L’HO LASCIATO E MI RIVENDO I SUOI REGALI

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Una vetrina online per cuori infranti. Negli annunci rancori, bugie e tradimenti
ELISABETTA PAGANI
TORINO Lui la voleva comprare. E ora lei se lo rivende. Sottocosto e alla migliore offerente. Benvenuti nel mercato telematico dei regali degli ex innamorati. Una vetrina online in cui esporre gingilli ricevuti da ex mariti e fidanzati e spiattellare rancori e delusioni sentimentali. Per chi avuto molti partner, soprattutto se generosi, la tentazione di rivendersi il tesoro accumulato in anni di fidanzamento sarà irresistibile. In sei mesi, infatti, il portalewww.exboyfriendjewelry.com ha agganciato oltre 5 mila utenti, che hanno messo in vendita quasi 3 mila regali. La metà sono anelli di fidanzamento e fedi nuziali, ma frugando nella lista di questa eBay per cuori infranti si trova di tutto, anche un abito da sposa «usato una sola volta», assicura la venditrice fresca di divorzio.La trovataL’idea del sito è venuta all’attrice e scrittrice Megahn Perry, spiega la newsletter di tendenze «Not». «Non riuscivo più ad avere sotto gli occhi la parure di gioielli del mio matrimonio – racconta Megahn, lasciata sull’altare -. Così un giorno ho fatto un giro per Los Angeles cercando di piazzarla ma sono tornata a casa con la borsa ancora piena». Parlandone la sera a cena ecco l’illuminazione: creare un sito in cui far incontrare domanda e offerta. Un mercato on-line che però fosse anche una community in cui scambiarsi opinioni e riversare cattiverie sugli ex. Il meccanismo è semplice: per vendere basta iscriversi (è gratuito) e inserire foto, descrizione e prezzo del gingillo d’amore di cui ci si vuole sbarazzare. Prima di compilare le informazioni sul gioiello, però, si deve allegare una piccola spiegazione della rottura della relazione sentimentale. E allora ecco apparire, sopra un delizioso paio di scarpe «svendute» a 25 dollari, la delusione di a_licious83: «Mi ha coperta di diamanti e borse firmate per colmare la sua mancanza d’amore. Ci ho messo 6 anni e mezzo per capirlo». È finita e ora lei si rivende tutto ciò con cui lui la voleva «comprare». Sul sito la scelta è ampia: la sezione più gettonata è quella degli anelli, ma ci sono anche vetrine per orecchini, orologi, braccialetti e collane. Le più curiose sono le ultime due: l’amara «Gifts that should have been jewelry» (cioé regali che sarebbero dovuti essere gioielli) e «For the boys» (l’angolo dedicato ai maschietti). Le testimonianzeI racconti delle donne che si liberano di gioielli sperando di scrollarsi di dosso il passato sono di tutti i tipi. Alcune lo fanno per soldi, altre perché soffrono ogni volta che, aprendo il portagioie, rivedono quel gioiello. Altre ancora perché, finalmente, si possono sbarazzare di cianfrusaglie che sono state obbligate a sfoggiare per compiacere il partner. Di solito, per ricevere regali azzeccati, le donne sono costrette a passare e ripassare davanti a una vetrina indicando sempre lo stesso oggetto, così da far capire i propri gusti. Shoequeen24, invece, scartava sempre quello che desiderava. «Fortunata, direte voi», scherza ora la ragazza sul sito. Insomma, trovare un fidanzato che intercetta il gusto femminile non è da poco. «Peccato che – chiude – ho scoperto che il mio non era il “tipico uomo” e mi tradiva… con un altro uomo. Ora voglio buttare tutto quello che mi ha regalato». Alle romantiche fan di Audrey Hepburn sembrerà una follia, ma c’è anche chi riesce a disfarsi di un gioiello Tiffany. E per una manciata di dollari. Gli uomini nel sito quasi non compaiono, almeno in forma attiva. «Date un’occhiata – consigliano però le fondatrici ai maschietti – troverete gioielli a prezzi stracciati per le vostre nuove fidanzate». Ma attenzione ai doppioni alla Sarkozy, brontola un’utente che si è trovata al collo lo stesso ciondolo di tutte le ex innamorate del fidanzato. Gli uomini, però, per ora rimangono in disparte e c’è chi vende per loro. «Me l’ha lasciato sul tavolo di ritorno da un viaggio d’affari ed è sparito», si dispera una donna presentando la fede dell’ovviamente ex marito per 250 dollari. E un’altra, sposata con un uomo al secondo matrimonio, vende la sua prima vera: «Starà con me per tutta la vita, non dovrebbe servirgli più», si augura per 115 dollari.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

