MACCHE’ SESSO! I MASCHI SONO ROMANTICI

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Una ricerca propone un ritratto dei ragazzi diverso da quello che popola l’immaginario comune

NEW YORK – Chi lo ha detto che gli adolescenti pensano solo al sesso e che sbuffano annoiati quando gli si parla di amore e romanticherie varie? Non è vero che tra i banchi di scuola superiore i compagni di
Gli attori Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti in una scena del film «Ho voglia di te» (Ansa)
avventure si scambiano commenti e impressioni solo sulle forme delle giovani compagne o fantasticherie su bellezze meno accessibili, come veline e starlette varie: nei loro discorsi ci sono anche sentimenti e pensieri dolci e appassionati. È uno studio pubblicato sul Journal of Adolescence a ridisegnare il profilo dei giovani maschi, smentendo lo stereotipo secondo il quale i ragazzi di 15-16 anni (e dintorni) sarebbero guidati nelle relazioni con l’altro sesso principalmente dall’ormone.

LA RICERCA – Secondo quanto emerso dal report realizzato dagli psicologi della State University of New York di Oswego, nonostante il testosterone continui a guidare molte scelte dei maschi in questione, tra le ragioni del primo appuntamento le motivazioni romantiche superano quelle sessuali. Interrogati sulle ragioni che li spingono a uscire con le ragazze, oltre l’80 per cento dei partecipanti allo studio (un centinaio di sedicenni maschi, eterosessuali, il 40 per cento dei quali sessualmente attivo) ha infatti dichiarato di farlo per un reale interesse nell’altra persona. Insomma, il primo motivo per cui i ragazzini chiedono alle coetanee un incontro non è il sesso, ma il desiderio di una relazione sentimentale in piena regola. Certo la curiosità di approfondire la conoscenza (in tutti i sensi) non manca, e l’attrazione fisica è infatti la seconda principale motivazione indicata dai giovani, la maggior parte dei quali ha però giustificato con l’amore per il partner il desiderio di avere rapporti sessuali. Mentre il 14 per cento degli intervistati ha ammesso di voler fare sesso per perdere la verginità, e il 9 per cento per non restare indietro rispetto agli amici.

STRATEGIA? – Certo qualcuno potrebbe mettere in dubbio la sincerità dei ragazzi intervistati, argomentando che a quell’età appare spesso più furbo mascherare la spinta dell’ormone dietro a motivazioni più adulte responsabili, e a quanto pare anche i ricercatori americani si sono posti il problema, ammettendo che effettivamente non c’è modo di sapere se e quanti hanno detto la verità. Tuttavia, Andrew Smiler, docente di psicologia e autore dello studio, è convinto che si debba dare credito ai ragazzi, perchè se è vero che alcuni di loro sono semplicemente alla ricerca di esperienze, al tempo stesso non possiamo dubitare che per molti altri le relazioni sociali abbiano un loro peso. «I nostri ragazzi non corrispondono al vecchio orribile stereotipo che conosciamo – sostiene Smiler – in genere a loro interessa frequentare e approfondire la conoscenza del partner». Il professore mette inoltre in luce che per molti adolescenti sarebbe importante ricevere consigli e messaggi costruttivi da parte dei genitori in merito appunto a questioni quali il rapporto con le ragazze e il rispetto per le relazioni di coppia, ma sottolinea anche che sono pochi i genitori che parlano apertamente di questi argomenti con i figli maschi, mentre accade più spesso che lo facciano con le figlie femmine. Questo essenzialmente perché si crede, erroneamente, che i maschi non siano emotivi e che siano più superficiali, e perciò spesso gli adulti sorvolano su determinati argomenti, sia che si tratti di relazioni sentimentali o di amicizia.
Alessandra Carboni
18 febbraio 2008 www.corriere.it

