UN DECIMO DI SECONDO PER IL COLPO DI FULMINE
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
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PSICOBIOLOGIA DELL’AMORE
SPOSI D’UFFICIO – COPPIE SOLO DI SCRIVANIA
E’ il nuovo trend fra le scrivanie. Nulla a che vedere con storie di amore e (o) sesso (poco più che in stallo e non è una novità). Un po’ compagno di banco, un po’ amico del cuore. Lo «hanno» ormai il 32 per cento dei dipendenti Oltreoceano. Fonte: una ricerca della specializzata Vault. Già definiti, da una società di consulenza, anche i paletti, della scoperta figura: deve essere un pari-grado, nessun coinvolgimento fisico (al massimo un platonico corteggiamento) e tutto alla luce del sole alla faccia dei pettegolezzi.
Tre caratteristiche e altrettanti vantaggi: alle donne queste amicizia infondono nuove sicurezze, danno slanci al rendimento e trasmettono buon umore. E qui già le «spose» nicchiano. Lucy Kellaway, editorialista del Financial Times, fa la conta degli «ex» – sei in tutto, ora è single d’ufficio ed è caccia – li ritrova nell’identikit ma assolutamente non nei «benefici»: mai serviti per la carriera, solo all’umore. «Avere uno sposo in ufficio – scrive – ti rende più felice». Con loro parli di tutto (dal gossip ai problemi), ti confronti, vai a mangiare un panino, ridi, litighi.
E quando tutto finisce, ognuno per la sua strada: «Sono compagni di viaggi più o meno lunghi. E capita che sei così contenta che ci sia quel collega in ufficio che al mattino preferisci andare prima per far colazione con lui. Percorsi paralleli che possono anche prendere itinerari diversi – racconta una poliziotta che per regolamento non può dare nome e cognome – spesso, nel nostro lavoro, perché cambiamo sezione o città. O perché ci sono le carriere. E non puoi chiedere a un capo che mantenga con te un rapporto in esclusiva come quando ero un tuo collega. Il suo ruolo vuole che si divida con tutti. Non sarebbe giusto».
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DECALOGO AL FINE DI CONFESSARE UN TRADIMENTO
Un articolo pubblicato sul sito web del Times di Londra sembra sdoganare questa filosofia del silenzio, anche se, ricorda il quotidiano inglese, vi sono casi estremi in cui e’ sempre meglio confessare l’adulterio.
LE DIECI COSE DA SAPERE – Alla fine prima di “vuotare il sacco” ogni fedigrafo pentito dovrebbe pensare a ciò che va incontro e ricordare queste 10 importanti verità:
Articolo completo al seguente indirizzo:http://www.corriere.it/cronache/08_ottobre_20/dieci_cosa_da_sapere_confessare_tradimento_932ea24e-9eb1-11dd-b7ca-00144f02aabc.shtml
VENDETTA COL PORNO (REVENGE PORN)
A dettare il trend, come spesso accade, sono state le star… Ma ora l’idea di mettere su internet foto o video a luci rosse del proprio ex – il cosiddetto “revenge porn”, o “vendetta porno” – sta assumendo dimensioni preoccupanti. Tanto che negli Stati Uniti si inizia a pensare di istituire un reato ad hoc.
GLI ULTIMI CASI – Uno dei casi più recenti è quello di Jared Wolny, 24 anni, e Tessa Komer, 21, due ragazzi dell’Università della Georgia. Dopo una storia lampo, iniziata su internet e culminata in un anello di fidanzamento, la rottura ha spinto Jared a infilarsi nella pagina di Facebook dell’ex ragazza. Per metterci delle foto (della ex), ovviamente senza veli. Jared è stato arrestato a maggio, rilasciato su cauzione, e ora aspetta il processo. Meglio è andata a David Feltmeyer, 34enne di Chesterfield, Virginia: indagato per aver masterizzato su dvd un video a luci rosse della sua ex, e averne distribuite delle copie gratuite con tanto di nome, indirizzo e numero di telefono (sempre dell’ex), se l’è cavata con 90 giorni (sospesi dalla condizionale), grazie a una difesa che spiegava che “questo non è un reato, è solo uno scherzo”.
IL BUSINESS – Chi non scherza, invece, è la fiorente industria del porno su internet. Che ha immediatamente fiutato le potenzialità del nuovo “genere”, creando siti ad hoc (come revengeporn.net, o alcune sezioni su Shoosh Time). «Ma quelli sono video girati da professionisti, che fingono di volersi “vendicare” di qualche ex», spiega Kurtis Potec, 25 anni, direttore di Xtube, una delle moltissime versioni “hard” di YouTube, sulle quali chiunque può mettere il proprio video porno amatoriale. “Il problema, almeno per noi, è che ci arrivano moltissimi video con nome, indirizzo e numero di telefono della ragazza nel filmato. E sono spesso tra i più cliccati”. Solo lo scorso anno Potec ha ricevuto oltre mille richieste da parte di uomini (pochi) e donne (la stragrande maggioranza) per togliere un filmato di “vendetta porno”. “E il trend è in continua crescita, soprattutto tra gli uomini gay”.
E mentre aumenta il numero di casi, cala l’età media degli esposti alla “gogna informatica”. Alex Phillips, 17enne di La Crosse, Wisconsin, non s’è fatto scrupoli a mettere sul suo profilo MySpace le foto nude della sua ex, appena 16enne.
LA LEGGE – «Queste azioni vengono condannate come tentativi di ricatto, o diffamazione», spiega Michael Fertik, 30enne direttore di ReputationDefender, studio legale specializzato nella difesa della privacy. «Ma finché non ci sarà un reato apposito, il rischio è alto». Come difendersi? «La prima cosa da fare è, ovviamente, evitare di girare video o farsi scattare foto porno. Il revenge porn è come una malattia sessualmente trasmissibile: succede solo quando si mescolano sesso e irresponsabilità».