IN ALLATTAMENTO AUMENTA L’ORMONE DELL’AMORE

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Quando un bebe’ viene allattato al seno il cervello della mamma subisce dei cambiamenti. In particolare, aumentano nel cervello delle mamme i livelli di ossitocina, il cosiddetto ‘ormone dell’amore’. E questo aiuterebbe le mamme a stabilire un legame ancora piu’ profondo con il proprio figlio. A sostenerlo e’ stato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Wareick University e pubblicato sulla rivista Public Library of Science Computational Biology. Secondo i ricercatori, il rilascio di livelli massicci di sostanze chimiche come l’ossitocina migliorerebbe i sentimenti di fiducia, amore e affetto della madre nei riguardi del proprio figlio. L’ossitocina, noto anche come ormone della fiducia e delle coccole, e’ prodotto naturalmente nell’ipotalamo, una parte del cervello grande quanto una mandorla che controlla la temperatura corporea, la sete, la fame, la rabbia e la stanchezza. L’ormone e’ inoltre coinvolto anche nel sesso e nell’attrazione sessuale e promuove sensazioni di fiducia, contribuendo a ridurre la paura. Per i ricercatori, l’ossitocina viene rilasciata nel sangue nel corso della produzione del latte materno, inondando il cervello durante l’allattamento. Ma fino ad ora non e’ mai stato scoperto come poche migliaia di cellule del cervello fossero in grado di rilasciare l’ossitocina e cambiare l’umore delle mamme. In genere, i neuroni rilasciano sostanze chimiche, come l’ossitocina, in dosi relativamente molto piccole. Ma i ricercatori hanno dimostrato che quando la mamma allatta al seno il proprio bambino, i neuroni materni rilasciano l’ormone dai loro dendriti, la parte della cellula che di solito riceve, piuttosto che mandare informazioni. Questo ulteriore rilascio di ossitocina, quindi, provocherebbe un”esplosione’ di affetto tra la mamma e il figlio. Un”esplosione’ che potrebbe spiegare il perche’ dell’esistenza di un legame speciale tra la mamma che allatta il proprio figlio al seno. (AGI)(AGI) – Washington 18 luglio –

 

Dott. Roberto Cavaliere

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TROPPA INTIMITA’ FA’ PERDERE IL MISTERO