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

AVERE UN FIGLIO GAY

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PALERMO – “Ero sotto la doccia, quando mi sono visto mio padre davanti, col coltello puntato”. Motivo: una questione “di onore e di vergogna”. Insopportabile sapere di avere un figlio omosessuale per un pregiudicato 53enne di Palermo. Ha colpito il ragazzo – Paolo, 18 anni – durante una furibonda lite, nel loro appartamento nel quartiere Brancaccio, periferia est della città. I carabinieri hanno arrestato l’uomo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni: adesso si trova rinchiuso in una cella dell’Ucciardone. “Mio padre non mi hai mai accettato”, racconta il ragazzo. “Non ha voluto rassegnarsi al fatto che io sono gay. Ho cercato di convincerlo che la mia non è una malattia, né una cosa sporca, ma è stato tutto inutile. Mi sono reso conto di essere gay un anno fa, e l’ho confessato a mio madre. Lei mi ha capito, ha cercato di aiutarmi, di starmi vicina e di convincere mio padre a rassegnarsi ma l’ultimo anno, in casa, è stato un inferno. Ma questa è la mia natura, non ci posso fare niente”. L’uomo non si rassegna. Segue Paolo, lo spia, non vuole che esca con gli amici. “Pensava che mi prostituissi – dice il ragazzo – E invece io frequentavo solo i miei amici, quelli come me”. Ma la madre, che ha sempre difeso il figlio, tenta di salvare anche l’onore del marito, in cella da sabato con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni. “Voleva solo che lavorasse – spiega – Ha la testa piena di fantasie: vuole fare il fotomodello, insegue la bella vita. Noi non abbiamo soldi, non possiamo mantenerlo”. “Gli ho chiesto di aiutarmi a trovare un lavoro – replica la vittima – ma lui si rifiutava: diceva che si vergognava di presentarmi in giro perchè ero gay”. Tensioni di un anno, dunque, che sabato scorso sono esplose nella violenza. Alessandro torna dal mare e comunica ai genitori che uscirà di lì a poco. Il padre si arrabbia, non si limita alle botte, colpisce il figlio col coltello. “Non ci ho visto più. Troppo la vergogna e il disonore per questa storia”, ha spiegato ai carabinieri. Il giovane, terrorizzato e ancora sotto shock, riporta ferite da taglio sull’avambraccio e sulla mano destra e un trauma cranico facciale; condotto all’ospedale Civico, viene giudicato guaribile in otto giorni. Racconta così l’aggressione, ai microfoni del Tg3: “Ero sotto la doccia, e me lo so no visto davanti con un coltello puntato contro di me”.
Una vicenda simile a quello che le cronache di Pesaro hanno raccontato una decina di giorni fa. Allora fu la madre a sferrare un coltellata alla figlia di 16 anni che le aveva confessato di avere una relazione gay con una diciottenne. La lama si fermò contro la fibbia della ragazza ma per la madre scattò comunque la denuncia per tentate lesioni aggravate. Pregiudizi apparentemente insusperabili sembra abbiamo armato entrambi i genitori. Una recente ricerca europea datata 2003 e condotta dall’Istituto Cattaneo dell’Università di Bologna, fa sapere che ogni cento persone, dieci sono omosessuali. Ogni cento omosessuali, venti accettano la loro condizione; 80 non l’accettano e la sopportano; ventidue pensano al suicidio, cinque compiono tentativi di suicidio. (26 maggio 2008)

Dott. Roberto Cavaliere

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2050…E SARA’ AMORE TRA UOMINI E ROBOT

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Sesso: cambierà il modo di farlo, sia per gli uomini che per le donne, se si riuscirà a realizzare la proposta di un ricercatore britannico, David Levy, autore del libro “Amore e sesso con i robot”.Non più un/a partner, ma un robot, entro il 2050.In questo stesso anno potrebbe addirittura essere contratto il primo matrimonio uomo-robot.Secondo il ricercatore nel giro di 5 anni verranno immesse sul mecato le prime bambole intelligenti, ma ancora incapaci di intrattenere vere e proprie relazioni sentimentali.Con il trascorrere del tempo, questa loro natura fredda, tipicamente meccanica, cambierà e i robot diventeranno sempre più “umani”, sia nell’aspetto esteriore che interiore.Un incubo che sta per diventare realtà o l’inizio di un’avventura che stravolgerà compleamente la vita?Dipende dai punti di vista.Diverse aziende si stanno specializzando nella produzione di uomini-robot e di bambole del piacere, Giappone e Stati Uniti in prima linea. E come poteva essere diversamente.