Articolo completo al seguente indirizzo:
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L’AMICODIPENDENZA SU FACEBOOK
Si chiama “friendship addiction”, “amico-dipendenza”, ed è una vera epidemia che sta esplodendo negli ultimi anni, soprattutto a causa del social network Facebook. A individuare e coniare questa nuova patologia è David Smallwood, uno dei principali psicologi britannici, esperto di dipendenze. Smallwood ha scritto su un articolo pubblicato dal quotidiano britannico “Daily Mail” che Facebook alimenterebbe l’insicurezza degli utenti, che non riescono a staccarsi dal sito. Le donne sono particolarmente vulnerabili perché il più delle volte la loro autostima deriva dai rapporti che instaurano con gli altri e Facebook aumenta questa peculiarità emotiva, obbligando gli utenti ad ‘acquisire’ centinai di amici. Facebook ha quasi 60 milioni di utenti, con due milioni di nuovi iscritti a settimana. Alcune ricerche hanno dimostrato che i siti di social networking stanno diventando un sostituto per le famiglie nei paesi dove, come in Gran Bretagna, i legami tradizionali sono diventati più deboli. Smallwood ha dichiarato che almeno il 10 per cento della popolazione è vulnerabile all’“amico-dipendenza”. “Il problema con Facebook è che l’acquisizione di nuovi amici – ha detto lo psicologo – è per quasi tutti un processo di assuefazione. L’acquisizione di amici è come qualsiasi altra fissazione, solo più competitiva. Si viene cioè giudicati da quanti amici on-line si hanno”. Lo psicologo ha raccontato come pian piano un utente possa anche ammalarsi per colpa di Facebook. Secondo Smallwood, Facebook rischia di aggravare la sensazione di essere respinti e potrebbe isolare ancora di più gli utenti alla ricerca disperata di amici on-line.
Data articolo: ottobre 2008 Fonte: salute.agi.it
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SINDROME DEL SORRISO SPENTO
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IN CHIESA LA RICERCA DEL PARTNER IDEALE
Andare a messa per trovare marito o moglie? In fondo, la fede, non solo quella nuziale, è anche questo. Tra le motivazioni che spingono a seguire le funzioni religiose ci sarebbe infatti anche quella di trovare l’anima gemella. Con requisiti difficili da trovare altrove se non in Chiesa. Affidabilità, valori condivisi, una minore predisposizione all’adulterio.
A sostenerlo è una ricerca condotta da Jason Weeden, ricercatore dell’università statale dell’Arizona, negli Stati Uniti. Risultato? Rispetto ad altre caratteristiche come l’età, il sesso, o la ricerca di un contatto con il divino, la possibilità di trovare un compagno di vita in preghiera accanto a noi risulta, secondo Weeden, la spinta più decisiva.
L’analisi è stata condotta su oltre 22mila fedeli che frequentano il culto delle chiese cristiane americane. E nel rispetto del credo biblico “andate e moltiplicatevi”, la ricerca pubblicata sulla rivista Evolution and Human Behaviour, indica come primo fattore di scambio tra i banchi della Chiesa un’empatia particolare su come crescere i bambini, sulla famiglia e sul sesso. Una delle preoccupazioni inconsce per cui ci si innamora in Chiesa sarebbe infatti quella di minimizzare il rischio di un tradimento. Al resto, spiegano i ricercatori, ci pensa la comunità che ha un efficace ruolo di controllo e protezione per entrambi i partner.
Data: 27-09-2008
Fonte e articolo completo: http://salute24.ilsole24ore.com/salute/mentecorpo/44_A_Messa_in_cerca_del_partner_ideale_.php
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QUANDO IL SESSO CURAVA IL MAL D’AMORE
Tra relazioni contrastate e passioni non corrisposte, le pene d`amore hanno tormentato l`anima e il corpo di amanti di tutte le epoche: i medici dell`Inghilterra elisabettiana avevano addirittura identificato una vera e propria patologia con tanto di sintomi e terapie. È quanto emerge dalle ricerche di Lesen Dawson, studiosa dell`Università di Bristol.
Dawson afferma che lettere, diari, ricette mediche, testimoniano che uomini e donne tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo credevano che l`intensità della loro passione erotica li esponesse a gravi rischi per la salute fisica.
Gli studiosi dell`epoca credevano che la frustrazione sentimentale comportasse un aumento della temperatura corporea e della tensione a cui il corpo è sottoposto. Gli anatomisti riferivano di aver visto nei cadaveri sezionati di individui che pensavano fossero morti per troppo amore, cuori letteralmente “bruciati” e diversi danni fisici.
I personaggi shakespeariani hanno, però, qualche consiglio da elargire a un moderno Romeo dal cuore infranto: per guarire le pene d`amore bisogna mantenersi occupati, fare attività fisica o confessare la propria passione a un amico. Anche musica e viaggi sono considerati ottimi espedienti per distogliere da un`insana passione. Ma non è tutto. I medici elisabettiani ritenevano che il rimedio migliore per sanare le ferite d`amore fosse il sesso.
La medicina del tempo era infatti convinta che l`attività sessuale permettesse all`innamorato infelice di espellere umori e liquidi che altrimenti avrebbero finito per infettare anima e corpo. Niente salassi, clisteri, diete particolari o quadri astrali, quindi. Quando l`oggetto del desiderio rifiutava il corteggiamento, meglio ripiegare in fretta su altri obiettivi.
Data: 21-10-2008
Fonte e articolo completo:http://salute24.ilsole24ore.com/salute/lei_e_lui/774_Tra_pizzi_e_sottane:quando_il_sessocurava_il_mal_d_amore.php