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E’ di un anno fa ma sempre attuale “L’intelligenza erotica. Riconciliare erotismo e quotidianità” di Esther Perel, psicoterapeuta esperta di coppie e problemi sessuali che ha uno studio a New York, che spiega come risvegliare le passioni sopite e riscoprire una sessualità nuova e intensa. Per diventare davvero intimi, come promette l’autrice.
Si perché quello che ribadisce ad ogni intervista (le è bellissima: 49 anni portati con una disinvoltura da adolescente e con la sicurezza di una donna matura ed affascinante) è che si è sposata tre volte, ma con lo stesso uomo; perché ogni volta si faceva riscoprire, e lo riscopriva.
L’idea fondamentale dell’esperta è bene espressa dal titolo originale del libro Mating in Captivity, letteralmente accoppiarsi in cattività. Secondo la Perel, infatti, la democrazia a letto non funziona e la costante ricerca delle coppie di tranquillità domestica e sicurezza affettiva portano in genere ad un precoce crollo del desiderio. E’ qui l’errore: tutto questo viene scambiato per intimità, ma non c’è niente di peggio, per la psicoterapeuta, che questa eccessiva intimità per generare quella perdita di intrigante mistero che è invece il sale del desiderio.
Il libro non è dedicato a coppie in crisi, ma a partner felici della loro relazione che dopo alcuni anni vedono un crollo del desiderio e vogliono fuggire dalla routine. Esther Perel dice che bisogna tornare a desiderare ciò che si ha già. Ecco quindi la ricetta: meno intimità, meno parità, più egoismo ed un pizzico di gelosia. L’intimità infatti, rafforza l’amore, l’intesa di coppia, ma uccide l’attrazione fisica. “Questo accade perché molte coppie confondono l’amore con la fusione totale –sostiene la Perel-. L’erotismo invece richiede separatezza: nasce nello spazio fra sé e l’altro; perciò tornate a coltivare i vostri spazi al di fuori della coppia per potervi ritrovare dopo con più intensità”.
Quanto alla democrazia poi, sarà pure la forma migliore per governare una nazione, ma non di certo per vivere una sessualità travolgente. “Il desiderio sessuale non è politicamente corretto: è un dato di fatto “. E per finire meno certezze e senso di appartenenza. Amore vuol dire gelosia perché “la passione è direttamente proporzionale alla quantità di incertezza che riusciamo a tollerare in un rapporto”, avverte la Perel.
“Rinunciare a qualche sicurezza ci fa ritrovare un’intesa erotica che può essere domestica, ma non addomesticata. Se ciò che mantiene desto l’erotismo di coppia è la legge del rischio, ben vengano quindi gelosie, conflitti e piccoli segreti reciproci, libertà di istinti e trasgressioni, giochi di potere e aggressività”. Sempre con il massimo del rispetto. Adele e Alan sono al secondo matrimonio per entrambi, hanno una bimba di cinque anni ed una vita agiata. Lei è avvocato, lui biologo. Diversi tra loro, hanno vissuto un momento di travolgente passione: passavano giorni interi letteralmente “abbozzolati” a letto a fare l’amore, coccolarsi e parlare, rifare l’amore e così via.
Arrivano dalla Perel perché scoprono di non desiderarsi più eroticamente, ma di amarsi moltissimo. In questa routine però, Adele una sera avverte un brivido, che le fa capire cosa sta “perdendo”: vede una donna corteggiare suo marito ad una cena e si ingelosisce; ma non solo: scopre di avere accanto a sé un uomo, non solo un marito. La soluzione offerta dalla Perel parte da questo spunto: un po’ di “estraneità”.
Jed e Coral sono sposati da dieci anni; lui è un tipo apparentemente pacato, lei è una energica ed organizzativa. Ma la vera fantasia sessuale brucia in Jed: quando fanno l’amore è lui che ci mette tutto: calore, atmosfera, preliminari, dolcezza e ardore. Lei si lascia amare. Questo, dopo un po’, spegne la passione nella coppia, si recano quindi dalla Perel. Lui è risentito con la moglie, le rinfaccia di essere organizzativa anche nell’intimità, quando invece dovrebbe lasciar andare la smania di controllo e trasgredire un po’. Il suggerimento della Perel è per lei: senza snaturare il suo comportamento, usare la sua managerialità anche in intimità, cioè chiedere al compagno quello che le piace di più.E raccontarne gli effetti.

Dott. Roberto Cavaliere

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CUCINA ED EROS: BINOMIO VINCENTE

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ROMA – La “bella stagione” non è, ovviamente, quella in cui la vita di coppia gode di momenti migliori. Sarà perché in vacanza si passa più tempo insieme, sarà perché la stanchezza e lo stress di un anno di lavoro si fanno sentire. Sarà, più semplicemente, perché ciascuno ha il suo modo di intendere la villeggiatura, comunque, per la maggior parte di sociologi e psicologi le occasioni di bisticcio non si contano.
La ricetta per stemperare il nervosismo, per gli esperti, vive nelle ricette: ossia passa dalla cucina e il cucinare. Il cibo è infatti uno dei pomi della discordia, su cui si litiga più frequentemente. Il rimedio, quindi, partirebbe dalla radice stessa del problema: un’ora al giorno insieme per preparare un pasto fa riscoprire la complicità e la voglia di giocare, creando un importante occasione di dialogo e interscambio. Senza contare che, cucinare insieme, secondo il 61% degli esperti intervistati, fa anche bene alla salute e alla linea.
Una ricerca di “MauriLab”, effettuata su duecento italiani e analizzata da ottanta esperti, tra psicologi, sociologi, chef e aromaterapeuti, propone, infine, di trasformare la vacanza all’insegna della wellness cucina e riscoprire eros e intimità. Occorre partire dal giocare con gli ingredienti, dalla manipolazione e dalla complicità che si crea nelcucinare, per favorire lo scoppio della passione.