Dott. Roberto Cavaliere

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AMORE DA UNA NOTTE

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Mentre l’uomo predilige i rapporti occasionali, la maggior parte delle donne li evita. Quelle che soccombono al fascino del “mordi e fuggi” si svegliano con un gran senso di colpa. A sancire ciò che il senso comune aveva già suggerito è un recente studioGli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, scriveva Gray John nel 2004, menttendo nero su bianco ciò che il senso comune aveva già suggerito. Oggi uno studio condotto dai ricercatori della Durham University, condotto su un campione di 1743 persone di entrambi i sessi che avevano avuto rapporti occasionali e pubblicato su Human Nature, conferma una volta per tutte che le donne non sono proprio per i rapporti da una notte e via, anche dopo la rivoluzione sessuale e quella femminista, che avrebbe dovuto quantomeno rendere l’altra metà del cielo più libera di scegliere anche il sesso occasionale. Le ragioni vanno ricercate prima di tutto nella natura. Spiega infatti la professoressa Anne Campbell le donne agiscono in questo modo perché per loro è più importante la qualità della quantita e perhcé ritengono sia più vantaggioso per loro “scegliere il proprio compagno con attenzione, restando fedeli in modo che il prescelto non abbia motivo di credere di allevare figli altrui”. Niente mordi e fuggi, quindi, per lei, anche perché un incontro così la lascerebbe insoddisfatta non tanto per la brevità quanto perché avrebbe la sensazione di non essere stata apprezzata abbastanza dal suo “compagno d’avventura”. Così, spesso, anche dopo essersi lasciata andare e magari aver passato una piacevole nottata, al risveglio viene assalita da sensi di colpa che vanificano il piacere e l’appagamento provato.Non a caso oltre la metà delle donne intervistate ha dichiarato di essersi svegliata provando sensazioni decisamente negative. Al contrario la maggior parte degli uomini (80 per cento) si è detta soddisfatta e orgogliosa della notte di passione, accrescendo in questo modo la sicurezza in se stessi.Perché, dunque, a volte si finisce per accettare la proposta di un incontro senza futuro? La professoressa Anne Campbell non ha dubbi: nella maggior parte dei casi è colpa degli sconvolgimenti ormonali mensili. Istinto, dunque.

Dott. Roberto Cavaliere

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RICERCA DELL’ISTAT SULLO STALKING

