazione e reddito: “Le conseguenze di questo tipo di accoppiamento, che non è lasciato al caso, in materia di istruzione e capacità cognitive, sono rilevanti per la società e per il make-up genetico e quindi lo sviluppo evolutivo delle generazioni successive. Quando una crescente ineguaglianza sociale è guidata da una altrettanto crescente disuguaglianza biologica, le disparità nella società possono essere più difficili da superare e gli effetti possono sommarsi di generazione in generazione” ha affermato David Hugh-Jones, uno degli studiosi.

Dott. Roberto Cavaliere

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LA VERA NATURA DELL’AMORE MATERNO

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INVITO A VISIONARE IL SEGUENTE VIDEO ESPLICATIVO DELL’ARGOMENTO TRATTATO

TEST SUL “GIRONE DANTESCO” DELL’AMORE

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IN QUALE GIRONE DANTESCO DELL’AMORE TI TROVI ?

Inferno 
Non sono stato amato e quindi non mi amo.
Ho bisogno d’amore ma ho paura d’amore. Vorrei essere amato ma ho paura di essere rifiutato un’altra volta. Non mi apro.
Non mi amo e quindi non riesco ad amare.
Vorrei amare, vorrei aprirmi ma ho paura di farlo, non sono capace di farlo, credo di non esserne in grado e allontano chi prova ad amarmi.
Non riesco ad amare e quindi non mi amano.
Non mi amano e quindi non mi amo… e il circolo continua.

Purgatorio 
Non sono stato amato ma provo ad amarmi.
Provo ad amarmi e provo ad aprirmi.
Mi apro e vinco la paura del rifiuto.
Prendo fiducia in me e mi apro un altro po’.
Mi apro e vedo che non è così terrorizzante, che si può fare.
E anche se non sono stato amato provo ad amarmi…
e il circolo progredisce.

Paradiso 
Mi amo perché sono stato amato.
Mi hanno fatto sentire importante e adesso lo sento anch’io.
Mi amo e sono amato.
Gli altri sentono la mia positività e il mio valore che anch’io sento. Così è facile per loro amarmi e aprirsi.
E anche per me è facile aprirmi e farmi amare.
Sono amato e mi amo.
E più intesso relazioni d’amore e più sento che sono capace d’amare, che sono una persona preziosa e importante…
e il circolo continua.»
(dal web)

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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