Dott. Roberto Cavaliere

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L’AMORE NELL’ERA DEL SMS-APPEAL

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Bocciati i contenuti sgrammaticati e quelli dotti: sono indice di difficoltà e solitudinedal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA – Gli uomini sono avvertiti: il “sex appeal” non basta più. Quello che serve oggi, per fare colpo sulle donne, è il “text appeal”, ovvero l’abilità nello scrivere messaggini telefonici in grado di affascinare, conquistare, far divertire. Lo rivela un sondaggio condotto in Gran Bretagna, da cui risulta quello che molti di noi probabilmente già sospettavano: il mazzo di fiori funziona sempre, come gesto di seduzione e galanteria, ma il messaggino giusto è imbattibile. Sarà per questo che il mondo è pieno di uomini, e donne, a capo chino a messaggiare sul proprio telefonino. Tre donne su quattro, per l’esattezza il 76 per cento, dicono che il modo di messaggiare di un uomo influenza il giudizio che se ne fanno ed è una parte essenziale della maniera moderna di essere romantici. Dipende, tuttavia, da che tipo di messaggini l’uomo in questione manda alla donna del suo cuore. Il sondaggio identifica ben quattro categorie. C’è il genere “Russell” (forse ispirato dall’attore Russell Crowe), usato da circa un terzo degli uomini: un messaggino di media lunghezza, ironico, malizioso, allusivo, insomma un flirt-text in piena regola. Il 68 per cento delle donne dicono di sentirsi attratte da questo tipo di messaggini – e dagli uomini che li inviano. Ma attenzione a non esagerare con le allusioni: se sono troppo pesanti, il 23 per cento delle donne chiudono la comunicazione e non rispondono. Un quarto degli uomini preferiscono il genere “Bond” (da James Bond, naturalmente): un messaggio breve, che va dritto al punto, senza rivelare emozione. Ma il 56 per cento delle donne non apprezzano questo tipo di messaggini, considerandoli indice di una mancanza di personalità o di immaginazione. Poi c’è il genere “Simbolico”, usato solo da un quinto degli uomini: il messaggino scritto con abbreviazioni e sigle, nel linguaggio particolare degli sms usato in particolare dai più giovani. E puntualmente il 63 per cento delle donne lo trovano un linguaggio infantile e sciocco. L’ultima categoria è il tipo “Paroloni”, a cui ricorre il 20 per cento circa degli uomini: messaggini molto lunghi, poetici, con citazioni dotte. Ma il 58 per cento delle donne lo reputano un tipo di sms “disperato”, di uomini soli e in difficoltà. Un’altra caratteristica che raffredda le donne sono gli errori di grammatica e sintassi negli sms: il 41 per cento pensa che l’uomo che li ha inviati sia poco intelligente o poco colto.

Quanto alle donne, anche loro dedicano grande impegno e grande attenzione ai messaggini. Quando conoscono un uomo che le interessa, il 76 per cento afferma di passare almeno quindici minuti a decidere che cosa scrivergli in un messaggino, e il 38 per cento si consulta addirittura con un’amica prima di inviarlo. Inoltre, il 63 per cento ammette di ritardare deliberatamente di almeno un paio d’ora la risposta a un sms di un uomo, per farlo sospirare e non fargli credere che sia troppo facile conquistarle. Dunque portiamo pazienza, amici uomini: se la risposta non è ancora arrivata, non significa necessariamente che non abbiamo speranze. Anzi, magari, significa il contrario. (11 luglio 2008)