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L’Istat presenta i risultati di una nuova indagine per la prima volta interamente dedicata al fenomeno delle violenza fisica e sessuale contro le donne (erano state condotte rilevazioni su molestie e violenze sessuali già nel 1997 e poi nel 2002 nell’ambito dell’indagine Multiscopo sulla sicurezza dei cittadini). Il campione comprende 25 mila donne tra i 16 e i 70 anni, intervistate su tutto il territorio nazionale dal gennaio all’ottobre 2006 con tecnica telefonica. L’indagine è frutto di una convenzione tra l’Istat – che l’ha condotta – e il Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità – che l’ha finanziata con i fondi del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza” e “Azioni di sistema” del Fondo Sociale Europeo.
PRINCIPALI RISULTATI Sono stimate in 6 milioni 743 mila le donne da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita (il 31,9% della classe di età considerata). 5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%), 3 milioni 961 mila violenze fisiche (18,8%). Circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri (4,8%). Il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia attuale o precedente ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner, se si considerano solo le donne con un ex partner la percentuale arriva al 17,3%. Il 24,7% delle donne ha subito violenze da un altro uomo. Mentre la violenza fisica è più di frequente opera dei partner (12% contro 9,8%), l’inverso accade per la violenza sessuale (6,1% contro 20,4%) soprattutto per il peso delle molestie sessuali. La differenza, infatti, è quasi nulla per gli stupri e i tentati stupri.
Negli ultimi 12 mesi il numero delle donne vittime di violenza ammonta a 1 milione e 150 mila (5,4%). Sono le giovani dai 16 ai 24 anni (16,3%) e dai 25 ai 24 anni (7,9%) a presentare i tassi più alti. Il 3,5% delle donne ha subito violenza sessuale, il 2,7% fisica. Lo 0,3%, pari a 74 mila donne, ha subito stupri o tentati stupri. La violenza domestica ha colpito il 2,4% delle donne, quella al di fuori delle mura domestiche il 3,4%. Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. Il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner. Anche nel caso degli stupri la quasi totalità non è denunciata (91,6%). È consistente la quota di donne che non parla con nessuno delle violenze subite (33,9% per quelle subite dal partner e 24% per quelle da non partner). Le donne subiscono più forme di violenza. Un terzo delle vittime subisce atti di violenza sia fisica che sessuale. La maggioranza delle vittime ha subito più episodi di violenza. La violenza ripetuta avviene più frequentemente da parte del partner che dal non partner (67,1% contro 52,9%). Tra tutte le violenze fisiche rilevate, è più frequente l’essere spinta, strattonata, afferrata, l’avere avuto storto un braccio o i capelli tirati (56,7%), l’essere minacciata di essere colpita (52,0%), schiaffeggiata, presa a calci, pugni o morsi (36,1%). Segue l’uso o la minaccia di usare pistola o coltelli (8,1%) o il tentativo di strangolamento o soffocamento e ustione (5,3%). Tra tutte le forme di violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, ovvero l’essere stata toccata sessualmente contro la propria volontà (79,5%), l’aver avuto rapporti sessuali non desiderati vissuti come violenza (19,0%), il tentato stupro (14,0%), lo stupro (9,6%) e i rapporti sessuali degradanti ed umilianti (6,1%). I partner responsabili della maggioranza degli stupri. Il 21% delle vittime ha subito la violenza sia in famiglia che fuori, il 22,6% solo dal partner, il 56,4% solo da altri uomini non partner. I partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate. I partner sono responsabili in misura maggiore anche di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro nonché i rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze. Il 69,7% degli stupri, infatti, è opera di partner, il 17,4% di un conoscente. Solo il 6,2% è stato opera di estranei. Il rischio di subire uno stupro piuttosto che un tentativo di stupro è tanto più elevato quanto più è stretta la relazione tra autore e vittima. Gli sconosciuti commettono soprattutto molestie fisiche sessuali, seguiti da conoscenti, colleghi ed amici. Gli sconosciuti commettono stupri solo nello 0,9% dei casi e tentati stupri nel 3,6% contro, rispettivamente l’11,4% e il 9,1% dei partner. Sono più colpite da violenza domestica le donne il cui partner è violento anche all’esterno della famiglia. Hanno tassi più alti di violenza le donne che hanno un partner attuale violento fisicamente (35,6% contro 6,5%) o verbalmente (25,7% contro 5,3%) al di fuori della famiglia; che ha atteggiamenti di svalutazione della propria compagna o di non sua considerazione nel quotidiano (il tasso di violenza è del 35,9% contro il 5,7%); che beve al punto di ubriacarsi (18,7% contro il 6,4%) e in particolare che si ubriaca tutti i giorni o quasi (38,6%) e una o più volte a settimana (38,3%); che aveva un padre che picchiava la propria madre (30% contro 6%) o che a sua volta è stato maltrattato dai genitori. La quota di violenti con la propria partner è pari al 30% fra coloro che hanno assistito a violenze nella propria famiglia di origine, al 34,8% fra coloro che l’hanno subita dal padre, al 42,4% tra chi l’ha subita dalla madre e al 6% tra coloro che non hanno subito o assistito a violenze nella famiglia d’origine. Le violenze domestiche sono in maggioranza gravi. Il 34,5% delle donne ha dichiarato che la violenza subita è stata molto grave e il 29,7% abbastanza grave. Il 21,3% delle donne ha avuto la sensazione che la sua vita fosse in pericolo in occasione della violenza subita. Ma solo il 18,2% delle donne considera la violenza subita in famiglia un reato, per il 44% è stato qualcosa di sbagliato e per il 36% solo qualcosa che è accaduto. Anche nel caso di stupro o tentato stupro, solo il 26,5% delle donne lo ha considerato un reato. Il 27,2% delle donne ha subito ferite a seguito della violenza. Ferite, che nel 24,1% dei casi sono state gravi al punto da richiedere il ricorso a cure mediche. Le donne che hanno subito più violenze dai partner, in quasi la metà dei casi hanno sofferto, a seguito dei fatti subiti, di perdita di fiducia e autostima, di sensazione di impotenza (44,5%), disturbi del sonno (41,0%), ansia (36,9%), depressione (35,1%), difficoltà di concentrazione (23,7%), dolori ricorrenti in diverse parti (18,5%), difficoltà a gestire i figli (14,2%), idee di suicidio e autolesionismo (12,1%). La violenza dal non partner è percepita come meno grave di quella da partner. 2 milioni 77 mila donne hanno subito comportamenti persecutori (stalking), che le hanno particolarmente spaventate, dai partner al momento della separazione o dopo che si erano lasciate, il 18,8% del totale. Tra le donne che hanno subito stalking, in particolare il 68,5% dei partner ha cercato insistentemente di parlare con la donna contro la sua volontà, il 61,8% ha chiesto ripetutamente appuntamenti per incontrarla, il 57% l’ha aspettata fuori casa o a scuola o al lavoro, il 55,4% le ha inviato messaggi, telefonate, e-mail, lettere o regali indesiderati, il 40,8% l’ha seguita o spiata e l’11% ha adottato altre strategie. Quasi il 50% delle donne vittime di violenza fisica o sessuale da un partner precedente ha subito anche lo stalking, 937 mila donne. 1 milione 139 mila donne hanno subito, invece, solo lo stalking, ma non violenze fisiche o sessuali. 7 milioni 134 mila donne hanno subito o subiscono violenza psicologica 1: le forme più diffuse sono l’isolamento o il tentativo di isolamento (46,7%), il controllo (40,7%), la violenza economica (30,7%) e la svalorizzazione (23,8%), seguono le intimidazioni nel 7,8% dei casi. Il 43,2% delle donne ha subito violenza psicologica dal partner attuale. Di queste, 3 milioni 477 mila l’hanno subita sempre o spesso (il 21,1%). 6 milioni 92 mila donne hanno subito solo violenza psicologica dal partner attuale (il 36,9% delle donne che attualmente vivono in coppia). 1 milione 42 mila donne hanno subito oltre alla violenza psicologica, anche violenza fisica o sessuale, il 90,5% delle vittime di violenza fisica o sessuale 1 milione 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni, il 6,6% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Gli autori delle violenze sono vari e in maggioranza conosciuti. Solo nel 24,8% la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto. Un quarto delle donne ha segnalato un conoscente (24,7%), un altro quarto un parente (23,8%), il 9,7% un amico di famiglia, il 5,3% un amico della donna. Tra i parenti gli autori più frequenti sono stati gli zii. Il silenzio è stato la risposta maggioritaria. Il 53% delle donne ha dichiarato di non aver parlato con nessuno dell’accaduto. 674 mila donne hanno subito violenze ripetute da partner e avevano figli al momento della violenza. Il 61,4% ha dichiarato che i figli hanno assistito ad uno o più episodi di violenza. Nel 19,7% dei casi i figli vi hanno assistito raramente, nel 20,1% a volte, nel 21,6% spesso.