Dott. Roberto Cavaliere

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OGNI COPPIA PRESENTA UN ALTO RISCHIO DI TRADIMENTO

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NON E’ una buona notizia per le coppie, neonate o navigate: le probabilità di tradire il partner in una relazione, quantificate ora da uno studio canadese, sono impietosamente alte, dal 40 al 76 per cento. Un colpo per il buonumore e la fiducia o forse una presa di coscienza della realtà. Di certo, il numero ha stupito anche i ricercatori del dipartimento di psicologia dell’Università di Montreal che hanno condotto lo studio, il primo che cerchi di trovare una spiegazione scientifica per un comportamento che mette quotidianamente a rischio famiglie e unioni pluriennali. “E’ una cifra molto alta” ammette la dottoressa Geneviève Beaulieau-Pellettier. Ma quello che sfugge è la motivazione ‘autodistruttiva’ che spinge a mettere a rischio una relazione consolidata. In particolare gli scienziati hanno cercato di capire se l’infedeltà sia collegata a una fobia dell’impegno sviluppata fin dall’infanzia, sulla quale ha un’influenza fondamentale il comportamento dei genitori in casa, che si osserva da bambini. Secondo i ricercatori, il traditore per eccellenza ha il seguente identikit: non è a proprio agio in intimità, cerca relazioni sessuali al di fuori della coppia e non si fa troppi problemi a tradire la fiducia del compagno.
…. L’infedeltà potrebbe essere una precisa strategia emotiva adottata dalle persone che hanno difficoltà di attaccamento e impegno. Tradendo, si distanziano dal partner e mantengono il loro spazio e la loro libertà, spiegano gli scienziati. Non a caso la ragione più citata dai volontari per spiegare il loro comportamento è stata proprio la volontà di distanziarsi dal compagno per evitare di sentirsi impegnati. L’unica consolazione di fronte a questo quadro è la sostanziale equità fra i due sessi: lei tradisce quanto lui. Con buona pace dei luoghi comuni. (10 settembre 2008)
Articolo completo al seguente indirizzo:

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NEL DNA SI DECIDE SE ESSERE SINGLE O IN COPPIA

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Basta frustrazioni amorose o eterni sospiri. E’ la genetica che conta nelle relazioni affettive. La scienza dice che è tutta colpa di un gene se non funzionano le storie d’amore. Sono giustificati quindi i single incalliti. Ovviamente ci sono molte ragioni che portano alla rottura di un rapporto di coppia, ma questa è la prima volta che uno studio valuta come un gene sia associato ai fallimenti sentimentali. Le “rotture” frequenti sono causate da una piccola variazione del Dna, o meglio l’alterazione del gene che produce la vasopressina (una molecola implicata nei meccanismi di formazione della memoria, ma anche nella pressione arteriosa).La ricerca è nata per capire meglio i problemi relazionali, ed è stata condotta dall’Istituto Karolinska di Stoccolma su 550 gemelli fidanzati o sposati. Le coppie sono risultate soddisfatte o insoddisfatte a seconda che il gene fosse regolare o anomalo. Così i ricercatori hanno scoperto che a ogni variazione del gene corrisponde un modo diverso di vivere il rapporto di coppia.Hasse Walum, uno dei ricercatori, si cautela sottolineando come gli effetti di questa differenza genetica sono relativamente modesti e soprattutto non possono fare previsioni realistiche sulla propria vita amorosa. Il gruppo di studi spera che queste scoperte genetiche diano risultati utili per la vita affettiva ma anche risolvano gravi problemi relazionali come l’autismo.
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PER L’UOMO IL SESSO E’ UN CHIODO FISSO

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Si sa, per l’uomo il sesso è un chiodo fisso. Fino a questo momento si pensava che la ricorrente attenzione maschile per la sfera sessuale dipendesse soprattutto dagli ormoni: ora invece la scienza ha scoperto che la colpa di questo “tarlo” dipende soprattutto dalla conformazione del suo cervello. Insomma, c’è del vero nello stereotipo che vuole il maschio tutto donne e motori, anche se con qualche precisazione, anche a sorpresa. Eppure, pur essendo un elemento assiduo e assillante, la passione maschile è del tutto cieca: davanti a una donna, i livelli di testosterone si “impennano” indipendentemente dalla bellezza o meno della fanciulla in questione. Gli esperti sono giunti a queste conclusioni grazie a due diversi studi: il primo, dedicato alla conformazione del cervello maschile, è stato pubblicato sulla rivista scientifica “New Scientist” ed è stato realizzato dagli esperti della Harvard Medical School e dell’università della California. Il secondo, invece è opera di un team olandese, per la precisione degli esperti dall’università di Groningen, ed è stato effettuato su un gruppo di giovani studenti. Secondo gli esperti americani, i cervelli dell’uomo e della donna sono diversi, sia nella conformazione che nel processo di elaborazione delle emozioni e hanno delle caratteristiche ben precise. Nell’uomo, in particolare, la parte di materia grigia che si occupa di dar vita a sensazioni erotiche e a pensieri osé è più grande e più sviluppata rispetto al corrispettivo femminile; questo è il motivo per cui i pensieri e gli stimoli sessuali sono più assidui e frequenti per lui che non per lei. Il cervello “in rosa”, invece è maggiormente dedito al processo decisionale e alle emozioni.

E questo “gap” di genere, non si ferma qui: fra maschi e femmine è diversa persino la percezione delle sensazioni legate all’assunzione di droghe. Gli esperti della Harvard Medical School e dell’università della California se ne sono accorti mettendo a confronto 45 regioni cerebrali di donne e di uomini. Le differenze emerse sono di tipo anatomico, al contrario di quanto si pensava in passato, con una diversa architettura cerebrale per lui e per lei.

Lo studio olandese, pubblicato sulla rivista “Hormones and Behaviour”, dimostra invece che basta la presenza di una donna, indipendentemente dalla sua bellezza, ad accendere la passione maschile, misurata attraverso i picchi di testosterone. Come riferisce il britannico “Sunday Telegraph”, hanno partecipato allo studio 63 ragazzi tra 21 e 25 anni. Ciascun giovane, senza essere al corrente degli studi che si stavano compiendo, è stato accompagnato in una stanza con la scusa di risolvere un sudoku. Qui si trovava già una donna del tutto estranea, impegnata a risolvere un rompicapo simile. Dopo cinque minuti, gli esperti hanno constatato un aumento medio dell’8% del livello degli ormoni maschili, misurata tramite campioni di saliva. In seguito, ai ragazzi è stato chiesto un parere sull’aspetto fisico della ragazza e dalle risposte è emerso con chiarezza che la loro opinione a riguardo non ha influenzato l’aumento del testosterone. Dallo stesso esperimento è risultato che agli uomini catalogati come più aggressivi o “dominanti” i livelli di testosterone erano cresciuti ancora di più, mentre erano restati invariati quando il giovane veniva lasciato solo in una stanza con un altro uomo.
Secondo i ricercatori si tratta di una reazione automatica e inconscia che il fisico maschile mette in atto per predisporre l’uomo all’opportunità di un possibile accoppiamento. La crescita ormonale diventa visibile anche in virtù di alcuni cambi di atteggiamento che l’uomo mostra in presenza di una donna: raddrizza le spalle, guarda la donna direttamente negli occhi e gesticola molto con la mani. Spiega Leander van der Meij, che ha guidato il team di scienziati nella ricerca: “Una volta cresciuti i livelli, gli uomini possono apparire più dominanti. Per questo sono più propensi a ‘esagerare’ nei loro racconti per impressionare la donna. Tutti sanno che le donne sono attratte da questo, dal tipo dominante”.
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I SEGRETI DELLE COPPIE CHE DURANO

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Werner Bartens, caporedattore scientifico del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, ha passato in rassegna diverse ricerche sull’argomento per raccogliere una serie di consigli che possono aumentare la probabilità di successo di una vita a due. Li propone nel libro La scienza delle coppie che durano (Urra-Feltrinelli editore): una sorta di vademecum per resistere alla prova degli anni ed evitare che la routine spenga l’entusiasmo di stare insieme, giorno dopo giorno.

La giusta dose di gelosia, la suddivisione equa dei compiti tra casa, famiglia e lavoro, e la volontà di discutere dei problemi, rispettando però preoccupazioni, esigenze e idee del partner, per esempio, possono contribuire al successo del rapporto. Non giova invece alla relazione «la pretesa assurda» che la passione, quella iniziale, «travolgente e favolosa», duri per sempre.