 

Dott. Roberto Cavaliere

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GLI UOMINI, CHE MASCALZONI, MA E’ TUTTA COLPA DELLA BIOLOGIA

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Gli uomini sembrano essere più predisposti al sesso occasionale delle donne. A dirlo stavolta è una ricerca scientifica in piena regola condotta dalla Università britannica di Durham e pubblicata su “Human Nature” per svolgere la quale sono state interpellate 1743 persone di entrambi i sessi. Si è scoperto, così, che mentre l’80 per cento degli uomini non ha problemi nell’avere relazioni che possono durare anche solo una notte, per le donne questo è vero solo per il 54 per cento delle intervistate.A spiegare la differenza, secondo la psicologa Anne Campbell che ha condotto l’indagine, sarebbe la biologia. Mentre gli uomini, infatti, possono riprodursi contemporaneamente con più donne lo stesso non si può dire per il gentil sesso che può condurre solo una gravidanza alla volta. Non solo, ma sempre biologicamente per le donne è molto più conveniente nella cura dei propri figli avere una relazione stabile piuttosto che modificarla ogni volta. In cambio infatti si ottiene la garanzia della protezione e della cura per sé e per la famiglia che si è formata.Resta, però, una domanda. Come spiegare quel 54 per cento di donne che vivono senza problemi anche il sesso occasionale? Anche per questo Anne Campbell ha una risposta, che stavolta rimanda all’evoluzione. “Siamo guidati -spiega la psicologa- da emozioni primarie che sono però già state sperimentate dai nostri antenati. Ora, se le nostre nonne o bisnonne si erano adattate a relazioni di breve termine è molto probabile che lo stesso adattamento riuscirà facile anche alle loro discendenti.”