 Rispettate le diverse fasi dell’amore
Essere consapevoli che le relazioni attraversano diversi stadi è un tassello importante del puzzle. Bartens infatti avverte che «chi rimpiange continuamente il fuoco perduto dell’inizio non avrà mai una relazione riuscita». Mentre, al contrario, “quando i partner sono consapevoli che non ci sarà solo un calo del desiderio, ma un susseguirsi di fasi diverse, sono più appagati nel lungo termine. Infatti non hanno più aspettative poco realistiche riguardo alla passione reciproca». Col tempo del resto, se tutto va bene, l’amore passionale si trasforma in un amore romantico. In altre parole, per le coppie che stanno insieme da molto tempo, l’amore fisico non è più in primo piano.  Per cercare di riaccendere il desiderio, è consigliabile comunque ritagliarsi dei momenti di intimità, al riparo da possibili interferenze da parte del tran tran quotidiano e dei figli. Ma in ogni caso, se sotto le lenzuola non succede granché, non è necessariamente cattivo segno: rassicura l’autore. «Purché l’interesse reciproco non si sia del tutto spento e il fuoco non sia stato sostituito dalle ceneri, il diradamento dei rapporti intimi in una relazione consolidata può indicare addirittura che i partner si sentono protetti e al sicuro e che non hanno più bisogno di continue prove d’amore».

Puntate sul fattore coccole
Non trascurare le piccole tenerezze, come tenersi per mano, coccolarsi e baciarsi, è fondamentale per tenersi stretto il partner. E anche per vivere meglio. Infatti, se i piccoli/grandi problemi quotidiani possono mettere a dura prova, coccolarsi può essere un modo per arginare lo stress. Infatti, nei momenti di tenerezza e intimità emotiva, per esempio quando i partner si lasciano trasportare dall’ebbrezza dell’amore, viene prodotta l’ossitocina. E «questa molecola, nota come ormone dell’amore, sembra essere un antagonista del cortisolo – conosciuto anche come l’ormone dello stress – riduce la paura e l’aggressività e innalza la soglia del dolore» afferma Carl Eduard Scheidt, professore di psicosomatica a Friburgo.
In fondo, un po’ di romanticismo non dovrebbe mai mancare, perché (insieme a stima, attenzioni e rispetto) è un ingrediente essenziale per trasformare la passione iniziale in un rapporto intimo e duraturo. Gli psicologi della Stony Brook University hanno riscontrato, per esempio, checoloro si adorano anche dopo dieci anni di matrimonio, che continuano a stravedere l’uno per l’altra e a essere soddisfatti del rapporto, attivano regioni cerebrali simili a quelle dei giovani innamorati: sono quelle aree del cervello che presiedono al piacere, alla motivazione e al desiderio. E le secrezioni ormonali rilevate nel cervello sono simili a quelle riscontrate nella fase dell’attaccamento madre-figlio (dopamina e ossitocina).

Siate indulgenti verso i piccoli difetti
Il tubetto di dentifricio schiacciato nel mezzo e non arrotolato. I calzini e le camicie sparpagliati per la casa. Il disordine in cucina dopo ogni esperimento culinario. Il vizio di attorcigliarsi i capelli tra le dita o di interrompere l’altro prima che abbia finito di parlare. «Sono le classiche scene di ogni commedia romantica», che spesso nella vita reale rischiano di rovinare la convivenza e l’amore, “ma solo se si concede loro abbastanza spazio e di diventare causa di tensioni e discussioni incessanti” scrive Bartens. Meglio cercare, dunque, di essere indulgenti verso il partner: in fondo un po’ di tolleranza è un ingrediente importante per una vita serena.
Questo non significa che bisogna evitare i conflitti e andare sempre d’amore e d’accordo, ma cercare di chiudere un occhio su questioni, tutto sommato, insignificanti e, almeno, non andare in escandescenza. Infatti «chi si innervosisce troppo rischia di rovinarsi l’esistenza e l’amore».Infatti, la rabbia e l’aggressività possono logorare il rapporto, e anche la salute cardiovascolare, perché quando ci arrabbiamo il nostro corpo produce gli ormoni dello stress (adrenalina e cortisolo).