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E’ UFFICIALE: LUI ASCOLTA, LEI ASSILLA

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SYDNEY (4 luglio) – Adesso è ufficiale: gli uomini non ascoltano, mentre le donne assillano. Due caratteristiche, o se si preferisce, difetti, quasi congeniti, che spesse volte innescano una serie battibecchi che facilmente portano alla lite. Secondo il risultato di una indagine condotta in Nuova Zelanda, questi piccoli battibecchi sarebbero destinati a esaurirsi con il passare del tempo, facilitando la comprensione reciproca all’interno. Eppure sembra già di sentirla all’opera la coppia tipo. «Non ascolti mai quello che dico», dice lei. «Sì che ti ascolto», risponde lui, che invece è assorto nei pensieri più vari. «Oddio speriamo che cambi discorso». Mentre lei già prepara il contrattacco: «No, non mi ascolti», insiste. E via così, finché uno dei due non dedice di cedere all’altro. Altrimenti sarà lite. Niente di inconsueto in questo tipico scambio di battute, anzi è la norma. Ad assicurarlo sono i risultati un nuovo sondaggio online, cui hanno risposto oltre 1.500 persone in Nuova Zelanda. La ricerca, commissionata da Relationship Services, che si occupa di consulenza alle coppie, conferma che l’uomo non ascolta, la donna assilla, e le coppie litigano principalmente sui soldi e sul ruolo di genitore. Dal sondaggio emerge che il 78% delle coppie hanno disaccordi ricorrenti, e di queste il 40% litiga per questioni finanziarie, il 29% per le pressioni sull’uso del tempo, il 26% sui lavori di casa e il 25% sul sesso. Quattro donne su 10 lamentano la mancanza di ascolto, contro tre uomini su 10. Di contro, tre uomini su dieci si dichiarano assillati dalla compagna, contro due donne su 10. Vendicarsi è però inutile e soprattutto inefficace. A dichiararlo è il 70% degli intervistati, mentre solo l’1,7% ammette di aver ceduto alla tentazione. Dai risultati emerge però una buona notizia: le persone imparano con il tempo ad affrontare meglio le divergenze, e tendono a litigare sempre meno. Le coppie più recenti (da 3 a 7 anni), hanno livelli di disaccordi ricorrenti notevolmente più alti di chi è nella relazione da tempo (più di 21 anni). La portavoce di Relationship Services, Hillary Smith, avverte che molti reagiscono al disaccordo perdendo la calma, il che lascia il problema senza soluzione. «È importante mantenere la relazione in buona salute continuando a parlare e non interrompendo la comunicazione».

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LE DONNE PREFERISCONO I CATTIVI

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Narcisisti, impulsivi e manipolatori le caratteristiche vincenti
I cattivi sono i più amati dalla donne. Gli uomini narcisisti, impulsivi e manipolatori rappresentano il sogno proibito del gentil sesso. Sospetti adesso confermati da una ricerca internazionale coordinata Peter Jonason, della Mexico State University di Las Crucis e pubblicata dal settimanale “New Scientist”.Il motivo di tanta fama dei cattivi è nascosta proprio nelle tre caratteristiche psicologiche negative definite dagli esperti narcisismo ossessivo, alta impulsività e abilità nell’essere machiavellici. I cattivi vengono percepiti come più seducenti e anche per questo hanno una vita sessuale più intensa.Lo studio ha esaminato i test condotti su duecento universitari nei quali erano evidenziati i tre tratti psicologici negativi. Ai ragazzi sono state formulate diverse domande sulle loro abitudini sessuali e sul numero di partner che avevano avuto nella vita. Infine hanno dovuto chiarire se preferissero storie brevi o relazioni stabili.Dalla ricerca, che sarà presentata ad un convegno della Human Behavior and Evolution Society a Kyoto in Giappone, è emerso quindi che gli studenti con i tre tratti psicologi negativi più marcati erano quelli con più partner sessuali; inoltre la maggior parte dei “bad boys” ha sottolineato di preferire relazioni brevi, ma intense.I ricercatori hanno anche stilato un elenco di personaggi cinematografici cattivi di successo. Su tutti spicca la figura di James Bond che racchiude in sé tutti la triade negativa.Uno studio parallelo, condotto su 35 mila persone in 57 paesi dallo scienziato David Schmitt della Bradley University di Peoria, nell’Illinois (Usa) ha confermato le intuizioni del team di Jonason. Lo studio dimostrerebbe il legame tra le tre caratteristiche negative e il successo riproduttivo negli uomini. Infatti chi possiede i tre tratti psicologici negativi ha più possibilità di “accoppiarsi”, e riuscire, di conseguenza, ad avere numerose partners. Simona Merlo
FONTE www.comunicaweb.it

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I COSTI DELL’AMORE

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Al primo posto Italia e Francia con quasi 2 miliardi spesi ogni anno
La ricerca dell’amore ci fa penare, trovare un compagno di viaggio ci rende sereni o ci riempie di preoccupazioni. Ma quanto siamo disposti a spendere per la ricerca e per mantenere queste emozioni? Un sondaggio ha chiesto ai single dei 13 Paesi europei di guardarsi dentro le tasche e di fare la somma del denaro speso e investito nell’arco di un anno per tutto ciò che ha a che fare con l’amore: il primo incontro, i regali, ma anche la cura del proprio aspetto, gli aperitivi, le cene, i week end. «La tendenza oggi sempre più diffusa è quella di dedicarsi seriamente alla ricerca del partner – afferma Constantin Wiethaus, Country Manager Parship Italia –; in Italia si rileva una maggiore insoddisfazione nei confronti dei servizi “leggeri” di dating: il flirt o la relazione occasionale, la chat che consente di ottenere un risultato immediato, non rappresentano più lo stimolo principale di chi naviga nella Rete». In Europa – nel 2007 – sono stati spesi 10,36 miliardi di euro. Primi in questa classifica risultano l’Italia e la Francia, a pari merito con poco meno di 2 miliardi (rispettivamente: 1,963 e 1,958). Non badano a spese anche i tedeschi con 1,87 miliardi, seguiti dagli inglesi con 1,6 miliardi. Molto distaccata la Spagna che spende 1 miliardo all’anno. Nella lista di chi spende meno per l’amore troviamo l’Irlanda con 522 milioni, il Belgio con 309 milioni, l’Austria con 244 milioni, la Svizzera con 191 e la Norvegia con 183. Gli svedesi sfiorano i 169 milioni, non lontani dai 156 dei danesi. All’ultimo posto l’Olanda, in cui vengono investiti complessivamente solo 92 milioni. In Europa l’importo medio di spesa annuale per ogni single è pari a 260 euro. Nel complesso, sono 42 milioni i single europei attualmente alla ricerca del partner; in Italia 4,7 milioni si dichiarano attivamente coinvolti nella ricerca del partner e spendono in un anno 418,44 euro a testa. In questa cifra rientrano oltre a cioccolatini, fiori e ogni genere di regalo, sedute dall’estetista, aperitivi, cene e week end, anche le spese per il dating on line. Negli ultimi dodici mesi, gli italiani si sono impegnati di più nella ricerca di un partner con una media di 3,5 incontri. Seguiti dagli austriaci con 3 incontri e dagli svizzeri con 2,7. La percentuale più bassa spetta agli inglesi con appena 1,4 incontri. Dalla ricerca è emerso che a livello europeo, in questo momento, un single su due sta chiedendo aiuto al dating on line (un po’ meno gli italiani: uno su tre). Il 48% degli intervistati (47,30% dei single italiani) dichiara di impiegare almeno tre anni per la ricerca di un partner.