Siate presenti ma non appiccicosi
Chi si sente compreso, sostenuto, apprezzato e amato è più felice e vive meglio. E la sicurezza affettiva è un «fattore di protezione» per un rapporto duraturo, fa in modo che non vacilli a ogni piccola crisi. L’insicurezza rende invece i partner meno soddisfatti della relazione. Il consiglio, allora, è di essere presente l’uno per l’altra, ma senza essere appiccicosi. Tenersi sempre d’occhio e nutrire sospetti possono infatti rendere insopportabile la convivenza. Limitare e frenare l’altro, del resto, è l’antitesi dell’«amore disinteressato, che si basa sul proposito di stimare, proteggere e incoraggiare l’altro». Anche l’esigenza perenne di conferme può logorare un rapporto. L’amore, infatti, scrive Bartens, «bussa alla nostra porta, esiste, succede. Ma se viene messo costantemente in discussione, sparisce».

Nella relazione coltivate l’amicizia
Essere amici del proprio partner è importante per alimentare una relazione duratura e appagante. Allora Bartens consiglia di trovare del tempo per sperimentare insieme, per esempio, qualcosa di nuovo, che sia uno sport, il giardinaggio o nuove ricette in cucina. O leggere lo stesso libro per poi discuterne. È importante, però, anche non chiudersi troppo all’interno della relazione di coppia, ma coltivare le amicizie, singolarmente e insieme. «Una buona rete di amici e conoscenti non solo rende la vita divertente e movimentata, ma è anche salutare». Avere poche o nessuna interazione sociale ha infatti conseguenze negative sul benessere psicofisico.

Condividete anche le faccende di casa
A tutte le latitudini sono ancora le donne a sbrigare gran parte dei lavori domestici e ad assumersi maggiormente la responsabilità dei figli. E la classica ripartizione dei ruoli permane anche quando la donna svolge una professione retribuita. Questa disparità, come evidenzia uno studio pubblicato su Journal of Epidemiology and Community Health, può essere fonte di stress per la donna e di insoddisfazione all’interno del rapporto. Quindi è bene che tutti si rimbocchino le maniche per farsi carico delle pulizie, della spazzatura da portare fuori e della supervisione dei compiti dei bambini.

L’unione fa la forza
Quando si mettono da parte gli interessi egoistici e si privilegiano gli obiettivi comuni, una squadra è più vincente. E questo vale anche per una coppia: «Il rapporto e la famiglia funzionano meglio». Ma per ottenere il giusto spirito di squadra, è importante non solo concentrarsi su un obiettivo comune, ma anche tenere conto delle singole esigenze ed eventualmente ridimensionare le proprie pretese.

L’AMORE E’ CIECO ?

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L’amore è cieco, si dice. Ma la verità è che rende ciechi. Se una persona è molto innamorata del proprio partner guarda le altre persone ma non le vede, perché il livello di attenzione nei confronti del mondo esterno è più basso. Lo ha dimostrato una ricerca della Florida State University i cui risultati sono apparsi sull’ultimo numero della rivista Evolution and Human Behaviour. La ricerca è stata condotta su due gruppi di studenti, uno composto da persone che si sono dichiarate innamorate e l’altro da persone libere da gioghi sentimentali. Ai partecipanti allo studio sono state mostrate delle immagini di persone attraenti e immediatamente dopo delle immagini geometriche da riconoscere; questo test serve per individuare il livello di attenzione di un soggetto. Il gruppo degli innamorati riconosceva prima e con più esattezza le figure geometriche perché in grado di concentrarsi meglio; il gruppo dei single invece, troppo distratto dalla bellezza delle foto, ha riconosciuto cerchi e quadrati con troppa lentezza. Secondo i ricercatori questo avviene perché chi è innamorato guarda ma non vede le altre persone. L’amore incondizionato verso un’unica persona e il contemporaneo calo di attenzione nei confronti della altre sarebbe una strategia evolutiva sviluppata per riuscire a costruire un rapporto solido che faciliti non solo la preservazione della specie ma soprattutto che garantisca la cura della prole. In altre parole, il cervello non presta attenzione alla bellezza degli altri uomini o donne che si incontrano nell’arco della giornata per evitare di disperdere energie. Una sorta di castrazione mentale o privazione autoindotta, o un aiuto del cervello alla volontà alla quale la carne, che è debole si sa, probabilmente si piegherebbe.
Articolo completo al seguente indirizzo:

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it