 

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AMORE MULTIPLO

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Due partner, o tre. Ma alla luce del sole. Cresce, negli Usa, la tribù dei poliamoristi. Per i quali la monogamia è innaturale

Tilda SwintonQuando è stato annunciato che a vincere l’Oscar nella categoria della miglior attrice non protagonista era stata lei, Tilda Swinton è apparsa incredula, sul viso stampata la domanda: io? Poi è salita raggiante sul palco a raccogliere l’ambito trofeo, ma prima ha dato un bacio e un abbraccio a Sandro Kopp, un pittore tedesco di 29 anni conosciuto durante le riprese di ‘Cronache di Narnia’ e col quale la Swinton ha una relazione sentimentale. E John Byrne, l’uomo con il quale sta assieme da 18 anni? Era nella loro tenuta in Scozia, vicino a Inverness, con Xavier e Honor, i loro due gemelli di 10 anni. “John è un uomo straordinario e un padre fenomenale”, sostiene la coprotagonista di ‘Michael Clayton’. “Viviamo nella stessa casa, ma vado in giro per il mondo con un pittore delizioso”. E non ha problemi con questo tipo di ménage? “Viviamo sotto lo stesso tetto, ci amiamo e ci ameremo per il resto delle nostre vite, amiamo i nostri figli”, continua. “Quanto al resto, sono affari nostri”.Affari che inevitabilmente hanno finito invece per venire discussi e dibattuti: quando ci sono, i triangoli sentimentali vengono tenuti nascosti e raramente sbattuti in faccia a un pubblico di un miliardo di persone. Ma per Anna Wagner, segretaria in uno studio legale di Washington che chiama Jim il suo ‘partner primario’, e che ha una relazione con Timothy che a sua volta convive con Carla, la rivelazione dell’attrice quarantasettenne non l’ha sorpresa più di tanto. “Se mettiamo da parte la fama e il denaro, la relazione sentimentale di Tilda è esattamente come quella di tante persone che conosco”, sostiene. Persone come la Wagner e la Swinton si considerano ‘poliamoristi’: hanno relazioni con più di un partner senza sentirsi né dei traditori né degli ipocriti perché lo fanno alla luce del sole e con il consenso di tutti. E sono convinte di avere trovato, mentre il matrimonio e le relazioni monogame mostrano segni di tensione e di fatica, una soluzione a sua volta irta di incognite e difficoltà ma sempre più diffusa e accettata. “Quelli della mia generazione riconoscono che quando devono decidere quale tipo di famiglia vogliono creare hanno molte scelte”, conferma Diane Adams, un’avvocatessa ventottenne di New York la cui famiglia è composta da lei e da due uomini.

Secondo un sondaggio condotto dal sito di Oprah Winfrey, ben sette americani su cento sono coinvolti in relazioni aperte. Un numero forse eccessivo, il prodotto di un campione statistico non scientifico. Ma i poliamoristi crescono. Perlomeno, sono sicuramente più visibili: hanno vari siti in Rete, giornali come ‘Loving more’, gruppi di supporto, un libro che è una sorta di manifesto e che è diventato un best-seller intitolato ‘The Ethical Slut’, la sgualdrina etica. Hanno anche uno show televisivo col quale identificarsi: ‘Big Love’, la storia di un uomo (l’attore Bill Paxton) che si divide tra tre donne, altrettante case e un gran numero di figli. E ogni paio di mesi si riuniscono, nella East come nella West Coast, per scambiare opinioni, per darsi supporto, per contarsi, per partecipare a seminari che hanno titoli come ‘Tre, quattro o più’, ‘Come rivelare di essere poly’ o ‘Gestione della gelosia’.
Hugh Hefner a una festaPer il Merriam-Webster poliamori è ‘la pratica di avere più di una relazione romantica alla volta’. Una pratica entrata nel dizionario solo due anni fa ma che ha radici nei tempi biblici. “Abramo, Davide, Giacobbe e Salomone erano tutti poligami e prediletti da Dio”, ricorda Jonathan Turley, professore di diritto pubblico alla George Washington University. Diego Rivera aveva accettato che la sua donna, Frida Kahlo, avesse relazioni con altri uomini e donne, Leon Trotsky compreso. Hugh Hefner gira sempre accompagnato da almeno due girl-friends. E Warren Buffett, investitore diventato l’uomo più ricco del mondo, sino a quando – tre anni fa – gli è morta la moglie Susie, mandava auguri di Natale firmati da ‘Warren, Susie and Astrid’. Astrid? La sua seconda e molto pubblica partner.
(05 agosto 2008)

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it